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La Repubblica Rassegna Stampa
18.11.2020 Anp-Israele, nuove prove di dialogo?
Commento di Sharon Nizza

Testata: La Repubblica
Data: 18 novembre 2020
Pagina: 1
Autore: Sharon Nizza
Titolo: «Medio Oriente, palestinesi pronti a riprendere i rapporti con Israele»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA online, con il titolo "Medio Oriente, palestinesi pronti a riprendere i rapporti con Israele", il commento di Sharon Nizza.

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Sharon Nizza

حسين الشيخ Hussein Al Sheikh on Twitter:
Hussein al-Sheikh

L’Autorità Nazionale Palestinese (Anp) ha dichiarato questa sera il rinnovo del coordinamento di sicurezza e amministrativo con Israele, interrotto dal 19 maggio scorso. Ad annunciarlo in una nota è stato Hussein al-Sheikh, il ministro palestinese per gli affari civili, che ha affermato che la decisione è stata presa dopo che Israele ha trasmesso all’Anp “un documento in cui si impegna a rispettare gli accordi firmati con l’Anp in passato”. “È il primo documento ufficiale del periodo Netanyahu che ribadisce il rispetto degli accordi. Chi sa leggere la storia, ne capisce l’importanza”, ha detto al-Sheikh in un’intervista alla tv palestinese. “Siamo di fronte a una nuova amministrazione americana. Vogliamo sfruttare la nuova situazione per parlare di un processo politico sotto l’egida internazionale”. “Il riferimento è all’impegno a non procedere con mosse unilaterali di annessione di Territori palestinesi”, ci conferma al telefono Ashraf Al-Ajrami, già ministro per l’Anp. L’annessione era una ipotesi che il premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva a più riprese prospettato dopo la presentazione del “Piano del Secolo” di Trump a gennaio scorso. All’epoca della formazione del nuovo governo israeliano a maggio, uno dei punti dell’accordo tra le fazioni prevedeva la possibilità di presentare al parlamento “a partire dall’1 giugno” una legge che avrebbe esteso la sovranità israeliana su parte dei Territori palestinesi. A fronte della minaccia, il presidente palestinese Abu Mazen aveva annunciato l’immediata interruzione del coordinamento con Israele, che contemplava anche la mancata ricezione delle tasse che Israele riscuote per conto dell’Anp. L’annessione non si è poi di fatto mai concretizzata. Gli Emirati Arabi Uniti – che a metà agosto hanno annunciato l’avvio delle relazioni diplomatiche con Israele, seguiti poi da Bahrein e Sudan – avevano posto a giugno un aut-aut: “O normalizzazione, o annessione”. Netanyahu ha poi continuato a sostenere che l’annessione era solo “sospesa” e non “cancellata”, ma il ripristino dei rapporti con i palestinesi sembra indicare che le cose stanno prendendo ora un altro corso. Il riavvio del tansik, il coordinamento con Israele – che nella difficile situazione economica in cui si trova l’Anp diventava sempre più impellente - era nell’aria da tempo e a Ramallah si attendeva l’elezione di Biden per annunciarlo. “Abu Mazen vuole trasmettere alla nuova amministrazione americana un messaggio chiaro: siamo interessati a tornare al dialogo”, dice a Repubblica Kobi Michael, analista dell’Institute for National Security Studies (Inss). “Inoltre, potrebbe essere un modo di far fallire le trattative per una riconciliazione tra Fatah e Hamas, che Abu Mazen non intende veramente portare avanti, sia per non minacciare la sua posizione come interlocutore palestinese per la comunità internazionale, sia perché nuove elezioni sarebbero estremamente rischiose per Fatah”. Esponenti di Hamas e Fatah proprio in questi giorni si trovano al Cairo per un nuovo round di conversazioni. Ma, da Gaza, Hamas, insieme alla Jihad Islamica, hanno già espresso ferma condanna per la decisione di riavviare il dialogo con Israele, chiedendo che l’Anp “la revochi immediatamente”. Fonti da Ramallah parlano della possibilità che a breve, oltre al ripristino delle questioni burocratiche, vi saranno anche incontri politici di alto livello. Non è da escludersi in primis con il ministro della Sicurezza e premier alternato Benny Gantz, che sottobanco ha avviato contatti con l’establishment della sicurezza palestinese già da mesi. Non a caso, il documento che i palestinesi citano come dimostrazione dell’impegno israeliano ad attenersi agli accordi passati, viene proprio dal Cogat, il dipartimento del ministero della Sicurezza che coordina le attività nei Territori Palestinesi. L’annuncio di oggi avviene alla vigilia di una nuova visita in Israele del segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, che domani terrà a Gerusalemme anche un incontro trilaterale insieme a Netanyhau e al ministro degli Esteri del Bahrein, Abdullatif bin Rashid Al Zayani, che segnerà la prima visita ufficiale in Israele dal Paese del Golfo, dopo la firma degli Accordi di Abramo. Pompeo dovrebbe visitare giovedì anche una vineria nell’insediamento di Psagot, e si tratterebbe della prima visita di un’autorità americana negli insediamenti israeliani, fatto condannato duramente dall’Anp. L’Anp in questi giorni ha fatto sentire la propria voce anche per protestare contro l’avvio della gara di appalto per la costruzione da parte di Israele di 1257 unità abitative in un quartiere ebraico a sud di Gerusalemme, che interromperebbe la continuità territoriale tra i quartieri arabi di Gerusalemme Est e Betlemme. Tuttavia, il rinnovo del dialogo con Israele, e anche la telefonata di 20 minuti avvenuta proprio questa sera tra Netanyahu e Biden per congratularsi con il presidente eletto, indicano che gli occhi sono tutti puntati ormai al 20 gennaio e alla nuova stagione politica che si avvierà in Medioriente con l’insediamento dell’amministrazione Biden.

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