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La Repubblica Rassegna Stampa
30.09.2020 'Fermare il nucleare iraniano': parla Rafael Grossi, nuovo direttore dell’Agenzia Onu per l’Energia Atomica
Lo intervista Vincenzo Nigro

Testata: La Repubblica
Data: 30 settembre 2020
Pagina: 15
Autore: Vincenzo Nigro
Titolo: «Grossi: 'Fermare il nucleare iraniano. Ecco la grande sfida che ci aspetta'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 30/09/2020, a pag.15, con il titolo "Grossi: 'Fermare il nucleare iraniano. Ecco la grande sfida che ci aspetta' ", l'intervista di Vincenzo Nigro.

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Vincenzo Nigro

IAEA: Rafael Mariano Grossi to Assume Office as Director General on 3  December | IAEA
Rafael Grossi

«L’Iran è certamente la sfida più importante per la Aiea. Adesso è come se i nostri ispettori fossero riusciti a riaccendere la luce in quel Paese, possiamo tornare a controllare il loro programma nucleare. Abbiamo chiesto di entrare in due siti segreti in cui dobbiamo capire cosa è stato messo in piedi. Lo faremo, seguendo una politica della fermezza ma anche della correttezza e dell’indipendenza». Seduto nel suo ufficio all’ultimo piano di uno dei palazzoni dell’Onu a Vienna, Rafael Grossi racconta questi primi 10 mesi da direttore generale della Aiea (l’Agenzia internazionale dell’Onu per l’energia atomica), una fra le più delicate fra le agenzie dell’Onu. Quella che controlla le attività nucleari di tutti gli Stati del mondo e soprattutto combatte contro la “proliferazione”, ovvero la diffusione dei programmi nucleari militari. Grossi è un diplomatico argentino, ha una incredibile esperienza nel settore nucleare, è stato anche capo di gabinetto dell’agenzia che adesso dirige con il titolo di direttore generale. «La mia famiglia è italiana, come tante in Argentina, i miei sono arrivati da un paesino del Piemonte, e io ho imparato l’italiano in famiglia». E infatti l’intervista si svolgerà in italiano.
Direttore, lei è stato eletto il 3 dicembre del 2019 con un forte appoggio degli americani. Pochi giorni fa è rientrato da Teheran e gli iraniani hanno detto che con lei «si lavora bene». Hanno accettato le ispezioni. Cosa sta facendo l’Aiea con l’Iran? «Semplice: alla Aiea lavoriamo per essere e anche per apparire indipendenti e coerenti con la nostra missione. Il caso iraniano era il primo da affrontare, con la massima rapidità. E lo abbiamo fatto. Ci siamo convinti che c’erano un paio di siti segreti, che gli iraniani non avevano denunciato alla Aiea, luoghi in cui erano stati condotti esperimenti nucleari…».
E lì partirono le prime accuse: erano stati gli israeliani a scoprire quei siti, quando con un’operazione spettacolare, trasportarono fuori da Teheran quintali di documenti di un archivio segreto sui loro programmi nucleari. «Sì certo, ricordo benissimo quelle accuse. Dissero che agivamo per conto del Mossad, che ci era arrivata una “busta” dalla Cia e quindi eseguivamo ordini di questo o di quello… l’Aiea riceve decine di segnalazioni dagli Stati Membri, da agenzie nazionali, da terze parti. Tutto viene analizzato, viene verificato da noi. Abbiamo un centinaio fra i migliori analisti di intelligence al mondo: lavorano in maniera rigorosa».
Qual è il problema della Aiea e della comunità internazionale con l’Iran? «In questa lunga storia, l’Iran ha commesso azioni in violazione del TNP, il Trattato di non proliferazione nucleare, e non ha rispettato alcuni Accordi Tecnici sulle ispezioni. Arriviamo al 2015 e al famoso “JCPOA”, l’accordo fra i 6 del Consiglio di sicurezza, la Germania e l’Iran. Arriva una nuova amministrazione negli Usa e nel 2018 gli Usa escono. Entriamo in una fase paradossale: l’Iran inizia a ridurre la sua adesione al JCPOA, in maniera progressiva, iniziano ad arricchire più uranio eccetera eccetera, ma noi continuavamo a fare ispezioni».
L’Aiea non era parte del JCPOA, non avevate partecipato al negoziato fra l’Iran e i 5 Paesi più uno. Come mai siete stati coinvolti? «Perché il JCPOA comunque è stato sostenuto da una risoluzione Onu che ha assegnato alla Aiea il compito di verificare gli aspetti tecnici. Noi facciamo le verifiche. Dopo l’abbandono di Trump inizia un momento delicato. Arriviamo a un momento difficile quando l’Aiea chiede di fare ispezioni in altri 2 siti segreti, e l’Iran rifiuta l’accesso. Noi allora abbiamo detto stop a tutte le ispezioni, perché i problemi fra gli Usa e gli iraniani sono una cosa, ma l’Iran non può negare accesso alla Aiea. E per questo ho dovuto fare rapporto al Consiglio dei Governatori dell’Agenzia. Non è stato facile per me: Paesi come Russia e Cina hanno detto che “questo nuovo direttore generale si sbaglia, esagera, non può fare questo”».
In agosto ha viaggiato a Teheran: ha discusso a lungo con Rouhani e Zarif? «Molto, i dirigenti iraniani sono uomini raffinatissimi, che io conosco da anni. Abbiamo parlato a lungo, ci sono degli aspetti culturali, psicologici che intervengono sempre in questi casi, per cui parlare a lungo col presidente, col ministro degli Esteri Zarif e gli altri dirigenti è stato necessario e utile. Ho ripetuto chiaramente che gli obblighi della Aiea non possono essere rispettati à la carte, un Paese non può rispondere “ti faccio ispezionare questo sito, ma non ti faccio vedere quest’altro”. Credo che l’Iran abbia capito che la posizione non era difendibile. Adesso possiamo ripartire: è tornata la luce, andremo a vedere cosa è stato fatto».
La Corea del Nord è l’altro grande caso: un Paese che non rispettando il TNP ha cacciato gli ispettori Aiea e si è fatta la sua bomba nucleare. «E’ una grande sfida, un grande interrogativo. In questo caso tutto dipenderà da un processo politico che è sotto gli occhi di tutti: fino a che questo negoziato politico non porterà a una nuova situazione, l’Aiea continuerà a rimanere fuori. I nostri ispettori sono stati cacciati nel 2009. Nel frattempo, la Corea del Nord è andata avanti col nucleare militare, ha fatto esplodere la bomba e diffuso i suoi impianti. E aggiungo una cosa: Stati Uniti e Cina giocano un ruolo importante, ma non determinante. La gente pensa sempre che la Corea del Nord farà quello che le dirà Pechino, ma non è così. La Corea agirà seguendo i suoi interessi».

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