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La Repubblica Rassegna Stampa
15.08.2022 Zaporizhzhia, doppio ricatto tra centrale militarizzata e civili usati come scudi umani
Commento di Brunella Giovara

Testata: La Repubblica
Data: 15 agosto 2022
Pagina: 16
Autore: Brunella Giovara
Titolo: «Zaporizhzhia, doppio ricatto tra centrale militarizzata e civili usati come scudi umani»
Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 15/08/2022, a pag.16, con il titolo "Zaporizhzhia, doppio ricatto tra centrale militarizzata e civili usati come scudi umani", l'analisi di Brunella Giovara.

Russia's ambitions, Ukraine's resistance, and the West's response

La strategia della tensione russa è così elementare ed efficace, che è quasi geniale, seppure diabolica. Sparare con i mortai dall’interno della centrale di Zaporizhzhia, e vedere l’effetto che fa. Tutto il mondo teme l’incidente nucleare, che partendo dal gigantesco impianto di Enerhodar (il più potente d’Europa), investirebbe con una nube radioattiva tutta l’Europa, e forse anche più in là. Quindi, loro sparano. A ogni sparo, il mondo fa un salto sulla sedia, e partono i comunicati di condanna, l’Onu, l’Aiea, Energoatom e il presidente Zelensky, e l’Occidente spaventato dalle conseguenze di un fuoco che può incendiare il mondo. A ogni sparo, il terrore della contaminazione radioattiva spinge migliaia di persone che vivono in quell’area a scappare, e si creano nuove masse di profughi disperati. Non solo i missili, sulle loro teste, ma anche questo terrore, e peggio non c’è. Alla nuova frontiera russa-ucraina di Vasylivka-Kamianske, c’è da aspettare anche 30 ore, per riuscire a raggiungere almeno Zaporizhzhia dai territori occupati in cui si trova la centrale, che ormai è una base russa inespugnabile. L’esercito ucraino è schierato sull’altra sponda del Dnieper, ma può solo guardare le torri e i reattori, e contare i colpi di mortaio che partono da lì per raggiungere non loro ma le città alle loro spalle. Nikopol, ad esempio, che è semidistrutta, e altri centri più piccoli, quasi tutti evacuati, in cui ci sono morti e feriti ogni giorno che passa. Dopo le ultime esplosioni, il sindaco Orlov ha chiesto a tutti di restare in casa a finestre chiuse, ma gli abitanti di Enerhodar e dintorni sono ormai pochi. Centinaia di auto, pullman e furgoni hanno intasato la via di fuga. Restano i 10mila dipendenti, tra tecnici, operai, ingegneri, veri schiavi, veri scudi umani. Hanno mandato via le famiglie, che orapremono sulla frontiera. Ma i russi se la prendono comoda, e lasciano cuocere al sole bambini, anziani, donne e uomini stremati dalla sete. Nessuno può intervenire in loro aiuto, ci vorrebbero degli elicotteri per evacuare i più deboli, ma questo è impossibile. Solo i russi potrebbero fare qualcosa, ma non lo fanno. I controlli estenuanti dei documenti e dei mezzi di trasporto durano ore, e la coda che si è creata, lunga chilometri, va a creare una efficace barriera difensiva a favore degli occupanti. Chi mai oserà sparare un solo colpo in quella direzione, rischiando di colpire i civili indifesi? È un doppio ricatto, e questo di farsi scudo è il più ignobile. Ma sono tutte parole inutili, gli ordini da Mosca sono di tenere la posizione Enerhodar, che oltre ad essere molto comoda, permette di tenere in pugno il resto del mondo, mica solo l’Ucraina. Quindi, un colpo o due al giorno, per sempre.

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