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La Repubblica Rassegna Stampa
30.05.2019 Israele: nuove elezioni il 17 settembre
Cronaca di Vincenzo Nigro

Testata: La Repubblica
Data: 30 maggio 2019
Pagina: 18
Autore: Vincenzo Nigro
Titolo: «Netanyahu senza alleati Israele verso nuove elezioni»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 30/05/2019, a pag.18 con il titolo "Netanyahu senza alleati Israele verso nuove elezioni" il commento di Vincenzo Nigro

Il pezzo non riporta la data del 17 settembre per le future elezioni, stabilita solo da questa mattina.
 

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Vincenzo Nigro


Benjamin Netanyahu

È da sempre il momento più difficile per la politica interna israeliana. A meno di 2 mesi dalle elezioni del 9 aprile, il primo ministro Benjamin Netanyahu non è riuscito a trovare i voti per formare un nuovo governo e il paese potrebbe scivolare dritto verso nuove elezioni anticipate. La tempesta era in agguato da giorni. Dopo la festa per i risultati del 9 aprile, Netanyahu aveva iniziato i negoziati con i partiti che avrebbero dovuto sostenere il suo Likud. Il problema è che l’accordo raggiunto con i partiti ultra- religiosi è stato bocciato in maniera irremovibile dal partito laico- nazionalista "Israel Beitenu" di Avigdor Lieberman. Con i suoi 5 deputati Lieberman è indispensabile al Likud per avere una maggioranza alla Knesset. Ma il leader di origini russe si oppone alle concessioni fatte agli haredim, in particolare l’esenzione dal servizio militare per i giovani ultraortodossi. A loro volta gli ultraortodossi controllano 16 seggi e sono quindi decisivi per un’alleanza che elegga Netanyahu primo ministro. Per questo da giorni esponenti del Likud e la stampa a loro vicina avevano iniziato a martellare Lieberman in pubblico, accusandolo di tradimento degli interessi nazionali e di voler costringere il paese ad elezioni anticipate. Netanyahu ha avuto 6 settimane di tempo per provare a trovare un accordo.

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Avigdor Lieberman

E quel termine scadeva ieri a mezzanotte. Il premier, utilizzando comunque la forza dei voti che ha alla Knesset, ha fatto approvare una legge che decide lo scioglimento della stessa camera, pur di impedire al presidente Rivlin di cercare un’altra maggioranza oppure di chiedere a un altro deputato del centro-destra o addirittura dello stesso Likud di provare a formare il governo al suo posto. «Non capisco la mentalità di Lieberman, sembra che abbia deciso di restare fuori dal governo e di portarci alle elezioni», ha detto il premier, mentre suoi colleghi di partito accusavano l’ex ministro della Difesa addirittura di "sovversione". Lieberman, leader della minoranza russa in Israele, non ha risposto alle accuse del Likud e ha ripetuto di continuo di «volere uno Stato ebraico ma non uno Stato retto dalla halachà», ovvero dalle leggi religiose ebraiche. Se si dovesse alla fine arrivare alle elezioni anticipate, il meccanismo costituzionale israeliano porterebbe il paese al voto alla metà di settembre, lasciando comunque Netanyahu al potere con il governo uscente.

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