giovedi` 25 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






La Repubblica Rassegna Stampa
06.12.2022 Attacco ucraino verso Mosca, Putin bombarda
Cronaca di Gianluca Di Feo

Testata: La Repubblica
Data: 06 dicembre 2022
Pagina: 16
Autore: Gianluca Di Feo
Titolo: «Raid ucraini alle porte di Mosca. I russi reagiscono con settanta missili»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 06/12/2022, a pag. 16, con il titolo "Raid ucraini alle porte di Mosca. I russi reagiscono con settanta missili" il commento di Gianluca Di Feo.

Immagine correlata
Gianluca Di Feo

Peace in Ukraine: Arm Ukrainians against Russia | National Review

“Chi osa vince”. Gli ucraini hanno fatto loro il motto delle forze speciali britanniche e lanciano raid sempre più temerari, colpendo in profondità il territorio russo. Incursioni simboliche, che non causano gravi danni ma incrinano la credibilità interna di Vladimir Putin. Domenica notte un duplice attacco ha bersagliato le basi più importanti di tutte, quelle dei bombardieri strategici destinati a usare le armi nucleari, arrivando a soli duecento chilometri da Mosca. La dinamica ancora non è chiara. Sulla pista di Dyagilevo, nella regione di Ryazan che confina con il distretto della capitale, è esplosa un’autocisterna di carburante: tre avieri sono morti e quattro sono rimasti feriti. Nelle foto si vede pure un grande jet Tupolev Tu-22 Backfire con la coda devastata. Le immagini fanno pensare a un sabotaggio e a una bomba piazzata da agenti infiltrati, ma i russi dicono sia opera di un drone. Negli stessi minuti ordigni teleguidati sono piovuti sull’aeroporto di Engels, lungo il Volga nel territorio di Saratov: due quadrimotori Tupolev 95 sono stati messi fuori uso. La propaganda russa non ha potuto negare gli assalti e sui canali Telegram dei “falchi” si sono moltiplicate le critiche ai generali, “così inetti da non riuscire a proteggere le installazioni più delicate della patria”: accuse che rischiano di inasprire ulteriormente la reazione del Cremlino. Gli ucraini stanno facendo di tutto per estendere le missioni: due settimane fa droni navali hanno preso di mira un terminal petrolifero nel porto di Novorossiysk, a occidente della Crimea. Questa determinazione potrebbe provocare malumori alla Casa Bianca, intenzionata a limitare i pericoli di escalation nucleare. Ieri ilWall Street Journal ha rivelato che gli Himars consegnati alla resistenza sono stati modificati per impedire l’uso di razzi con portata superiore ai cento chilometri. Invece, stando alle prime notizie, Kiev ha condotto il blitz notturno utilizzando vetusti droni sovietici: si tratterebbe dei Tupolev 141 Strizh, risalenti agli anni Settanta,con un raggio di azione superiore a mille chilometri e resi più precisi dagli ingegneri ucraini inserendo un sistema di guida gps. La risposta non si è fatta attendere. Ieri pomeriggio l’allarme è scattato sull’intera Ucraina, mentre navi e aerei russi hanno fatto partire almeno settanta missili. Kiev sostiene di averne abbattuti sessanta;Mosca dichiara di avere centrato diciassette obiettivi. Si tratta dell’ottavo bombardamento su larga scala portato a termine in due mesi.

Ukraine war: Biden warns Putin not to use tactical nuclear weapons - BBC  News

I bersagli privilegiati sono sempre gli stessi: gli snodi della rete elettrica, in modo da bloccare le forniture di energia. Gli impianti sono stati distrutti più volte e i tecnici faticano a ripararli, anche per la carenza di pezzi di ricambio. La valenza è doppia. Da una parte si cerca di lasciare la popolazione al buio e al freddo, con le temperature che sono scese in molte zone sotto lo zero. Dall’altra si punta a paralizzare le linee ferroviarie, fondamentali per alimentare la resistenza al fronte. I rifornimenti bellici viaggiano sui binari: bisogna spostare tankpesanti cinquanta tonnellate e centinaia di vagoni di proiettili, attività impossibile lungo le strade. I convogli inoltre trasferiscono in direzione opposta decine di mezzi danneggiati o bisognosi di manutenzione nelle officine delle retrovie e delle nazioni confinanti. Senza treni, in pratica, l’esercito ucraino rischia di restare disarmato. Per questo ieri sera il gestore dell’energia Ukrenergo ha annunciato blackout in tutto il Paese – il 40 per cento della provincia di Kiev è senza luce – per destinare la corrente “alle infrastrutture essenziali”. In una guerra di logoramento, la logistica è l’elemento determinante: ogni giorno gli eserciti necessitano di migliaia di tonnellate di combustibile e munizioni. Lo si comprende anche dal gesto di Putin, che ieri ha percorso a bordo di una Mercedes il ponte di Kerch, il lungo viadotto che unisce Russia e Crimea fatto saltare in aria l’8 ottobre e parzialmente ricostruito. L’esplosione del ponte ha pesato sulle decisioni dei generali russi, contribuendo alla ritirata da Kherson. Adesso Mosca accumula brigate e prepara nuove offensive, che il comando ucraino tenterà di anticipare. Si teme che sarà un Natale di fuoco.

Per inviare a Repubblica la propria opinione, telefonare: 06/49821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante

rubrica.lettere@repubblica.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT