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La Repubblica Rassegna Stampa
06.02.2023 Ucraina, via il Ministro della Difesa
Cronaca di Paolo Brera

Testata: La Repubblica
Data: 06 febbraio 2023
Pagina: 10
Autore: Paolo Brera
Titolo: «Corruzione, pressing di Ue e Usa. Via il ministro della Difesa ucraino»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 06/02/2023, a pag. 10, con il titolo "Corruzione, pressing di Ue e Usa. Via il ministro della Difesa ucraino" la cronaca di Paolo Brera.

UKRAINERUSSIAWAR. Dietro Zelenskyj c'è il ministro della Difesa Oleksij  Jurijovyč Reznikov. Ecco chi è
Il ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznnikov

KIEV— Il ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznnikov, è stato deposto ieri dall’Ufficio della presidenza. È il primo pezzo da novanta a cadere nel governo dall’inizio dell’invasione: paga gli scandali che hanno travolto il suo ministero, dall’appalto di Natale a prezzi gonfiati sui pranzi dei soldati ai giubbotti antiproiettile scadenti. Scandali in cui non è indagato, ma per cui sono scattate le manette per l’ex vice Vyacheslav Shapovalov, responsabile per gli appalti gonfiati; e per Bohdan Khmelnytskyi, ex direttore del Dipartimento degli appalti, che si sarebbe messo in tasca cento milioni di grivne per concedere il via libera ai giubbotti antiproiettile di scarsa qualità. Al posto di Reznikov va un riluttante Kyrylo Budanov, che aveva lasciato intendere di non essere felice di lasciare l’ufficio di capo dei servizi segreti per un ruolo prettamente politico. Ma dopo una lunga giornata in cui Reznikov ha provato a scaricare le responsabilità in una conferenza stampa, è arrivata la decisione della Presidenza a cui aveva rimesso la scelta sul suo destino. La mossa apre ora una giostra politica, un rimpasto alla vigilia di una fase decisiva del conflitto in cui, ha ribadito ieri Zelensky, «le battaglie sono durissime nel Donbass e la situazione è molto difficile». Reznikov, che mantiene la fiducia del presidente nonostante la pessima gestione dello scandalo, dovrebbe diventare ministro delle Industrie strategiche «per rafforzare la cooperazione militare-industriale data l’esperienza con “Ramstein”», annuncia Arakhamia, leader della fazione presidenziale “Servo del Popolo”. Al posto di Budanov, capo della Sbu diventerebbe Vasyl Malyuk, mentre agli Interni — dopo la morte del ministro Denys Monastyrsky e del suo vice Eugene Yenin nel disastro in elicottero di Brovary — secondo Arakhamia verrà confermato Ihor Klymenko, che ne ha preso l’interim. L’impressione dei commentatori è che sia solo una nuova tappa del processo in corso che potrebbe presto riguardare diversi altri ministri a rischio, in prima fila quelli di Sport, Energia e Giustizia. Ma c’è persino il primo ministro tra i nomi più gettonati di un prossimo rimpasto: sarebbe destinato a una sede diplomatica all’estero. Per un anno, dal 24 febbraio, in Ucraina è sempre stato tabù criticare il governo per non indebolire l’efficacia della resistenza militare. Ma lo stesso presidente Zelensky ha varato nelle ultime settimane provvedimenti duri per rinsaldare le fila, come il divieto di andare all’estero senza il via libera dei Servizi. Il livello di corruzione svelato dalle inchieste giornalistiche ha portato alle dimissioni di viceministri e alti magistrati, di governatori e di una lunga serie di dirigenti. Le inchieste proseguono, e gli americani hanno stretto la morsa dei controlli: il Congresso ha stanziato oltre 113 miliardi di dollari in aiuti, ma vuole verificare che non finiscano erosi da tangenti e truffe. E anche i leader della Commissione e del Consiglio europeo, durante la loro recente visita a Kiev, hanno ribadito l’importanza di combattere un livello di corruzione fuori controllo. Un processo che Zelensky cerca di compiere rafforzando la squadra dei suoi uomini di fiducia.

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