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La Repubblica Rassegna Stampa
29.05.2020 George Soros nuova versione: 'Attenti a Pechino, no a collaborazioni con la dittatura cinese'
Lo intervista Enrico Franceschini

Testata: La Repubblica
Data: 29 maggio 2020
Pagina: 4
Autore: Enrico Franceschini
Titolo: «George Soros: 'L'Europa rifiuti il ricatto della Cina'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 29/05/2020, a pag.4 con il titolo "George Soros: 'L'Europa rifiuti il ricatto della Cina' " l'intervista di Enrico Franceschini a George Soros.

George Soros attacca la dittatura cinese, considerandola un pericolo per la democrazia in Europa e non solo. Un Soros nuova versione?

Ecco l'articolo:

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Enrico Franceschini

George Soros contro la Germania:
George Soros

«II presidente cinese Xi è un dittatore, ma l'Unione europea e i suoi ambienti industriali vedono la Cina come un partner economico, senza rendersi conto che fare dipendere le nostre infrastrutture dalla tecnologia di Pechino ci espone a ricatti e condizionamenti». George Soros esorta la Ue a schierarsi nella nuova Guerra fredda tra Stati Uniti e Cina, pur augurandosi una collaborazione sulla lotta al cambiamento climatico e al coronavirus. E sulle conseguenze della pandemia, il grande finanziere e filantropo di origine ungherese afferma che la Ue deve aiutare il nostro Paese a fermare il populismo di Salvini: «Che cosa sarebbe l'Europa senza l'Italia?».
La crisi del coronavirus può accelerare una nuova Guerra fredda tra Cina e Stati Uniti? «Il rapporto tra Stati Uniti e Cina è estremamente complesso. Da un lato dovrebbero lavorare insieme su cambiamento climatico e ricerca di un vaccino per il Covid 19. Dall'altro è evidente che non si può fare se c'è concorrenza su chi svilupperà e utilizzerà il vaccino. Il fatto che siano due sistemi diversi, una democrazia e un'autocrazia, rende le cose ancora più difficili. Molti ritengono che si debba comunque collaborare molto strettamente con la Cina. lo non sono d'accordo».
Quale atteggiamento suggerisce all'Occidente verso Pechino? «É necessario proteggere il nostro sistema democratico. Certo, per combattere cambiamento climatico e Coronavirus occorre trovare il modo di cooperare. Ma non sarà facile:Personalmente, sono solidale con il popolo cinese, sottoposto alla. dominazione di Xi Jinping. Il presidente cinese è un dittatore e credo che anche in Cina un gran numero di persone istruite non siano soddisfatte del suo operato e gli rimproverino di avere tenuto nascosto il Covid 19 fino a dopo il capodanno cinese».
Come giudica la campagna cella Cina a base di investimenti economici all'estero e assistenza sul Covid? «Per me è ovvio che la Cina costituisce una minaccia: lo ripeto, Xi è un dittatore, che ha consolidato un regime basato su principi totalmente opposti a quelli dell'Unione europea. Ma questo non è ancora ben chiaro ai Paesi della Ue, né agli ambienti industriali, specialmente in Germania, che vedono la Cina come un partner economico, senza rendersi conto che fare dipendere le nostre infrastrutture dalla tecnologia cinese ci espone a ricatti e condizionamenti».
L'effetto negativo del coronavirus sull'economia dell'eurozona durerà a lungo? «Più a lungo di ciò che pensa la maggior parte della gente. Uno dei problemi è che il virus muta rapidamente e ciò renderà più difficile sviluppare un vaccino affidabile».
Che cosa rischia la Ue sei cosiddetti Paesi frugali, Olanda, Danimarca, Svezia e Austria, insisteranno a bloccare un fondo di emergenza per i paesi più colpiti dalla pandemia? «Se la Ue non è in grado di approvare misure eccezionali rischia di non sopravvivere. Non si tratta di una possibilità teorica, ma di una prospettiva tragicamente reale».
Un atteggiamento che, dopo la Brexit, potrebbe portare all'ltalexit, come vorrebbero i populisti nel nostro Paese? «Non serve piangere sul latte versato, ma è importante evitare che altri Paesi seguano la strada della Gran Bretagna e l'Italia è in cima alle mie preoccupazioni. Il leader della Lega. Matteo Salvini, sta lavorando perché il vostro Paese esca dall'euro e dalla Ue. Fortunatamente, la sua popolarità personale è diminuita da quando ha lasciato il governo».
A suo avviso l'Italia ha ragione a chiedere di più dalla Ue? «Che cosa sarebbe l'Europa senza l'Italia? L'Italia è stata sempre il Paese più europeista. Gli italiani, per ottimi motivi, avevano più fiducia nell'Europa che nei loro stessi governi, ma sono stati maltrattati durante l'emergenza profughi. La Ue ha lasciato tutto il peso a carico del primo Paese in cui arrivavano i profughi, senza alcuna condivisione degli oneri. Risultato, gli italiani hanno votato per Salvini e per i 5 Stelle. Poi l'allentamento delle norme sugli aiuti di stato, che favorisce la Germania, è stato particolarmente iniquo nei confronti dell'Italia, il Paese europeo più duramente colpito dal Covid 19».
Dal rischio di guerra fredda Cina-Usa alla pandemia, lei ha perso le speranze? «Neanche un po'. Finché riesco a elaborare idee non smetto sperare».

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