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La Repubblica Rassegna Stampa
14.06.2022 Zelensky e l'Unione Europea
Cronaca di Claudio Tito

Testata: La Repubblica
Data: 14 giugno 2022
Pagina: 23
Autore: Claudio Tito
Titolo: «E il premier anticiperà a Zelensky il via libera alla candidatura Ue»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 14/06/2022, a pag. 23, con il titolo "E il premier anticiperà a Zelensky il via libera alla candidatura Ue" la cronaca di Claudio Tito.


La Commissione europea darà l’ok allo “status” di candidato ad entrare nell’Ue per l’Ucraina. Questo primo passaggio formale - salvo imprevisti - si consumerà venerdì. Ma l’iter definitivo è ancora lungo. L’esecutivo Von der Leyen considera però fondamentale lanciare soprattutto un messaggio positivo verso Kiev. Non è un caso che il giorno prima, ossia giovedì, Draghi Macron e Scholz voleranno nella capitale ucraina per incontrare il presidente Zelensky. In quell’occasione gli anticiperanno la decisione di Bruxelles e gli chiederanno quali possano essere i margini per arrivare ad una tregua con la Russia in tempi brevi. Il percorso da “candidato” amembro effettivo dell’Unione è poi tutta un’altra storia. Intanto bisogna tenere presente che il parere della Commissione dovrà essere accolto dal Consiglio europeo. Anche in questo caso serve l’unanimità. E molti sospettano che pure su questo punto l’ungherese Orbàn possa tirare il freno a mano. Non solo. I dubbi sull’ingresso di Kiev non sono mai stati nascosti dalla Francia e dalla Germania. Che sono sì pronti ad accettare la candidatura ma di certo non la vera e propria adesione.

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Emmanuel Macron

Lo stesso parere della Commissione presenterà una serie di richieste che faranno capire quanto la procedura non sarà affatto semplice. Basti pensare che fino a poche settimane fa il Cancelliere tedesco Scholz non nascondeva tutta la sua contrarietà. Che adesso si è sensibilmente ridotta. Per due motivi. Il primo si è consumato una quarantina di giorni fa quando il leader all’opposizione della Cdu, Friederich Merz, è andato a Kiev ed è riuscito a ricucire lo strappo tra Zelensky e il presidente tedesco Steinmeier. Un dissidio che il Cancelliere non aveva gradito ma che poi ha superato per non farsi superare dal suo avversario. Il secondo riguarda proprio i tempi lunghi dell’adesione. Tanto che in vista del prossimo Consiglio europeo del 23 giugno è in discussione l’idea di accettare lo “status” di candidato associandolo a una specie di “Modello Bosnia”. Ossia vincolare la “promozione” ad una sorta di accordo simile a quellosiglato con la Bosnia nel 2007: Accordo di Stabilizzazione e Associazione con l’Ue. In quel caso si trattava di un Trattato che anticipava la richiesta di adesione. In questo caso sarebbe successivo ma porrebbe una serie di paletti prima che l’Unione prenda in considerazione la possibilità che Kiev diventi il ventottesimo membro dell’Ue. E uno dei requisiti indicati, presente nei Trattati, è quello dell’unità del Paese. Circostanza che al momento l’Ucraina non può garantire. Ed è per questo che nella missione del “triangolo” Roma-Parigi-Berlino, uno degli interrogativi riguarderà proprio le chance da assegnare al processo di pace e quindi alla ricomposizione o composizione territoriale del Paese. Tutte condizioni, dunque, che hanno ammorbidito l’iniziale ostilità di Parigi e Berlino. Una diffidenza che aveva e ha radici economiche (l’Ucraina è uno Stato con 40 milioni di abitanti potenzialmente da aiutare) e politiche (non esasperare lo scontro con Putin). Il discorso - non dissimile - riguarderà anche la Moldavia e la Georgia. Entrambe le nazioni stanno subendo pressioni aggressive da parte di Mosca. E domani il Cremlino ospiterà colloqui su un referendum da tenere nella Ossezia del sud, regione georgiana, su un ingresso proprio nella Federazione russa.

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