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La Repubblica Rassegna Stampa
25.02.2003 Una lettera vergognosa
Odio e luoghi comuni; tutto questo nella lettera di Sandro Viola ad un amico palestinese

Testata: La Repubblica
Data: 25 febbraio 2003
Pagina: 1
Autore: Sandro Viola
Titolo: «Lettera a un amico della Palestina»
Su La Repubblica del 25 febbraio 2003, Sandro Viola risponde ad Ibrahim, un amico palestinese, in una lettera completamente farcita di luoghi comuni, storicamente e politicamente falsi. Non potendo commentare ogni singola parola perché intrisa di falsità manifesta, reputiamo necessario analizzare la lettera almeno in modo sommario, paragrafo per paragrafo:

Sandro Viola e i mass media:

"…le incursioni dell’esercito israeliano a Gaza e in Cisgiordania, le vostre vittime (quarantacinque nell’ultima settimana), tutto questo è pressochè sparito dai media europei"
Assolutamente falso: delle vittime palestinesi si continua a parlare, poco o tanto ma se ne parla, tenendo addirittura un conto dettagliato con tanto di generalità, età e provenienza, al contrario delle vittime israeliane che rimangono quasi sempre anonime. E molto spesso,le notizie dei fatti vengono completamente stravolte e distorte dei palestinesi, dei kamikaze e di Arafat.

Viola e la tregua di Arafat:

Il giornalista si scandalizza perché la tregua "unilaterale" di un anno annunciata da Arafat non fa "notizia". Non perché è stata imposta una durata limitata ad un anno, non perchè è unilaterale ma solo perché quest’annuncio non è stato pubblicato dai media! Solo per questo.
Israele non vuole una tregua (addirittura di SOLO un anno.. ma dopo?) bensì una pace vera e propria, frutto di negoziati e trattative che ovviamente Arafat non si sogna di riprendere con la controparte.
Una perplessità: se davvero Arafat dice di non riuscire a fermare il terrorismo, visto che non c’entra, perché ora annuncia una tregua?

Viola e la guerra all’Irak:
Il giornalista vede la guerra come

"copertura ad altre drastiche misure di repressione nei vostri confronti"
Non esistono commenti per una frase del genere.

Viola e la Palestina:

"l’errore capitale di aver lasciato intendere con due anni di barbarie terroristica due anni d’oltrazismi che a poco a poco hanno sbiadito sinanchè l’oltranzismo israeliano- che ciò cui mirate non sono più i "due Stati", il vostro e lo Stato ebraico, bensì una Palestina senza Israele."

Viola ammette sì l’errore ma a metà, perché non si tratta di un errore: è premeditato, del tutto intenzionale. O, se vogliamo dirla in altri termini: un errore commesso in malafede. Si sa che non sono errori quelli ripetuti all'infinito. Per Viola è uno di quegli "errori" che hanno contribuito a svalutare la posizione palestinese agli occhi dei dei media europei, eppure ancora non si rende conto che delle vittime palestinesi del "cattivo Sharon" si continua a parlare, lasciando nell'ombra quelle israeliane.

Viola e il terrorismo:
il giornalista chiama i terroristi "fondamentalisti di Hamas e della Jihad" mentre più che fondamentalisti (od estremisti) sono dei veri e propri terroristi. Certo, li condanna (a parole e non è l’unico..), dà a loro la colpa se con gli attentati suicidi, anziché vittime come avrebbero dovuto essere per compiacere i media, si trasformano in carnefici (eppure per molti giornali rimangono sempre delle vittime, anche se colpevoli), MA non si in merito a delle vittime squarciate e fatte saltate in aria dai suoi "militanti".

Viola e gli USA:

"…il governo degli Stati Uniti tace infatti da otto lunghi mesi: da quel giugno 2002 in cui Bush annunciò il piano in tre fasi che avrebbe dovuto portare alla fondazione d’uno Stato palestinese"
Insomma, lo accusa di non aver mantenuto la promessa. Ma non lo sa Viola che ad Arafat è stato offerto di tutto e che tutto è stato respinto dal medesimo?
Bisogna anche considerare che Bush è arrivato dopo le trattative di Camp David, dopo il rifiuto di Arafat a delle concessioni territoriali in cambio della pace da Barak, dopo negoziati con Peres e Rabin, eccetera. Detto questo non è molto sensato puntare il dito sugli Usa, se è stato proprio Arafat a compromettere tutto ciò che avrebbe potuto diventare uno Stato Palestinese (di fianco allo stato d’Israele, non ad esclusione di esso!).

Viola e Ariel Sharon
A detta del giornalista, Sharon non vuole far altro che "reprimere i palestinesi", Sharon che:

"ha demolito una per una le istituzioni e le infrastrutture dell’embrione di Stato palestinese uscito dagli accordi di Oslo".
Viola sta facendo una grossolana e grave confusione fra la demolizione di uno stato palestinese che deve ancora nascere e le operazioni di smantellamento e, sì, di distruzione, ma del terrorismo che ormai si è radicato nei territori. Lo dipinge come un criminale, mentre tende a giustificare tutte le "doppiezze, l’irresolutezza, i trucchi di Arafat".
Ma più di tutta lettera, è sconvolgente leggere che Israele voglia "reprimere i palestinesi" o "espellere in Giordania quanti più palestinesi possibile".

Un’Israele che si impegna nel sventare centinaia di attentati terroristici, che cerca di difendersi, che chiede la pace, che non può andare tranquillamente a bere un caffè in un bar per paura di farsi saltare in aria, che perde i suoi cari a causa dell’odio palestinese (sì, perché è proprio l’odio a causare tutto questo), che spesso fa volentieri concessioni territoriali in cambio della pace, che vuole vivere..non ha mai ha desiderato la soppressione dei palestinesi. Anzi accade esattamente il contrario.

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