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La Repubblica Rassegna Stampa
09.05.2020 'Tre', il nuovo romanzo di Dror Mishani
Recensione di Susanna Nirenstein

Testata: La Repubblica
Data: 09 maggio 2020
Pagina: 11
Autore: Susanna Nirenstein
Titolo: «Tre donne e un mistero»
Riprendiamo da REPUBBLICA - Robinson di oggi, 09/05/2020 a pag.11, con il titolo "Tre donne e un mistero", la recensione di Susanna Nirenstein.

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Susanna Nirenstein

Intervista a Dror Mishani
Dror Mishani - la copertina (e/o ed.)


A.B. Yehoshua, che rivendica sempre per Israele la possibilità di essere un paese normale, dovrebbe essere contento: il mondo telavivino che Dror Mishani ci dipinge davanti agli occhi nel suo nuovo romanzo Tre non è scosso da nessun conflitto, da nessuna eco di attentati, bombe, accoltellamenti, da nessuno stridore tra cultura ashkenazita, sefardita, kibbutznik piuttosto che religiosa, da nessun eroismo o lutto militare, da nessuna spy story, da nessun ricordo della Shoah: siamo in una grigia periferia di Tel Aviv abitata da persone banali, afflitte piuttosto da problemi della quotidianità, matrimoni andati male, solitudine, tradimenti, coniugi gelosi, bambini difficili, lavori insoddisfacenti, povertà, desiderio di incontri. Una novità nella letteratura israeliana, così sempre segnata dall'identità forte e dalla specificità dello Stato ebraico. Un timbro asciutto che Mishani persegue da quando ha iniziato a scrivere le sue detective novel (un genere comunque raro in quel ricco universo di produzione libraria), con Un caso di scomparsa e Un'ipotesi di violenza. Ma che questa volta accentua ancora di più e che scandisce in una struttura giallistica insolita, dove l'investigatore entra in gioco molto, molto tardi: cercheremo di non fare un odioso spoileraggio. Innanzitutto Tre è un numero magico, evocativo di per sé, di che si tratterà? La copertina, tre belle pesche pronte da essere addentate con una farfalla che ci svolazza sopra attirata dal loro profumo ci da un'altra traccia. Il titolo della prima sezione, Una, e l'incipit, un incontro su un sito per divorziati, ci mette sulla via giusta: ci troveremo davanti a tre donne. La prima, Orna, un insegnante quasi disoccupata, è stata lasciata malamente dal marito Ronen che si è formato una nuova famiglia ih Nepal con una tedesca, e non si fa quasi mai vivo nonostante Eran, il figlio di 8 anni, stia con la madre e sia rimasto profondamente ferito dalla separazione: per Orna il rapporto con Eran è il centro della vita, il suo massimo impegno. Orna non trova Ghil, l'uomo conosciuto sulla chat, furiosamente attraente, ma lui è talmente gentile, capace di ascoltare, rilassato che in fondo in fondo, lentamente, nel corso dei loro incontri, gli dà qualche possibilità. Di Ghil non sappiamo molto, solo che è un avvocato abbiente, che ha delle mani morbide e due figlie adolescenti con cui va molto d'accordo, che possiede un appartamento in cui sta aggiustando la sua vita da single. Non ci viene nemmeno in mente che menta, ma di piccole e grandi bugie sarà intessuto tutto il romanzo, come se Mishani volesse alludere alla na stra impossibilità di mostrarci veramente per quello che siamo. Come può evolvere la situazione? La seconda donna, Emilia, è una badante lettone di 46 anni. Una povera donna sola che non riesce a parlare l'ebraico. Ha curato con amore l'anziano Nachum fino alla sua morte. Dopo è stato l'inferno, ha trovato solo da assistere una vecchia aggressiva che le lascia il vuoto dentro: la dolce moglie di Nachum la consiglia di farsi aiutare da suo figlio avvocato Ghil per i permessi di lavoro. E Ghil, attento, premuroso, le si avvicina. Emilia va anche da un prete per capire qual è la strada che il cielo le indica, altera spesso la verità ma cerca il bene, per sé, per gli altri, e le sembra impossibile che Ghil possa interessarsi a lei. Cosa è disposto a dare quest'uomo, cosa cerca? La terza donna è Ella: sta scrivendo una tesi magistrale sul ghetto di Lodz. Ha tre figli, uno di 10 mesi, è sopraffatta dai doveri di casa e da un marito geloso. Per trovare uno spazio di requie ogni mattina va a lavorare col suo computer in un bar, o almeno così pare. Esce spesso a fumare una sigaretta: Ghil la nota, riesce a conoscerla, ad avvicinarla. Lei è una tipa tosta, eppure Ghil è così accogliente. Ma perché ogni tanto sparisce? Non ve lo possiamo dire.

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