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La Repubblica Rassegna Stampa
02.11.2019 Parla Jorg Meuthen, il leader dell'AfD
Lo intervista Tonia Mastrobuoni

Testata: La Repubblica
Data: 02 novembre 2019
Pagina: 19
Autore: Tonia Mastrobuoni
Titolo: «Meuthen: 'Non siamo fascisti, il killer di Halle era malato e il nostro partito non c'entra'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 02/11/2019, a pag.19, con il titolo "Meuthen: 'Non siamo fascisti, il killer di Halle era malato e il nostro partito non c'entra'" l'intervista di Tonia Mastrobuoni al leader dell'AfD


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Jorg Meuthen

Oibò, una intervista come quella di Tonia Mastrobuoni non ci saremmo mai aspettati di trovarla su Repubblica! E'la prima volta che viene data la possibilità di esprimere il proprio pensiero al leader di AfD. I nostri media presentano sempre questo partito come neo nazi, non scrivono che quello neo nazi è un altro! E poi le varie valutazioni politiche del leader ci ricordano molte abitudini di casa nostra, se non sei d'accordo con la sinistra sei automaticamente fascista! Mastrobuoni non gli ha risparmiato nessuna accusa, ne ha però riportato il pensiero, così i lettori possono giudicarlo.


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Tonia Mastrobuoni

Ecco l'intervista:

BERLINO — Jörg Meuthen replica duramente al presidente della Comunità ebraica tedesca che accusa l'Afd di distruggere la democrazia: «Inimmaginabile falsità». Quanto all'attacco neonazista di Halle, il capo della destra tedesca rifiuta la definizione del suo partito come mandante morale: «È stato l'atto di una testa malata». Infine, in quest'intervista con Repubblica, il leader dell'Afd smentisce che il controverso capo del partito in Turingia, Björn Höcke, sia fascista, come decretato da un tribunale. Anzi, sostiene, la famosa frase sul monumento all'Olocausto come "vergogna" sarebbe stato male interpretato: Höcke lo avrebbe definito «un monumento "alla" vergogna», sostiene.
Meuthen, lei dichiara spesso che l'Afd è una "Volkspartei" e un partito borghese. Il presidente della Comunità ebraica, Josef Schuster, non la pensa affatto cosi. Secondo lui "chiunque abbia votato l'Afd è corresponsabile di una progressiva corrosione della democrazia".
«Non riesco a immaginare cosa più falsa di quella che ha detto Schuster. Siamo un partito che rispetta lo Stato di diritto. Siamo amici di Israele e degli ebrei tedeschi. Ci battiamo con tutte le forze contro l'antisemitismo, che troviamo orribile e che, grazie ai nostri governanti, è stato importato moltissimo dal Medio Oriente. Non ci sono attacchi di membri dell'Afd sugli ebrei: sono regolarmente dei fanatici islamici che attaccano gli ebrei per strada. Per me è una vergogna che si debba avere paura di girare con la kippah».
A Halle non è stato un musulmano, ma un neonazista bianco e tedesco ad attaccare una sinagoga e ad ammazzare due persone. E molti pensano, come hanno detto esplicitamente i leader della Cdu e della Cdu, Seehofer e Kramp-Karrenbauer, che siate voi i mandanti morali di quell'attentato.
«È una dichiarazione incredibile, per la quale la Cdu è stata punita dagli elettori in Turingia. È tutto falso. Non abbiamo nulla a che fare con l'azione terribile di un singolo, esattamente come gli altri partiti. Una testa malata ha commesso un atto di terrorismo: strumentalizzarla per fini politici è disgustoso».
Lei fa parte dell'ala moderata del partito, ma in Turingia l'Afd è guidata da Bjoern Höcke, che secondo il tribunale di Meiningen può essere definito un "fascista". Lui stesso parla di "morte del popolo" a proposito dell'immigrazione e ha definito il monumento all'Olocausto "una vergogna".
«Definire qualcuno "fascista" fa parte della libertà di espressione, ma non vuol dire che quel qualcuno lo sia. E Höcke ha parlato di un monumento "alla" vergogna. Non sono sempre d'accordo con Höcke, ma non lo definirei un fascista».
I giudici di Meiningen invece sostengono che Höcke sia un fascista: per le sue dichiarazioni, le sue interviste e i suoi libri.
«Purtroppo è inutile fare ricorso contro questi esempi di chiara malagiustizia. Ma guardi alle campagne d'odio anche contro altri politici tedeschi, penso ad esempio alla politica dei Verdi Künast. È sempre insopportabile. Devono esserci delle linee rosse».
Negli Usa esiste l'espressione "dogwhistling" ("fischiare al cane"), quando si lanciano segnali a un certo elettorato, ad esempio di estrema destra. A volte nel caso dell'Afd l'impressione è che si lancino dei "dogwhistle" per poi far finta che siano stati degli scivoloni. Volete il voto dell'estrema destra?
«Ci pensi: se diciamo qualcosa di estrema destra, accontentiamo dieci teste rasate e perdiamo mille elettorali centristi. Non abbiamo bisogno del voto delle teste rasate: che votino la Npd (il partito neonazista, ndr). Noi non li vogliamo. Siamo un partito di destra, ma rifiutiamo l'estremismo di destra".
Il vostro capogruppo, Alexander Gauland sostiene addirittura che Höcke è "il centro del partito». Concorda?
«Non a mio modo di vedere. Höcke rappresenta chiaramente la destra del partito». Perché c'è questa grande differenza, anche nell'Afd, tra Est, dov'è più radicale, e Ovest?
«I cittadini a Est hanno attraversato l'esperienza di due regimi totalitari, hanno un fiuto infallibile per le privazioni delle libertà e per i limiti alla libertà di espressione. A ovest questo senso è meno sviluppato».
Non vorrà mica paragonare la libertà di espressione di oggi con la censura e la persecuzione che esistevano fino a 30 anni fa nella Germania Est.
«Ci muoviamo sempre più in quella direzione. Si immagini che il capo della società di promozione cinematografica dell'Assia è stato licenziato perché era andato a pranzo con me. Il nostro diritto ad esprimerci viene sistematicamente soppresso. In Germania si paga un prezzo alto se si ammette di essere dell'Afd. La stigmatizzazione e l'emarginazione sono molto alte, a seconda di dove si vive. Anche il pericolo di essere attaccati. È così che comincia».

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