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La Repubblica Rassegna Stampa
13.12.2022 Scandalo a Bruxelles
Commento di Stefano Cappellini

Testata: La Repubblica
Data: 13 dicembre 2022
Pagina: 8
Autore: Stefano Cappellini
Titolo: «Mazzette, affari e lobby la questione morale che agita la sinistra»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 13/12/2022, a pag. 8, con il titolo "Mazzette, affari e lobby la questione morale che agita la sinistra", il commento di Stefano Cappellini.

Antonio Panzeri: la scorta, le ospitate in tv, il calcio e lo sconcerto a  Calusco e tra i politici che lo conoscono- Corriere.it
Antonio Panzeri

Ci sono buone probabilità che Antonio Panzeri, esponente di Articolo uno, avrebbe partecipato al congresso costituente del nuovo Pd nel fronte di quanti invocano un cambio di nome: da Partito democratico a Partito del lavoro. Premura perfino coerente per un ex sindacalista della Cgil, sebbene ora accusato di aver intascato tangenti per coprire, tra le varie cose, anche e proprio le ciclopiche violazioni dei diritti dei lavoratori in Qatar. Si può fondare una ong sui diritti umani, come Panzeri, e prendere soldi dal regime qatariota? Si può usare la credibilità delle idee socialdemocratiche a vantaggio di chi calpesta lo Stato di diritto? E soprattutto: perché un politico, che ha una tessera di partito, sente il bisogno di combattere le sue battaglie tramite una ong? Non sarà già qui il baco o l’imbroglio? La ong di Panzeri, la Lega di Soumahoro, le fondazioni proliferate a margine e a valle di partiti, leader e leaderini, correnti e spifferi. Ma anche le consulenze spericolate e le intermediazioni degli ex leader della sinistra, sia quelli con pose capitaliste sia quelli con pose anticapitaliste, tutto legale, per carità, ma anche impresentabile, giù a scendere verso le storie più basse, le mazzette nelle tasche, e quelle più oscure, le banconote sotto la cuccia del cane.

Inside Qatar's 'holy' world of waging global Jihad and state-sponsored  terrorism: A detailed report

Nicola Oddati, responsabile dell’organizzazione delle Agorà dem, è stato fermato all’inizio dell’anno con addosso 14 mila euro in contanti. Secondo i pm che lo hanno incriminato era una delle cinque rate di tangenti incassate per favorire un imprenditore interessato ad aggiudicarsi lavori di riqualificazione a Pozzuoli. La bio online di Oddati lo descrive laureato in Scienze Economiche, «La teoria della moneta in Marx e Keynes». La reputazione conta più delle idee. La struttura più della sovrastruttura, appunto. Questa vicenda bruxellese di mazzette e politici di sinistra al servizio di regimi stranieri ma liquidi sembra fatta apposta per alimentare gli istinti anti-intellettualisti di chi fa una gran fatica a credere che al congresso dem si prepari davvero un scontro di idee sull’ordo-liberismo, keynesiani di qua e friedmaniani di là, dirigisti contro mercatisti, o magari berlingueriani contro craxiani. I problemi più urgenti sembrano altri. Dice a Repubblica un politico esperto e intellettualmente onesto come Gianni Cuperlo: «La reazione non è di sconcerto o imbarazzo, ma di vergogna. Si è innocenti fino a prova contraria, ma il punto non è lì, in un garantismo da difendere sempre. Il tema è la questione morale che investe la sinistra e che nessuna ipocrisia o rimozione può fingere di non vedere. Partiti deboli, culture politiche sempre più fragili e classi dirigenti catturate dall’ansia di rinnovare il proprio ruolo e potere hanno prodotto una democrazia più screditata e vulnerabile. Spero che il nostro congresso non rimuova il tema». Enrico Letta, segretario uscente e arbitro della sfida congressuale, promette a Repubblica : «Tratteremo questa vicenda con la massima inflessibilità». Promessa che rischia di non restare solo sulla carta. Agli atti dell’inchiesta c’è una mail dell’eurodeputato dem Andrea Cozzolino, non indagato, che si è battuto contro le censure al Qatar ed è ma questa è un’altra storia, si spera uno dei tre eurodeputati del Pd che pochi giorni fa si sono rifiutati di votare la risoluzione dell’Europarlamento contro la Russia Stato terrorista. Cozzolino si è sospeso dagli incarichi che riguardano affari internazionali, qualunque cosa significhi e fanno sapere dal gruppo del Pd - potrebbe presto autosospendersi dal gruppo. Rischia invece il licenziamento Francesco Giorgi, ex assistente di Panzeri, ora di Cozzolino, e fidanzato della deputata socialista greca Eva Kaili, accusata di aver intascato a sua volta tangenti. Gli inquirenti belgi hanno sequestrato il cellulare di Davide Zoggia, membro dello staff dell’europarlamentare dem Pietro Bartolo e del capogruppo a Strasburgo Brando Benifei. Zoggia, non indagato, ex parlamentare del Pd, fu dirigente di punta ai tempi della segreteria di Pier Luigi Bersani. Dice Benifei: «Dato lo schifo che sta emergendo, sono contento di aver portato la delegazione che guido a tenere una posizione molto dura nelle votazioni sul Qatar». Dice Pina Picierno, vicepresidente dell’Europarlamento: «Una vicenda orrenda e immorale. Ora è il tempo della responsabilità e delle riforme, occorre dotare il Parlamento di nuovi strumenti per evitare le porte girevoli tra ex deputati e portatori di interessi. Dobbiamo evitare che tutto questo accada ancora». Il tema delle porte girevoli chiama in causa anche vicende che nulla hanno di giudiziario ma molto di affine: tra risciacquare i panni del Qatar dietro pagamento occulto e illegale e risciaquare quelli dell’Arabia Saudita dietro regolare bonifico rischia di esserci una differenza indiscutibile a livello penale e impercettibile a livello politico. La consulenza che Massimo D’Alema, punto di riferimento di Panzeri già ai tempi del Pd, sta fornendo al gruppo di investitiori del Qatar interessati a rilevare la raffineria di Priolo, ha ispirato un’amara riflessione al vicesegretario dem Peppe Provenzano: «Vedere ex leader della sinistra fare i lobbisti in grandi affari internazionali non è solo triste, dice molto sul perché le persone non si fidano, non ci credono più». E dunque, quando D’Alema interviene nel dibattito pubblico, chi parla? Il militante di Articolo uno o il procacciatore di affari? Quando Renzi vota in Senato su affari esteri prevale il mandato degli elettori o la consulenza del principe Mohammad bin Salman? Claudio Velardi, che con D’Alema ha lavorato ai tempi di Palazzo Chigi, e che di professione fa appunto il lobbista, ammette che «c’è un problema di opportunità quando Renzi è costretto a difendersi dicendo che non c’è una norma che lo vieti». Aggiunge: « Noi lobbisti stiamo organizzando per gennaio una giornata di studio sul tema politica-interessi-lobbying». Ieri, dopo un lungo silenzio, ha deciso di parlare anche il segretario d i Articolo uno Roberto Speranza: «Il quadro che emerge dall’indagine in corso a Bruxelles ci indigna profondamente. Articolo uno è parte lesa in questa gravissima vicenda. Siamo scioccati dalle ricostruzioni di queste ore». Figuriamoci gli elettori.

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