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La Repubblica Rassegna Stampa
09.01.2018 Movimento 5 stelle: Golia svelato dal Davide/Augias
Nella risposta a un lettore

Testata: La Repubblica
Data: 09 gennaio 2018
Pagina: 41
Autore: Corrado Augias
Titolo: «Le piroette dei Cinquestelle»

 

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 09/01/2018, a pag. 41, con il titolo "Le piroette dei Cinquestelle", la risposta di Corrado Augias a un lettore.

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Corrado Augias

 

 

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Beppe Grillo

Osservo con curiosità le piroette del movimento che voleva rivoluzionare la politica. È bastata una legislatura perché tutto cambiasse nell’urto con la durezza della realtà. Apriremo il parlamento come una scatola di sardine, uno vale uno, nessun dirigente solo un vertice di coordinamento, le scelte dipenderanno dalla volontà della Rete, basta con l’organizzazione partitica, veloce la rotazione degli incarichi, non competenza che si trasforma in casta ma onestà, onestà, onestà — un dogma proclamato qualche volta con le lacrime della passione vera, la stessa dei vecchi comunisti quando cantavano l’Internazionale. Invece è successo che dall’utopico concetto uno- vale- uno s’è arrivati ad un verticismo che, a proposito di vecchio Pci, fa impallidire nel ricordo il famoso centralismo democratico. Quel partito era insieme democratico e autoritario, senza il benestare degli organi dirigenti era praticamente impossibile candidarsi, si approdava agli incarichi di vertice più per cooptazione dall’alto che non per scelta dal basso. Però c’era discussione, a volte ce n’era fin troppa, ci si accapigliava convivendo. Vero che qualcuno venne espulso; molto si parlò, ai tempi, del fatto che due dirigenti emiliani, Cucchi e Magnani, erano stati allontanati per aver criticato la linea filosovietica di Togliatti. Quando Elio Vittorini abbandonò o venne allontanato dal Partito, il caso esplose e non bastò il sarcasmo del segretario ad attutirlo. Si tratta di confronti lontani, quasi improponibili per la diversità dei tempi, delle idee, del livello culturale. Ciò che ora vediamo è un movimento che dichiarava di voler essere governato dal potere diffuso della Rete e che invece risulta dipendere da scelte di vertice insindacabili. Ci si è resi conto che a comandare sono due signori che nessuno ha eletto, che non si sa quali interessi rappresentino, che non rispondono a nessun organo statutario, con un programma politico nebuloso o mutevole secondo convenienza giornaliera. Basteranno disagio o protesta a far trascurare tutto questo?

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