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La Repubblica Rassegna Stampa
02.10.2020 Torna in cattedra la prof. che attaccò Liliana Segre, aperta un'indagine
Cronaca di Valeria Strambi

Testata: La Repubblica
Data: 02 ottobre 2020
Pagina: 2
Autore: Valeria Strambi
Titolo: «In cattedra la prof che attaccò Segre, il ministero avvia un'indagine»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA - Firenze di oggi, 02/10/2020, a pag. 2, con il titolo "In cattedra la prof che attaccò Segre il ministero avvia un'indagine", la cronaca di Valeria Strambi.

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Liliana Segre

Aveva definito, di fronte ai suoi alunni e proprio nella data in cui ricorreva la Giornata della Memoria, la senatrice a vita Liliana Segre "un personaggio in cerca di pubblicità". Ora è tornata a fare lezione a quegli stessi ragazzi, nella classe della scuola media Mazzanti di Firenze dove aveva pronunciato la frase choc. In molti, a cominciare dal sindaco Dario Nardella, avevano invocato severità nei confronti della docente, una punizione esemplare perché venisse dato un segnale forte. Eppure l'ufficio scolastico, dopo aver avviato un iter per decidere se e quale tipo di sanzione infliggere alla prof, ha deciso di reintegrarla pienamente nel proprio ruolo. «La docente era stata sospesa per una frase vergognosa. Perché è stata reintegrata come se nulla fosse? Aspettiamo valide motivazioni» si è affrettato a scrivere su Twitter Nardella appena appresa la notizia. E le reazioni indignate sono arrivate da più parti, tanto da spingere il ministero dell'Istruzione a disporre immediati accertamenti sulla vicenda chiedendo approfondimenti proprio all'ufficio scolastico che, per il momento, non fornisce ulteriori spiegazioni. Un ispettore sarebbe comunque già stato inviato per fare chiarezza. La stessa ministra Lucia Azzolina, all'epoca dei fatti, definì le parole dell'insegnante «gravi e ingiustificabili» auspicando che il gesto «venisse verificato e valutato con la massima attenzione». A rivelare le parole della docente erano stati proprio i suoi studenti, che avevano riferito tutto ai genitori, corsi subito a informare il preside Arnolfo Gengaroli, ora in pensione. La nuova preside, che ha la scuola in reggenza, si è limitata a confermare che l'insegnante è tornata al suo posto e che ha avuto un reintegro totale come se niente fosse successo. Ad alzare la voce sono i genitori, infuriati perché i figli si sono trovati in cattedra la stessa prof che, riferendosi alla Segre, avrebbe anche affermato: «Non vi fate fregare da questi personaggi che cercano solo pubblicità. Anche mio nonno è stato in un campo di concentramento, ma non è certo andato in giro a dirlo a tutti. Ora non dite ai vostri genitori che sono nazista e antisemita». Una scelta sbagliata secondo le famiglie: «Sono deluso che mia figlia segua di nuovo le lezioni di questa signora che riveste un ruolo così importante - afferma un papà -. Mi aspettavo che venissero presi provvedimenti o che, almeno, fosse spostata in un'altra classe o in un altra scuola per "ricominciare" in altro modo. Con i ragazzi non si è scusata e non è mai sembrata pentita di quelle gravi affermazioni». La professoressa, che al telefono appare fortemente provata, preferisce non entrare nel merito della questione: «Sono rimasta male, ma scelgo il silenzio». Sembra che la docente, che ai primi di febbraio si era messa in ferie ed era stata sostituita da una supplente, in realtà avesse già ricominciato da qualche mese a interagire con gli studenti. Durante il lockdown avrebbe fatto le lezioni a distanza e partecipato agli esami di terza media. A invocare una marcia indietro molti esponenti della politica. Gabriele Toccafondi, capogruppo di Italia Viva in Commissione Cultura alla Camera ed ex sottosegretario all'Istruzione non ha dubbi: «Il reintegro di un'insegnante che denigra Liliana Segre è un fatto incompatibile con la missione educativa della scuola: è come dire per insegnare non serve alcun requisito oltre a quello tecnico, ma la scuola è educazione e non solo nozioni. Se facciamo finta di niente, che messaggio diamo ai ragazzi?». Anche per il portavoce nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni non devono esserci sconti: «Mi aspetto che i risultati e le motivazioni di quanto avvenuto siano resi pubblici. Qualcuno dovrà spiegarci perchè chi insulta o ironizza sui deportati della Shoah possa continuare a insegnare».

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