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La Repubblica Rassegna Stampa
25.11.2022 Mosca: la guerra contro la comunità Lgbt
Commento di Enrico Franceschini

Testata: La Repubblica
Data: 25 novembre 2022
Pagina: 18
Autore: Enrico Franceschini
Titolo: «'Multe e carcere'. La Russia approva la legge anti-Lgbt»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 25/11/2022, a pag. 18, il commento di Enrico Franceschini dal titolo " 'Multe e carcere'. La Russia approva la legge anti-Lgbt".

ENRICO FRANCESCHINI | Cristofariphoto
 Enrico Franceschini

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La Russia apre un nuovo fronte, in parallelo a quello in Ucraina: la guerra contro gay, bisessuali e transessuali. Contro chiunque manifesta atteggiamenti diversi dalla «famiglia tradizionale», secondo la definizione della nuova legge approvata ieri dal parlamento di Mosca. Il provvedimento colpisce la “propaganda” a favore della comunità Lgbt con divieti, pesanti multe e per gli stranieri l’espulsione, in certi casi preceduta dal carcere. Amare una persona del proprio stesso sesso non è equiparato a un crimine, ma le conseguenze sono simili. L’iniziativa espande una legislazione analoga esistente già dal 2013 solo per i minorenni, allargandola agli adulti. Rappresenta una minaccia non soltanto per gli individui, ma pure per associazioni, media, web, pubblicità, cinema, narrativa e ogni forma di comunicazione, che rischia la censura. In teoria opere come Lolita di Nabokov e I demoni di Dostoevskij potrebbero essere messe al bando, anche se i parlamentari affermano di non volere vietare i classici. Ma è un confine labile. L’obiettivo apparente è attaccare i diritti Lgbt come parte dell’offensiva contro l’Occidente, visto alla stregua di un virus che contagia i valori tradizionali della Russia. In sostanza, è un’altra faccia dell’invasione dell’Ucraina. «Questa decisione proteggerà i nostri figli e il futuro del nostro Paese dalle forze oscure diffuse da Usa ed Europa», afferma Vjacheslav Volodin, il presidente della Duma.

Russian parliament passes law banning LGBT propaganda among adults

«Abbiamo le nostre tradizioni e i nostri valori». Approvata all’unanimità, la legge vieta espressamente «la propaganda e la promozione» dei valori Lgbt, della pedofilia e del cambio di genere. Per la violazione del divieto di promuovere «rapporti sessuali non tradizionali » è prevista una multa in rubli per l’equivalente da 800 a 80 mila euro, a seconda che l’infrazione sia commessa da persone fisiche o giuridiche. Le società potranno incorrere nella sospensione delle loro attività fino a tre mesi. Stranieri e apolidi possono essere espulsi, in determinate circostanze dopo l’arresto e quindici giorni di prigione. Film e altre opere che «promuovono relazioni non tradizionali » non riceveranno il permesso di distribuzione. Già in precedenza, del resto, una pellicola come Rocketman, sulla vita di Elton John, era stata largamente tagliata in Russia per cancellare ogni riferimento all’omosessualità del cantante. Passata dalla Duma, la nuova legge deve essere approvata dal Consiglio della Federazione e firmata da Vladimir Putin, ma sono formalità. Se c’era qualche speranza di una pur minima opposizione fra i deputati, ai quali il segretario di Stato americano Antony Blinken aveva rivolto un appello, la votazione all’unanimità l’ha smentita: «È la migliore risposta all’interferenza degli Usa», commenta sdegnato Volodin. «La lotta contro l’Occidentenon si svolge soltanto sul campo di battaglia», gli ha fatto eco il suo vice Pjotr Tolstoj, pronipote dell’autore di Anna Karenina, alludendo alla guerra in Ucraina, «ma anche nella sfera dell’informazione e della cultura: è in corso una battaglia per i cuori e le menti dei nostri giovani. La propaganda Lgbt è diventata un killer silenzioso che distrugge le anime». Parole analoghe a quelle usate recentemente dallostesso Putin: «Vogliamo insegnare ai nostri bambini che, oltre a donne e uomini, esistono i generi? Vogliamo avere anche qui, invece che un padre e una madre, un genitore 1 e un genitore 2? Siamo ammattiti?» Ma è la Russia, nella crociata antioccidentale condotta dal capo del Cremlino, che sta perdendo la testa. Insieme alle libertà conquistate dopo il crollo del comunismo.

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