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La Repubblica Rassegna Stampa
16.02.2022 Svolta in Medio Oriente: accordo Turchia-Emirati
Cronaca di Gabriella Colarusso

Testata: La Repubblica
Data: 16 febbraio 2022
Pagina: 16
Autore: Gabriella Colarusso
Titolo: «La svolta di Erdogan: 'Accordi del disgelo tra Emirati e Turchia'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 16/02/2022, a pag.16, con il titolo "La svolta di Erdogan: 'Accordi del disgelo tra Emirati e Turchia' ", la cronaca di Gabriella Colarusso.

Gabriella Colarusso (@gabriella_roux) | Twitter
Gabriella Colarusso

Turkey, UAE accelerate reconciliation process - Turkey News
Erdogan con Mohammed Bin Zayed

Il rosso della bandiera turca illumina il grattacielo Burj Khalifa, simbolo delle ambizioni commerciali e tecnologiche di Dubai, sventola sui palazzi e nei cieli degli Emirati mentre il primo ministro Mohammed bin Rashid Al Maktoum accoglie il presidente Erdogan nel sito dell’Esposizione Universale con gli onori riservati a un capo di Stato “amico”. È la stagione del disgelo tra due storici rivali del Medio Oriente, gli Emirati e la Turchia, che segue le tracce di nuove alleanze disegnate dagli accordi di Abramo tra Israele e Emirati, Marocco, Bahrein e Sudan; dalla rimozione dell’embargo al Qatar, alleato di Ankara; e dall’uscita degli americani dall’Afghanistan.

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Abu Dhabi

Lunedì Erdogan è volato ad Abu Dhabi dove ha incontrato Mohammed Bin Zayed ricambiando la visita che il principe erede al trono aveva fatto ad Ankara a novembre. Per quasi dieci anni i due leader si sono mossi sui fronti opposti del conflitto scaturito dalle primavere arabe, con Erdogan impegnato a sostenere i Fratelli Musulmani in Egitto, in Libia, e Mohammed Bin Zayed deciso a contrastare l’avanzata dell’Islam politico considerato una minaccia per la stabilità interna delle monarche del Golfo. Il parziale disimpegno americano dalla regione, dettato dalla volontà di concentrare risorse e mezzi nell’Indopacifico, e il negoziato tra Washington e Teheran hanno spinto gli Emirati a un dialogo pragmatico con avversari come la Turchia e l’Iran. La crisi economica turca consiglia invece a Erdogan moderazione e aperture per cercare nuovi investimenti. Con Abu Dhabi il presidente turco ha siglato 13 accordi di cooperazione, che dovrebbero avviare negoziati anche su una più ampia intesa di libero scambio tra i due Paesi. L’obiettivo, secondo fonti emiratine, è passare dagli attuali 13,7 miliardi di dollari di scambi commerciali nel 2021 a 30 miliardi in cinque anni: tecnologia, agroalimentare, clima, sanità, energia, ma anche logistica e difesa. Gli Emirati sono interessati ai porti e agli scali intermodali turchi come via di accesso all’Asia. La Turchia ha bisogno di moneta: a novembre gli Emirati hanno annunciato l’istituzione di un fondo da 10 miliardi di dollari per sostenere investimenti strategici nel Paese e hanno chiuso un accordo da 5 miliardi di dollari per lo scambio di valute con Ankara, dando un po’ di respiro alla Banca centrale turca che ha dovuto mettere mano alle riserve in valuta estera per contenere la caduta della lira.

Erdogan e Bin Zayed hanno discusso anche di una possibile collaborazione nel settore della Difesa, che segnerebbe una svolta importante dopo che milizie e gruppi armati finanziati dai due Paesi si sono affrontati in diverse zone di conflitto, a cominciare dalla Libia, dove il governo di accordo nazionale di Tripoli sostenuto dalla Turchia ha infine avuto la meglio sulle truppe del generale della Cirenaica, Khalifa Haftar, appoggiato dagli Emirati. È presto per dire se l’incontro di Abu Dhabi avrà conseguenze anche sulla difficile transizione libica, certo segna un cambio di prospettiva che Ankara aveva anticipato già nei rapporti con l’Egitto, altro sponsor di Haftar. Ad aprile dello scorso anno, la stretta decisa da Erdogan su alcuni canali televisivi basati a Istanbul e legati ai Fratelli Musulmani è servita a rilanciare la ripresa dei rapporti con il Cairo e ha spinto al Sisi ad alcune aperture nei confronti della Turchia sulle esplorazioni di gas nel Mar Mediterraneo. Ma i movimenti turchi non riguardano solo il mondo arabo. Negli ultimi mesi Erdogan ha lavorato per riallacciare i rapporti con Israele: una delegazione turca è in arrivo a Gerusalemme per preparare la vista ad Ankara, a marzo, del presidente Yitzhak Herzog, in questi giorni protagonista di un’altra storica visita, primo capo di Stato israeliano nel Bahrein.

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