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La Repubblica Rassegna Stampa
11.02.2023 Missili russi su Moldavia e Romania
Cronaca di Fabio Tonacci

Testata: La Repubblica
Data: 11 febbraio 2023
Pagina: 10
Autore: Fabio Tonacci
Titolo: «Missili russi nei cieli moldavi. La provocazione di Mosca rischia di allargare il conflitto»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 11/02/2023, a pag. 10, con il titolo "Missili russi nei cieli moldavi. La provocazione di Mosca rischia di allargare il conflitto" la cronaca di Fabio Tonacci.


Fabio Tonacci

Is Today's Russia a Relic of the Past? | Perspectives on History | AHA

ODESSA — La provocazione russa è un graffio curvo sopra il cielo moldavo. Due missili, lanciati dal Mar Nero, hanno violato lo spazio aereo della Moldavia cambiando improvvisamente rotta con una virata verso ovest. Li hanno avvistati ieri mattina i radar di Kiev e ne hanno seguito la traccia anche quelli di Chisinau. Le certezze, però, finiscono qui: il resto della traiettoria dei due Kalibr, intercettati dalla contraerea ucraina nel distretto di Cernivci, si perde nel mistero. «Hanno violato anche il territorio della Romania», denuncia il presidente Zelensky. «È una sfida alla Nato e alla sicurezza collettiva:un terrore che possiamo e dobbiamo fermare». Il governo di Bucarest però smentisce: «Sono passati a 35 chilometri dal nostro confine». Chi di sicuro sa sono gli Stati Uniti, che su quella linea di frontiera spesso fanno alzare velivoli da ricognizione. Ma Washington non fornisce dettagli, è più interessata ad abbassare i toni. «Non abbiamo al momento indicazioni di minacce militari dirette alla Romania o alla Moldavia», fanno dire al portavoce del Dipartimento di Stato. Comprensibile. Violare lo spazio aereo di un Paese Nato, del resto, è affar serio. E anche se non lo si può classificare “attacco armato”, che a norma dell’articolo 5 del Trattato nord-atlantico provocherebbe l’intervento degli alleati, avrà delle conseguenze. Biden intanto dal 20 al 22 febbraio sarà in Polonia: il 24 è il primo anniversario della guerra. C’è chi pensa che anche le dimissioni della premier moldava Daniela Gavrilita, ufficializzate ieri a sorpresa dopo 18 mesi di governo, siano in qualche modo collegate ai due Kalibr e alle pressioni che la Russia esercita sul Paese. Non è un segreto che Putin ritenga la Transnistria, regione separatista sulla riva sinistra del Dnestr, roba sua. Di più: secondo le agenzie di intelligence ha un piano a breve termine di destabilizzazione della Moldavia, a suo parere troppo filo-occidentale (ha ottenuto lo status di candidata Ue). A giudicare dalle ultime notizie, un piano che sta funzionando. Gli ultimi due giorni sono stati complicati per l’Ucraina e per la confinante Moldavia. Dalla sera di giovedì piovono razzi e droni sulle città ucraine. Il comandante delle forze armate Valery Zaluzhny ha fatto ilconto: «Dalle 21.50 del 9 febbraio alle 12 del 10 febbraio i nemici hanno lanciato 71 missili da crociera e noi ne abbiamo abbattuti 61». Diciassette erano puntati su Zaporizhzhia: dall’inizio del conflitto mai ne erano arrivati così tanti in un giorno solo sulla regione della più grande centrale nucleare europea. «Hanno sparato anche 35 S-300 (il sistema missilistico di solito utilizzato per la contraerea,ndr)e 7 droni kamikaze modello Shahed». A Kiev 4 civili sono morti. Sembrava la solita quotidianità della guerra . E invece il generale Zaluzhny ha rivelato nei dettagli la traiettoria di due dei Kalibr lanciati da un sottomarino nel Mar Nero. Alle 10.18, ha spiegato, entrano nello spazio aereo della Moldavia. Sorvolano il villaggio di Mokra, nel distretto di Rybnytsky, e Kosautsy nel distretto di Sorok. Sono località a nord del Paese, prossime alla frontiera che in quel punto è un susseguirsi di insenature. «Alle 10.33 entrano in Romania, per poi tornare in Ucraina nel punto dove i confini dei tre Paesi si toccano». Una ricostruzione che il governo romeno, come detto, non conferma. Eppure Kiev ne è convinta. «Abbiamo la traccia registrata dai nostri radar e gli stessi dati sono nella disponibilità della Nato», ribadisce Yuriy Ihnat, portavoce del comando dell’aviazione militare. «Non abbiamo abbattuto subito i missili perché abbiamo voluto evitare che i frammenti cadessero sulla popolazione di quei due Paesi. Non è la prima volta che la Russia provoca, ma non ci siamo cascati». Il governo ucraino non crede neanche per un secondo che la traiettoria sia stata frutto di superficialità o di un errore.

«Cercavano proprio l’incidente ». Come quando il 15 novembre un missile è caduto in Polonia, uccidendo due persone: un episodio mai chiarito. Già altre tre volte il confine aereo della Moldavia è stato violato, e in tre casi attacchi missilistici sono partiti dalla Transnistria, la regione sulla riva sinistra del Dnestr dichiaratasi indipendente e sotto l’ombrello dell’influenza russa. L’ambasciatore russo è stato convocato dal governo di Chisinau per dare spiegazioni sullo sconfinamento. Troverà ad attenderlo un esecutivo dimissionario (il nuovo premier designato, Dorin Recean, non è ancora in carica). «Se avessi avuto in patria lo stesso sostegno ricevuto dai partner europei, avremmo potuto andare avanti di più e più in fretta », sono state le parole della premier filo-occidentale Gavrilita, di ritorno da una missione a Bruxelles.

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