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La Repubblica Rassegna Stampa
06.07.2022 Gli Himars arma per la liberazione
Cronaca di Daniele Raineri

Testata: La Repubblica
Data: 06 luglio 2022
Pagina: 4
Autore: Daniele Raineri
Titolo: «Ma ora Kiev spera negli Himars: 'Sono l’arma della liberazione'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 06/07/2022, a pag. 4, con il titolo "Ma ora Kiev spera negli Himars: 'Sono l’arma della liberazione' " l'analisi di Daniele Raineri.

Festival Internazionale del Giornalismo
Daniele Raineri

M142 Himars - Wikipedia

In teoria la base aerea dei russi nella città occupata di Melitopol, nel Sud dell’Ucraina, è troppo distante dalla linea del fronte per essere colpita dai nuovi lanciarazzi mobili consegnati dagli americani ai soldati ucraini due settimane fa. Settantaquattro chilometri, contro i settanta dichiarati dalle schede tecniche. In pratica la capacità si è dimostrata superiore. La notte del 3 luglio gli ucraini hanno bombardato una trentina di bersagli dentro e attorno alla base di Melitopol: le piste per gli aerei, gli elicotteri, i depositi dei rifornimenti, le caserme dove dormivano i russi e anche la linea della ferrovia. I civili ucraini si sono svegliati e hanno cominciato a girare video delle esplosioni lontane: l’onda d’urto fa scattare gli allarmi antifurto delle macchine, ma i colpi continuano a illuminare gli stessi punti e non cadono a caso sulla città. I russi non hanno dichiarato nulla, le voci che circolano parlano di duecento soldati morti ma non sono verificate, l’unico elemento certo sono le colonne di fumo nero che molte ore dopo si alzavano dai punti colpiti – segno che grosse quantità di carburante stavano ancora bruciando. Il bombardamento di Melitopol per ora è il culmine della guerra degli Himars, i lanciarazzi moderni che l’Amministrazione Biden per mesi ha rifiutato di consegnare agli ucraini, fino a quando a maggio ha cambiato idea davanti alla sproporzione di forze fra russi e ucraini nella battaglia del Donbass. A giugno una sessantina di soldati ucraini sono andati in Europa per essere addestrati in meno di un mese, «tutti molto giovani – dice una fonte militare ucraina aRepubblica – anche diciottenni perché i giovani assorbono meglio la conoscenza. Sono più a loro agio con il digitale e le nuove tecnologie e riescono ad apprendere più rapidamente. E poi saranno in grado di creare un’abitudine all’aggiornamento. Sono armi che resteranno con noi per molto tempo». Sulla spalla i giovani specialisti portano il simbolo del crotalo che non si fa calpestare – “Don’t tread on me ”,che per coincidenza è lo stesso che si vede nelle manifestazioni trumpiane negli Stati Uniti. Gli Himars americani hanno le due qualità che gli ucraini desideravano. La prima è la distanza di tiro: possono colpire i depositi di munizioni e di carburante che fino a ieri irussi avevano posizionato con comodo nelle retrovie perché credevano che così sarebbero stati al sicuro. È come se la mappa della guerra fosse cambiata di colpo, non c’è più salvezza nella profondità. Intere regioni prima inaccessibili ora sono sotto tiro. Persino la ferrovia che da Nord scende verso il Donbass nell’Est del Paese, che è la linea di rifornimento preferita dai russi, ora è esposta. La seconda è la precisione, che però costa 155mila dollari a razzo: «Colpisce con uno scarto di nove metri – dice lafonte militare – quindi in pratica fa sempre centro. Per noi questa è invece l’arma della liberazione, che useremo in modo massiccio per riprenderci le città occupate dai russi. Finora i soldati ucraini sono stati bloccati dalla paura di colpire i civili nelle zone occupate, per evitare errori sparavano soltanto quando sapevano che tutta la traiettoria di tiro era libera – e quindi non passava per centri abitati. Con la precisione degli Himars guidati dal satellite cambia tutto. I russi invece usano lanciarazzi costruiti al tempo dell’Unione Sovietica che hanno un margine di errore di centocinquanta metri, tanto se ne fregano». I lanciarazzi americani sono arrivati in Ucraina il 23 giugno e da allora ogni giorno ci sono decine di segnalazioni al giorno di esplosioni e bombardamenti in basi russe che in quattro mesi non erano mai state toccate dalla guerra. Gli ucraini per ora hanno scelto di colpire soprattutto i depositi di munizioni dell’artiglieria russa, secondo un ragionamento ovvio: meno munizioni hanno i russi, meno bombardano. Per ora hanno soltanto quattro Himars, ma danno l’illusione di essere ubiqui perché continuano a spostarsi lungo il fronte e colpiscono nello stesso giorno a centinaia di chilometri di distanza. Snizhne, 60 chilometri dietro al fronte di Donetsk. Zymohiria, a 48 chilometri dal fronte di Lugansk. Dibrivne, nel nord vicino a Kharkiv. Melitopol nel Sud. Lo scopo è non farsi trovare e distruggere dai russi. «Non è vero che gli americani non ci danno razzi capaci di colpire più lontano per ragioni politiche, perché temono che li useremo sulle città russe. In realtà stanno studiando quello che stiamo facendo, come se fosse un gigantesco test e quindi hanno cominciato dal livello base», dice la fonte militare aRepubblica .Entro la fine del mese da quattro potrebbero diventare venti, perché ne arriveranno da Regno Unito, Germania e Norvegia. «Ce ne vorrebbero trecento, anche per il futuro, così la Russia se ne starebbe lontana».

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