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La Repubblica Rassegna Stampa
28.06.2021 Polonia: 'Niente risarcimenti alle vittime della Shoah'. Crisi diplomatica con Israele
Commento di Sharon Nizza

Testata: La Repubblica
Data: 28 giugno 2021
Pagina: 17
Autore: Sharon Nizza
Titolo: «Lite sui risarcimenti della Shoah. La Polonia taglia, Israele protesta»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 28/06/2021, a pag. 17, l'articolo di Sharon Nizza dal titolo "Lite sui risarcimenti della Shoah. La Polonia taglia, Israele protesta".

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Sharon Nizza

Deputy Minister Paweł Jabłoński on Polish-Japanese cooperation at  Polish-Asia Zbliżenia 2021 Forum - Ministry of Foreign Affairs Republic of  Poland - Gov.pl website
Pawel Jablonsky

Rischio di crisi diplomatica tra Israele e Polonia sul controverso disegno di legge in discussione a Varsavia volto a limitare le richieste di risarcimento dei beni confiscati durante e dopo la Seconda guerra mondiale. La legge, passata la settimana scorsa dalla camera bassa del parlamento polacco e diretta ora al senato, fissa un limite di 30 anni per presentare richieste di indennizzi, con attuazione retroattiva. Secondo Gideon Taylor, presidente dell’Organizzazione mondiale ebraica per la restituzione, la legge comprometterebbe circa il 90% delle rivendicazioni ebraiche in corso. «Una vergogna», l’ha definita il ministro degli Esteri israeliano Yair Lapid in un tweet giovedì. «Una legge immorale che rischia di danneggiare le relazioni bilaterali. Nessuna legge cambierà la storia ». Concetti ribaditi da Alon Bar, il capo del dipartimento politico del ministero degli Esteri, che ieri ha convocato l’ambasciatore polacco in Israele dopo che a Varsavia hanno tuonato contro le dichiarazioni di Lapid. Il viceministro degli Esteri, Pawel Jablonski ha accusato il capo della diplomazia israeliana di «profonda ignoranza dei fatti».

Poland's Holocaust Law: What You Need To Know | Time

«Posso solo dire che finché sarò premier, la Polonia sicuramente non pagherà per i crimini tedeschi. Non uno sloty, non un euro, non un dollaro», era stata la reazione del primo ministro Mateusz Morawiecki. A cui Lapid, poco dopo essere atterrato ieri a Roma per incontrare Blinken, ha risposto: «Non ci interessano i soldi polacchi e solo accennarlo è antisemitismo. Noi ci battiamo per la memoria delle vittime della Shoah e non permetteremo a nessun parlamento di emanare leggi volte a negare l’Olocausto». Anche gli Stati Uniti hanno auspicato, tramite il portavoce del dipartimento di Stato Ned Price, lo stop dell’iter legislativo. Il presidente del World Jewish Congress, Ronald Lauder, ha detto che la legge è «uno schiaffo in faccia a ciò che resta dell’ebraismo polacco e ai sopravvissuti delle brutalità naziste ». I polacchi riferiscono che la normativa dà attuazione a una sentenza del Tribunale costituzionale del 2015 che ha stabilito di fissare un termine oltre il quale decisioni amministrative errate non possono più essere impugnate. La Polonia non ha mai approvato una legge comprensiva sulla restituzione dei beni espropriati agli ebrei durante l’occupazione nazista, in seguito confiscati e nazionalizzati dal regime comunista. Solo nel 1989 sono iniziate le prime cause avviate dalle vittime di espropriazioni — ebrei e non — con iter estremamente lunghi e burocratici a causa dell’assenza di una legge ad hoc. Venerdì 70 lapidi sono state distrutte nel cimitero ebraico nella città di Bielsko-Biala, nel sud della Polonia. Il rabbino capo della Polonia, Michael Schudrich, citato da Jerusalem Post ha connesso l’episodio antisemita con le tensioni. «Quando i politici usano un linguaggio pieno d’odio, non sorprende che succedano questo genere di cose».

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