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La Repubblica Rassegna Stampa
19.11.2020 Mike Pompeo in Medio Oriente: incontro con Bahrein e Israele
Commento di Sharon Nizza

Testata: La Repubblica
Data: 19 novembre 2020
Pagina: 1
Autore: Sharon Nizza
Titolo: «Trilaterale Usa-Israele-Bahrein: l'ultimo tour mediorientale di Mike Pompeo»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA online, con il titolo "Trilaterale Usa-Israele-Bahrein: l'ultimo tour mediorientale di Mike Pompeo", il commento di Sharon Nizza.

A destra: Mike Pompeo con Benjamin Netanyahu

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Sharon Nizza

GERUSALEMME – Il Segretario di Stato Usa Mike Pompeo è atterrato oggi in Israele, per la prima tappa di quello che si prospetta essere l’ultimo tour mediorientale del capo della diplomazia dell’amministrazione uscente. Dopo tre giorni in Israele, Pompeo viaggerà negli Emirati Arabi Uniti, in Qatar e in Arabia Saudita. La sua visita –la terza in meno di sei mesi nello Stato ebraico –ha coinciso oggi con l’arrivo a Gerusalemme della prima delegazione di Stato del Bahrein, guidata dal ministro degli Esteri Abdullatif bin Rashid Al Zayani. Insieme a Netanyahu hanno tenuto un incontro trilaterale a porte chiuse e una conferenza stampa congiunta. Al Zayani ha incontrato anche il suo omologo israeliano Gabi Ashkenazi, che ha accettato l’invito a partecipare al “Manama Dialogue”, un summit di ministri degli Esteri della regione che si terrà il 4 dicembre, diventando così la prima autorità israeliana a effettuare una visita ufficiale in uno Stato del Golfo. I ministri hanno anche firmato dei protocolli relativi all’imminente scambio di ambasciatori, all’apertura delle procedure di visto dal 1° dicembre e all’avvio di linee aeree dirette –sono previsti 14 voli settimanali tra Tel Aviv e Manama, per i quali l’Arabia Saudita ha concesso l’autorizzazione a sorvolare sopra sul proprio spazio aereo.


La pace in Medio Oriente secondo Dry Bones

“Gli Accordi di Abramo dicono agli attori malvagi come la Repubblica Islamica dell'Iran che sono sempre più isolati e lo saranno per sempre finché non cambieranno direzione", ha detto Pompeo durante la conferenza stampa, sottolineando uno degli aspetti fondamentali della nuova alleanza tra Israele e Paesi arabi sunniti. Gli Stati Uniti, in concertazione con Israele e gli Stati del Golfo, stanno progettando una serie di nuove sanzioni contro l’Iran per ostacolare la strada di Biden verso nuovi negoziati con Teheran che il presidente eletto intende avviare secondo tutti i pronostici. Al Zayani ha ringraziato Netanyahu per l’accoglienza in Israele e ha parlato di una “nuova alba per l’intero Medioriente”, per cui si prospetta una “pace calorosa, di cui beneficeranno i nostri popoli”. Ha anche ricordato come, per completare gli sforzi verso la pace, sia necessario risolvere il conflitto israelo-palestinese, “per cui chiedo alle parti di tornare al tavolo dei negoziati per raggiungere una soluzione praticabile a due Stati”.   Proprio ieri, dopo sei mesi di congelamento, l’Autorità Nazionale Palestinese ha riavviato il coordinamento amministrativo e di sicurezza con Israele, in un gesto volto a creare una posizione dialogante verso l’amministrazione Biden. Il viaggio di Pompeo sembra voler tracciare sul campo le somme della politica mediorientale nei quattro anni di amministrazione Trump. Oltre al simbolico incontro trilaterale a Gerusalemme, che racchiude il risultato ottenuto con l’avvio delle relazioni diplomatiche, in meno di due mesi, tra Israele e tre Paesi arabi sotto l’egida americana, Pompeo domani dovrebbe effettuare alcune visite altamente significative: alla cantina di vini di Psagot, un insediamento nel cuore della Cisgiordania, al sito battesimale Qasr El Yahud sulle rive del Giordano (nell’area C dei Territori Palestinesi) e sulle Alture del Golan. Si tratterebbe della prima visita di un membro di gabinetto americano negli insediamenti ebraici, facendo eco a due decisioni prese l’anno scorso dall’amministrazione Trump: la dichiarazione secondo cui per gli Usa gli insediamenti “non sono più illegali” e il riconoscimento della sovranità israeliana sulle Alture del Golan. Oggi si è tenuta una manifestazione da parte di palestinesi residenti nelle aree adiacenti all’insediamento per condannare la decisione di Pompeo. La visita, che viene definita “privata”, non è tuttavia stata confermata da nessun portavoce ufficiale dell’amministrazione Usa.

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