venerdi 19 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






La Repubblica Rassegna Stampa
19.08.2022 L'Ucraina e il nodo nucleare
Cronaca di Brunella Giovara

Testata: La Repubblica
Data: 19 agosto 2022
Pagina: 2
Autore: Brunella Giovara
Titolo: «Dopo il grano, la centrale nucleare. Erdogan cerca l’intesa su Zaporizhzhia»
Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 19/08/2022, a pag.2, con il titolo "Dopo il grano, la centrale nucleare. Erdogan cerca l’intesa su Zaporizhzhia", l'analisi di Brunella Giovara.

Russia's ambitions, Ukraine's resistance, and the West's response

Nessuna trattativa all’orizzonte, la guerra andrà avanti fino a quando i russi non se ne andranno. Così l’incontro trilaterale che si è svolto ieri a Leopoli è finito in un niente. Irremovibile il presidente ucraino Zelensky: «I negoziati con la Russia sono possibili solo se le truppe russe lasciano il territorio ucraino occupato illegalmente», e quindi la Crimea, il Donbass, e la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Pessimista il segretario generale Onu, Antonio Guterres. Il suo portavoce Farhan Haq ha riferito che «ha discusso gli sforzi per portare avanti la causa della pace, ma siamo ancora molto lontani dal momento in cui si potranno discutere gli sforzi per una completa cessazione delle ostilità». L’unico che può dirsi soddisfatto è il presidente turco Erdogan, che ha incassato una ulteriore conferma del ruolo di mediatore che ha assunto nell’ultimo periodo, oltre alla garanzia dei futuri appalti della ricostruzione in Ucraina. E un giorno ci sarà sì da ricostruirequesto Paese, ma nel frattempo gli scontri e i bombardamenti continuano.

https://static.lexpress.fr/medias_12427/w_640,h_358,c_fill,g_center/v1660845860/erdogan-zelensky-guterres_6363066.jpg
Erdogan con Zelensky e Guterres

Eppure, ieri sembrava quasi che si fosse aperto un qualche spiraglio, quando la Cnn Turk ha diffuso la notizia (citando fonti russe) di un’apertura alla trattativa da parte dello stesso Putin. Che sarebbe stato disposto a incontrare Zelensky, magari proprio in Turchia. La disponibilità a un tavolo sarebbe stata fatta durante il vertice Putin-Erdogan dello scorso 5 agosto a Sochi. Le informazioni erano molto positive: «I leader possono discutere e determinare una tabella di marcia», «le delegazioni possono iniziare a lavorare per metterla in pratica». Ma niente di tutto questo ipotetico e roseo programma sarà attuabile nel breve periodo. A partire dal nodo della centrale nuclearedi Enerhodar, che allarma il mondo intero. Antonio Guterres ha detto che «qualsiasi danno a Zaporizhzhia è un suici dio», e che «è urgente un accordo per ristabilire la centrale come infrastruttura puramente civile e per garantire la sicurezza dell’area», (un’area enorme, che è tutta l’Europa). Significa che bisogna demilitarizzarla, che i russi devono andarsene. Ma i russi non intendono uscire dall’enorme impianto sulle rive del Dniepr, econtinuano ad accusare gli ucraini di bombardare la centrale. D’altra parte, loro continuano a sparare dal perimetro di Enerhodar sulle città e i paesi a tiro. Ieri hanno anche annunciato di aver evacuato la struttura di tutti i suoi dipendenti, eccetto il personale indispensabile al funzionamento e alla sicurezza. Ma è difficile capire se è davvero andata così, e quale sia il livello di sicurezza garantito. Anche Erdogan è preoccupato per la situazione e dopo aver rassicurato di «essere dalla parte dell’Ucraina », ha dichiarato che «non vogliamo una nuova Chernobyl». La Turchia «continuerà a cercare una soluzione politica per porre fine al conflitto, rimanendo sempre al fianco dei nostri amici ucraini», ai quali finora ha inviato «98 Tir di aiuti, e ospitato 325mila profughi, e 1099 orfani». Poi Erdogan riferirà a Putin l’esito dei colloqui, cioè le condizioni di Zelensky, che nel consueto discorso serale alla nazione ha detto che «dobbiamo solo pensare a come vincere. Sul campo di battaglia, sul fronte politico, economico. Dobbiamo credere in noi stessi, aiutarci e proteggere gli interessi dell’Ucraina, perché sappiamo che ci sarà la pace».

Per inviare a Repubblica la propria opinione, telefonare: 06/ 49821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


rubrica.lettere@repubblica.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT