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La Repubblica Rassegna Stampa
30.08.2020 Banksy: un ritratto dell'artista che odia Israele
Commento controcorrente di Enrico Franceschini

Testata: La Repubblica
Data: 30 agosto 2020
Pagina: 18
Autore: Enrico Franceschini
Titolo: «Lo street artist ribelle con patrimonio milionario»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 30/08/2020 a pag. 18 con il titolo "Lo street artist ribelle con patrimonio milionario", il commento di Enrico Franceschini.

ENRICO FRANCESCHINI | Cristofariphoto
Enrico Franceschini


La denuncia del writer Banksy entrato a Gaza dai tunnel: «Non dimentichiamo  il conflitto»Una una delle opere di Banksy contro Israele

È uno degli artisti più famosi del mondo, in non piccola misura grazie al fatto che vuole restare anonimo. È anche uno degli artisti più ricchi del mondo, sebbene le sue opere appaiano su muri pubblici e lui non faccia nulla per venderle (ci pensa qualcun altro, però). Ed è uno dei più politicizzati: un ribelle che dice di lottare contro il sistema, in ogni sua manifestazione, anche se inevitabilmente lui stesso finisce per farne parte. Ma le contraddizioni sono il motivo del successo di Banksy, nome d’arte dello “street artist” inglese protagonista della sfida di queste ore nel Mediterraneo, intrapresa da una nave finanziata con i suoi soldi per soccorrere migranti in difficoltà. Su chi sia Banksy si discute da anni: si suppone da vari indizi che sia nato a Bristol, la città portuale nell’ovest dell’Inghilterra, qualcuno dice di sapere anche il suo anno di nascita, il 1947. Un’inchiesta del 2008 del Mail on Sunday afferma di averlo identificato: il suo vero nome sarebbe Robin Gunningham, ex studente della Bristol Cathedral Choir School, una tesi confermata pure da uno studio della Queen Mary University. Altri ritengono che sia in realtà il musicista e graffitista Robert Del Naja della rock band Massive Attack. Ma circolano anche ipotesi secondo cui Banksy sarebbe una donna oppure un collettivo di sei artisti riuniti sotto il suo nome. Più facile dire quanto valga: una recente stima calcola un patrimonio di 50 milioni di sterline, che ne farebbe uno degli interpreti più ricchi della cosiddetta arte concettuale. I suoi murales e disegni, anche se su pareti di edifici pubblici, vengono venduti da case d’aste e galleristi: tocca poi al proprietario trovare il modo di rimuovere e portare a casa l’opera che ha acquistato. “Devolved Parliament”, un suo quadro satirico del 2009 che mostrava la camera dei Comuni popolata da scimpanzè, è stato venduto per 9 milioni e 900 mila sterline a un anonimo (come l’artista) compratore. Scimmie, topi e altri animali popolano spesso i suoi graffiti, così come bambine e cuoricini, come è il caso del disegno sulla fiancata della Louise Michel, la nave salva migranti impegnata in queste ore nel Mediterraneo. Chissà se un giorno verrà tagliato e venduto anche quello.

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