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La Repubblica Rassegna Stampa
22.02.2023 Vera Politkovskaja: “Putin non cadrà il suo sistema di potere è ancora solido”
Intervista di Gabriella Colarusso

Testata: La Repubblica
Data: 22 febbraio 2023
Pagina: 7
Autore: Gabriella Colarusso
Titolo: «“Putin non cadrà il suo sistema di potere è ancora solido”»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 22/02/2023, a pag.7, con il titolo “Putin non cadrà il suo sistema di potere è ancora solido”, l'intervista di Gabriella Colarusso.

Gabriella Colarusso (@gabriella_roux) | Twitter
Gabriella Colarusso

russia - Argomenti - la Repubblica
Vera Politkovskaja con Maurizio Molinari

È il giorno del discorso alla nazione e mentre in tv Vladimir Putin chiama ancora alla guerra contro l’Ucraina — ribattezzata orwellianamente “operazione militare speciale” — Vera Politkovskaja, ospite nella redazione di Repubblica , ricorda la lezione di sua madre: «Bisogna sempre chiamare le cose con il loro nome, contro qualsiasi divieto». Anna Politkovskaja è stata la più importante giornalista dissidente russa, nota nel mondo per le sue inchieste sulla guerra in Cecenia, sulla censura e la corruzione nella Russia di Putin. Fu massacrata il 7 ottobre 2006. Al suo lavoro e alla sua vita è dedicata la biografia che Vera ha scritto insieme alla giornalista Sara Giudice —Una Madre (Rizzoli).

Putin continua a ripetere che l’Occidente vuole “distruggere” la Russia: da dove nasce questa ossessione? «È un’idea che deriva dall’Unionesovietica quando tutto ciò che era negativo veniva associato all’Occidente, un’idea molto popolare nella Russia di oggi, che guarda all’Occidente come a una civiltà decadente, che ha dei valori diversi e in conflitto con quelli russi. Su questo Putin gioca».

Con quale obiettivo? «Credo con quello di occupare e conquistare più territori possibili».

Per riscattare l’offesa secondo lui subita dai russi con il crollo dell’Urss? «Penso che sia dovuto al suo disegno imperiale, che ha bisogno dell’annessione continua di territori a un Paese già sconfinato. È notizia di poco fa che molto probabilmente nel 2030 la Bielorussia entrerà a pieno diritto nella Federazione russa, perdendo così la propria indipendenza».

Molto di quello che sua madre scrisse sul putinismo è stato a lungo ignorato dall’Occidente, convinto che una Russia democratica sisarebbe presto integrata in Europa. Era un abbaglio o Putin è cambiato? «Lui non è cambiato, e mia madre descriveva già tanti anni fa — inascoltata — quello che sta accadendo adesso».

Cosa possiamo aspettarci dopo Putin? «Non è un problema attuale: Putin ha cambiato la Costituzione per restare presidente fino al 2036. Il sistema oggi è molto forte, non è un castello di carta, si regge su colonne solide. Un esempio: a scuola, una parte del programma è dedicata al patriottismo, che riprende modi di pensare e di guardare al passato che vengono dall’Unione Sovietica. Fin da piccoli ci viene insegnato a guardareil mondo con gli occhi di qualcun altro. Prima che tutto questo cambi radicalmente ci vorrà molto tempo ed è un passaggio che costerà delle vite».

Come quelle dei soldati russi inviati al fronte in Ucraina. «Putin li usa come carne da macello. Mia madre diceva che per lui le persone sono come polvere sotto gli stivali».

In Europa molti si chiedono perché i russi non protestano in massa contro la guerra. «La prima ragione è che hanno paura. In Europa se una persona partecipa a una manifestazione la sera torna a casa e dorme nel suo letto. In Russia se va bene passa una notte in cella. Ma può anche non uscirne più, essere pestata e morire per le botte. C’è anche una parte di popolazione che è d’accordo con questa guerra e una parte che invece non scende in piazza perché teme quello che verrà dopo Putin».

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