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La Repubblica Rassegna Stampa
16.02.2022 Le opere di Charlotte Salomon in mostra a Firenze
Cronaca di Elisabetta Berti

Testata: La Repubblica
Data: 16 febbraio 2022
Pagina: 10
Autore: Elisabetta Berti
Titolo: «Vita o teatro, il testamento di Charlotte»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA - Firenze di oggi, 16/02/2022, a pag.10, con il titolo "Vita o teatro, il testamento di Charlotte", la cronaca di Elisabetta Berti.

Ideerranti – Associazione Culturale

Charlotte Salomon dipinge guardando il mare. Accoccolata, vestita solo di un costume da bagno, di fronte all'immensità del blu, e della vita. Si era dipinta così la pittrice ebrea berlinese, morta giovanissima nel 1943 in un campo di concentramento, dopo un'adolescenza costellata di lutti e dolori. La uccisero subito dopo essere arrivata ad Auschwitz. Era incinta di pochi mesi. In quello stesso dipinto, che lei aveva realizzato in Costa Azzurra dove si era rifugiata dai nonni materni per scappare dalle persecuzioni, sulla sua schiena si legge una scritta a caratteri cubitali: "Leben? Oder theater?", "Vita? O teatro?". È l'interrogativo shakespeariano con cui la giovane artista chiude il suo capolavoro di arte totale, un libro d'artista, un'autobiografia disegnata composta da un fiume di parole ed immagini: racconti, scritte, citazioni, ma anche riferimenti musicali che indicano l'ideale accompagnamento al racconto, intervallati a oltre mille gouaches, le coloratissime tavole a tempera con cui rappresentò i momenti salienti della sua vita personale e familiare e gli avvenimenti della Storia di cui è stata testimone, la presa del potere dei nazionalsocialisti, le manifestazioni contro gli ebrei, la fuga dalla Germania.

Charlotte Salomon, l'artista uccisa dalla Shoah | Artemisia

Un'opera monumentale e modernissima per l'epoca, intitolata appunto "Leben? Oder theater? Ein singspiel", ossia una recita musicata e cantata. Conservato dagli anni Settanta al museo ebraico di Amsterdam, Vita? O teatro? è stato pubblicato per la prima volta nella sua versione integrale in Francia nel 2015 con un progetto editoriale monstre che finalmente restituiva nella sua interezza il progetto artistico della Salomon, arrivato poi in Italia nel 2019 grazie a Castelvecchi.

GIORNO DELLA MEMORIA.

Ne parleranno lo storico dell'arte Tomaso Montanari e l'autrice per l'infanzia Lilith Moscon domani alla sala Vanni (p.zza del Carmine 14, ore 18) in un incontro organizzato dall'associazione culturale Ideerranti, impegnato sui temi della memoria, e dalla libreria Libraccio. Nata a Berlino nel 1917, Charlotte apparteneva ad una famiglia benestante e colta. Suo padre era un medico, la madre una pianista amatoriale. La musica era di casa. Era stata l'ultima studentessa ebrea all'Accademia di belle arti di Berlino, prima di venire cacciata ed essere spedita al riparo a Villefranche sur mer, vicino Nizza. E qui che assistette al suicidio della nonna, gettata dalla finestra, ed è qui che il nonno, con cui ebbe un rapporto controverso, le rivelò che non si trattava del primo suicidio in famiglia: anche sua madre, morta quando aveva 9 anni, si era suicidata, così come la zia materna ed altri quattro familiari. Un male oscuro che combatté con la pittura nei due anni che precedettero la sua morte, dal `40 al `42. Lo racconta nel suo libro, strutturato come uno storyboard cinematografico, dove i personaggi sono reali ma indicati con pseudonimi, e lei parla di sé in terza persona. Tagli fotografici, scene cronologicamente consecutive nello stesso spazio, testi a fumetto. Le sue pagine ricordano i codici miniati, il primitivismo medievale, ma fanno pensare alle graphic novel. Nell'operetta della Salomon ci sono la commedia e la tragedia, il privato e il pubblico, in uno stile che evoca Chagall, l'espressionismo, i fauve. Quando scomparve nelle camere a gas aveva solo 26 anni.

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