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La Repubblica Rassegna Stampa
01.11.2022 L'Iran invia missili a Mosca
Armi utilizzate per fare strage in Ucraina

Testata: La Repubblica
Data: 01 novembre 2022
Pagina: 14
Autore: la redazione di Repubblica
Titolo: «Kiev sotto tiro: senza luce né acqua e l’Iran invia a Mosca anche i missili»
Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 01/11/2022, a pag.14 la cronaca "Kiev sotto tiro: senza luce né acqua e l’Iran invia a Mosca anche i missili".


Il direttore dell’intelligence militare ucraina, Kyrylo Budanov, ha detto in un’intervista a un sito specializzato americano che a novembre la Russia userà missili balistici iraniani per bombardare l’Ucraina. Il generale Budanov è di solito bene informato e spiega che sitratta di una «minaccia seria perché i missili iraniani, al contrario di quelli russi, sono molto precisi, molto veloci e queste qualità sono state provate in battaglia». Questo dunque è il mese della svolta nella campagna della Russia per sfasciare le infrastrutture civili del Paese «e lasciare gli ucraini al freddo e al buio», come si augurano in televisione i commentatori putiniani – oggi a Kiev fanno due gradi sopra lo zero, ma ovviamente si va verso i mesi più gelidi. Ieri mattina nella capitale come tutti i lunedì la vita normale è stata interrotta dagli attacchi. Non si sa perché i russi abbiano scelto di trasformare il primo giorno della settimana nel giorno delle esplosioni, forse per creare pressione psicologica e un senso di angoscia, ma è il terzo lunedì di fila che succede. Nei casi migliori i missili sono stati intercettati mentre ancora erano ad alta quota e hanno fatto soltanto rumore, in quelli peggiori hanno bucato le difese aeree e hanno centrato per l’ennesima volta le centrali elettriche e gli snodi dell’acqua. Molti quartieri sono rimasti senza luce e senz’acqua per tutto il giorno e le zone che hanno ancora elettricità sono passate in modalità solidale per redistribuirla e quindi hanno accettato di restare senza per qualche ora. Tutti sanno che non si potrà andare avanti così per sempre, la rete elettrica non è immortale. I grandi cartelloni luminosi nel centro di Kiev che contribuivano a regalare un’aria di normalità adesso sono spenti, di sera le strade spariscono nel buio e prima di entrare in un ascensore nei grandi palazzi da venti piani è buona norma farlo con una torcia elettrica e una barretta al cioccolato in tasca, nel caso di un blocco imprevisto. Circolano carretti con gruppi elettrogeni che ti fanno caricare gratis il telefono e le candele nei negozi vanno a ruba – e lo stesso succede in molte altre città del Paese, da Odessa fino a Kharkiv. Il piano del Cremlino è semplice. I russi mirano soprattutto alla rete elettrica per ottenere quello chenon riescono a ottenere dai campi di battaglia: costringere il governo del presidente Zelensky a capitolare e ad accettare le condizioni di Mosca, a partire dalla perdita definitiva dei territori occupati, oppure in mancanza di meglio creare una crisi umanitaria che spinga milioni di civili verso l’Europa riscaldata. La speranza degli ucraini era che la Russia finisse le sue scorte di missili e infatti ne ha consumato la maggior parte ed è molto vicina a una soglia sotto la quale non può scendere per ragioni di sicurezza nazionale. Se non fosse cambiatonulla sarebbe stata costretta a interrompere i bombardamenti: invece ora si rifornisce di missili in Iran. Ieri i siti che seguono le traiettorie dei voli hanno visto un aereo cargo militare Ilyushin 76 russo decollare da Teheran e atterrare a Rostov, nel Sud della Russia, che è la destinazione naturale per chi voglia trasferire materiale militare nell’Ucraina occupata. Non sappiamo cosa ci fosse a bordo, potrebbe trattarsi di droni – che il Cremlino acquista a migliaia dall’Iran – oppure potrebbe trattarsi di un primo carico di missili dall’Iran. Reuters e ilWashington Post hanno rivelato che il 6 ottobre una delegazione iraniana di alto livello è volata a Mosca per trattare la compravendita di droni e di missili. L’accordo è stato confermato da fonti governative iraniane: «Manderemo centinaia di missili, in due-tre spedizioni, ma i russi ne vogliono molti di più», dicono le fonti. Il 24 ottobre l’intelligence militare ucraina ha segnalato l’arrivo a Dzhankoi, in Crimea, di un gruppo di militari iraniani mandato ad aiutare i russi a usare le armi appena acquistate dall’Iran. Gli iraniani a Mosca, incluso il vicepresidente Mohammad Mokhber e due ufficiali dei Guardiani della rivoluzione, hanno offerto ai russi missili modello Fateh-110 e Zolfaghar. Sono balistici, quindi sono più difficili da intercettare e sono in grado di portare una testata esplosiva da seicento chilogrammi. Il Zolfaghar può volare per settecento chilometri ed è stato usato dagli iraniani contro la base aerea americana di Al Asad, in Iraq, nel gennaio 2020, come rappresaglia per l’uccisione del generale Soleimani. I soldati americani videro l’attacco con largo anticipo, si rifugiarono nei bunker e sopravvissero, ma in centinaia soffrirono concussioni pesanti e dovettero essere evacuati. La rivista specializzata Jane’smette in dubbio la precisione del Zolfaghar ed è un male: peggio di un missile balistico preciso c’è soltanto un missile balistico poco preciso, che trasforma ogni tiro in una puntata d’azzardo con il fato.

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