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La Repubblica Rassegna Stampa
23.03.2018 Usa: John Bolton alla Sicurezza nazionale
Ma per Arturo Zampaglione č un 'falco'

Testata: La Repubblica
Data: 23 marzo 2018
Pagina: 10
Autore: Arturo Zampaglione
Titolo: «Nuovo cambio nello staff Via anche McMaster alla Sicurezza nazionale Usa arriva Bolton il falco anti Iran»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 23/03/2018, a pag. 10, con il titolo "Nuovo cambio nello staff Via anche McMaster alla Sicurezza nazionale Usa arriva Bolton il falco anti Iran", la cronaca di Arturo Zampaglione.

A destra: Donald Trump, John Bolton, ex Rappresentante permanente all'Onu per gli Stati Uniti, la persona giusta per occuparsi di sicurezza nazionale

La Repubblica, fin dal titolo, descrive John Bolton come un "falco anti Iran", ignorando come Bolton sia stato un ottimo Ambasciatore. La parola "falco" viene impiegata sempre per bollare di estremismo chi č portatore di opinioni differenti. Per esempio, sono "falchi" molti politici israeliani, inclusi esponenti di partiti di centro, secondo i quotidiani italiani, sempre pronti a demonizzare Israele. Lo stesso avviene contro Bolton su Repubblica, il pezzo che segue non č uscito sul cartaceo nč su nessun altro quotidiano. Vedremo domani.

Ecco l'articolo:

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Arturo Zampaglione

 

 

Donald Trump ha scelto un altro personaggio ideologicamente molto vicino a lui (e commentatore televisivo sulla Fox) come consigliere per la sicurezza nazionale. Sarą infatti John Bolton, ex ambasciatore di George W. Bush all'Onu e uomo di punta dei conservatori sulla politica internazionale (celebre anche peri suoi baffoni bianchi), a sostituire il generale H.R. McMaster in un incarico di grande responsabilitą, specie in vista del vertice di Trump con il dittatore nordcoreano Kim Jong-un, previsto per maggio, e del summit con Putin che ancora non ha una data precisa. Č il terzo avvicendamento nell'incarico di consigliere per la sicurezza nazionale. Il primo incarico fu dato a Michael Flynn, anche lui militare, costretto ad andarsene quando apparve chiaro che, nel quadro del Russiagate, aveva mentito agli agenti del Fbi sui rapporti con i russi. Flynn, che ha ammesso le sue responsabilitą penali, č ora in attesa di una sentenza. Al suo posto nel febbraio scorso era arrivato alla Casa Bianca McMaster, che godeva di grande prestigio al Pentagonoe nel mondo delle relazioni internazionali. Ma il suo stile di lavoro apparve subito in contrasto con quello di Trump: McMaster č riservato, preciso, ordinato, rispetto al caos e all'improvvisazione dello stile Trump.

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Missili iraniani

Tra i due ci sono stati frequenti frizioni. Il presidente, ad esempio, lo ha rimproverato per aver attaccato la Russia a una conferenza a Monaco. Si ipotizzava anche che, proprio l'altro ieri, quando Trump ha telefonato a Putin, fosse stato McMaster a scrivere la raccomandazione "Non congratularsi per la vittoria elettorale", che poi č stata disattesa non senza qualche imbarazzo e tante critiche del mondo politico. Ieri il divorzio con McMaster non ha avuto code polemiche, a differenza del licenziamento di Rex Tillerson due settimane fa. «Il generale ha servito il suo paese con onore», ha detto il presidente, ringraziandolo. McMaster, a dispetto di quel che si pensava, darą le dimissioni dalle forze armate e non rientrerą nei ranghi. Bolton prenderą il suo posto il 9 aprile. Anche lui, che nel passato era stato tentato dal candidarsi per la Casa Bianca, ha una avversione antica per l'accordo nucleare con l'Iran ma anche per la Russia di Putin. Intervistato da Repubblica tempo fa, aveva detto: «Ormai č chiaro che il Cremlino sta cercando di restituire alla Russia un ruolo di grande potenza mondiale». E riferendosi alla Siria, l'ex ambasciatore aveva denunciato il tentativo di Mosca di recuperare un punto di forza in Medio Oriente. Ma č probabile che nel futuro anche Bolton ammorbiderą la sua opposizione a Putin, adeguandosi ai desideri di Trump.

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