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La Repubblica Rassegna Stampa
10.02.2023 "Kiev deve attaccare subito”
Intervista di Antonello Guerrera al Ministro della Difesa inglese Ben Wallace

Testata: La Repubblica
Data: 10 febbraio 2023
Pagina: 4
Autore: Antonello Guerrera
Titolo: «Wallace: “Tank e missili più urgenti degli aerei, Kiev deve attaccare subito”»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 10/02/2023, a pag.4, con il titolo "Wallace: “Tank e missili più urgenti degli aerei, Kiev deve attaccare subito” ", l'intervista di Antonello Guerrera.

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Antonello Guerrera

The Rt Hon Ben Wallace MP - GOV.UK
Ben Wallace

ROMA — È il ministro della Difesa europeo che ha fornito più armi e aiuti all’Ucraina, che si rumoreggia prossimo segretario generale della Nato (no comment). È il politico tory britannico più popolare in patria che però ha rinunciato a essere primo ministro “per la famiglia”. E poi è un ex militare di 52 anni, ha trasportato il feretro di Lady Diana da Parigi e scortato quello della regina Elisabetta a Westminster Hall. Ieri, però, Ben Wallace era a Roma, per il summit di “Pontignano 2023” dell’ambasciata britannica e il vertice “2+2” con il suo omologo italiano Guido Crosetto e i due titolari degli Esteri, Antonio Tajani e James Cleverly. Inoltre, Wallace ha rilasciato questa rara intervista a Repubblica .

Ministro Wallace, il leader britannico Sunak ha aperto agli aerei da guerra all’Ucraina, Downing Street dice che lei se ne sta occupando. «Innanzitutto, i jet Typhoon britannici appartengono a quattro Paesi (Regno Unito, Italia, Germania e Spagna, ndr), ci vuole il consenso di tutti. Ma questi sono armamenti a lungo termine, anche per quando la guerra sarà finita. Tuttavia, è importante addestrare piloti da guerra di Kiev: sia per il futuro e sia perché così lasciamo tutte le ipotesi aperte. La cosa principale che ho imparato da questo conflitto è: mai dire mai. Ma ciò non significa donare i Typhoon all’Ucraina domani. La strada è ancora lunga».

Però altri alleati, come i tedeschi, sono più riluttanti sui caccia. «Molti Paesi dell’Est Europa sono favorevoli, abbiamo consegnato elicotteri, altri sono pronti a offre Mig e Sukhoi. Persino il recente dibattito sui carri armati per me è bizzarro: la Polonia ha già donato circa 200 tank a Kiev. E la differenza tra i loro T72 sovietici e i carri armati occidentali non è enorme: se sei l’obiettivo, ti uccidono comunque. L’Ucraina può vincere questo conflitto solo con formazioni combinate di armi in una guerra di movimento. L’offensiva aerea è importante ma colpire il nemico in profondità si può fare anche senza caccia, bensì con missili a lunga gittata come gli Himars. La resilienza dell’Ucraina si può costruire anche senza dover sbloccare Typhoon o F-16 a Kiev».

Ma a breve termine, la consegna di tank, tra cui i britannici Challenger 2 e i tedeschi Leopard, possono essere decisivi nella campale “battaglia di primavera” alle porte? «Ora sono due le cose fondamentali per far prevalere l’Ucraina: un’alleanza di nazioni che forniscono tank come i polacchi, i tedeschi, i francesi, gli olandesi e i canadesi, e dare agli ucraini gli strumenti per colpire in profondità i russi».

Lei però ha già detto che non esiste la “bacchetta magica”. Questa guerra durerà a lungo? «Il 2023 sarà un anno importante. Di fronte abbiamo un leader come Vladimir Putin il cui ultimo pensiero sono i connazionali uccisi in battaglia. La Russia ha già perso 188mila soldati, tra morti e feriti, e migliaia di mercenari Wagner. Il presidente russo si farà problemi a sacrificare altri 100mila soldati? Ha riversato quasi tutto il suo esercito in Ucraina, da Vladivostok a Murmansk. È qualcosa di eccezionale. Perciò è difficile prevedere la fine di questa guerra. In un mondo normale, con perdite di oltre 180mila militari, in qualsiasi Paese si fermerebbe tutto. Ma con Putin non siamo in un mondo normale. Dunque, è cruciale che il fronte internazionale sia forte e compatto: una delle cose che terrorizza di più Putin è la nostra unità, che lui fino a qualche tempo fa non riteneva possibile».

Il fronte occidentale resterà unito? «Molti commentatori non credevano fosse possibile: è accaduto l’opposto. Il Congresso americano ha appena approvato una marea di aiuti all’Ucraina, abbiamo un’alleanza sui tank, le sanzioni e le condanne internazionali sono aumentate».

Ma sa bene che per esempio il governo italiano ha personaggi come Salvini e Berlusconi, in passato vicini a Putin. «Non commento sull’esecutivo italiano. Ma siamo io e il ministro Crosetto a essere molto vicini. Regno Unito e Italia stanno collaborando sempre di più in campo militare: i Typhoon, Leonardo, il nuovo caccia Tempest/Gicap, l’azienda di missili Mbda. E l’Italia ha uno degli eserciti più dinamici, capaci e globali d’Europa».

Però la guerra in Ucraina sta diventando un conflitto statico, per certi versi simile alla Prima guerra mondiale. Questo non è un vantaggio per i russi, la cui popolazione è il quadruplo degli ucraini? «Perciò bisogna cogliere il momento e far riguadagnare terreno all’Ucraina. Se la guerra si “congela”, va a vantaggio di Mosca che ha il tempo di riorganizzarsi a lungo termine. Come nel 2014».

L’Ucraina dovrebbe entrare nella Nato? «Londra è sempre stata favorevole. Francia e Germania sono più caute. Ma l’Ucraina un giorno dovrà essere capace di difendersi da sola».

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