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La Repubblica Rassegna Stampa
21.10.2017 Rariq Ramadan getta la maschera, l'accusa è stupro
Cronaca di Pietro Dal re

Testata: La Repubblica
Data: 21 ottobre 2017
Pagina: 12
Autore: Pietro Del Re
Titolo: «Scrittrice denuncia Tariq Ramadan: mi ha stuprata»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 21/10/2017, a pag.12, con il titolo
" Scrittrice denuncia Tariq Ramadan: mi ha stuprata" la cronaca di Pietro Del Re.

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Henda Ayari, la scrittrice suprata da Tariq Ramadan
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Quante balle, Tariq Ramadan

La notizia della denuncia a Tariq Ramadan è stata scandalosamente sottovalutata sui giornali di oggi. L'hanno ripresa soltanto CORRIERE della SERA, IL GIORNALE e LA REPUBBLICA.
Tariq Ramadan è uno dei propagandisti della conquista islamica 'silenziosa' dell'Europa più abile. Nipote del fondatore dei Fratelli Musulmani, vive in Svizzera, scrittore strapubblicato, è invitato ovunque ci sia un incontro sull'islam. Tranne che nei paesi dove è stato classificato 'persona non grata', nei quali quindi non può mettere piede, come negli Usa: altrove è di casa, anche in Italia. In Francia è popolarissimo. Lo era. Fino a ieri, quando è stato denunciato per stupro, violenza e minacce da una coraggiosa scrittrice musulmana.
Viene spontaneo il paragone con Harvey Weinstein, che occupa i media in modo ossessivo, che potrà essere - giustamente - accusato di abuso di potere, ma non di stupro. Ramadan no, l'accusa contro di lui è molto più grave, ma questo non è sufficiente per l' ipocrisia dei nostri media, se c'è di mezzo l'islam.
Dei tre articoli usciti, i due migliori sono quelli del Corriere e del Giornale. Abbiamo deciso invece di pubblicare il pezzo di Repubblica, un giornale  abitualmente attento  (leggasi cauto) quando si tratta di notizie 'sgradevoli' sull'islam. Quella di Ramadan, una star finora intoccabile, letta sulla Repubblica, deve forzatamente essere presa sul serio. Seguiremo gli sviluppi.

Ecco il pezzo:

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Pietro Del Re

Come un'onda in piena che ha sciolto le lingue e istillato coraggio alle vittime, l'hashtag #balancetonporc ha già travolto decine di migliaia di stupratori e molestatori sessuali, veri o presunti, tra i quali anche nomi noti della politica e dell'intelligentsia di Francia. Soltanto ieri, sono finiti nella gogna dei social un ex ministro di François Mitterrand, Piene Joxe, il controverso islamologo svizzero Tariq Ramadan e Cristophe Arend, deputato del partito di Emmanuel Macron, La République en Marche. Il primo, che smentisce seccamente l'accusa, è stato denunciato dalla scrittrice Ariane Forvia, la quale ai microfoni di France Inter ha raccontato di come nel 2010, durante un'opera di Wagner al teatro parigino della Bastiglia, fu palpeggiata da Joxe. «Ha cominciato a toccarmi la coscia, poi l'inguine, facendo salire la mano. L'ho respinto più volte, ha ricominciato finché non gli ho conficcato le unghie», ha detto Fornia, all'epocaventenne. A puntare il dito contro Ramadan è la scrittrice franco-tunisina Henda Ayari, che ieri ha anche sporto denuncia alla questura di Rouen, in Normandia per aggressione sessuale e stupro. «Non ho di che pagare grandi avvocati ma andrò fino in fondo a ogni costo», scrive sul suo profilo Facebook. «Se per molti anni ho mantenuto il silenzio è stato per paura di rappresaglie, perché quando gli dissi che l'avrei denunciato lui mi minacciò dicendomi che qualcuno se la sarebbe potuta prendere con i miei figli». Ex salafita, la donna decise nel novembre 2015 di togliersi il velo portato da quando aveva 21 anni e di denunciare il marito fondamentalista. «So che mi colpirà con i suoi numerosi appoggi e che sto per attraversare una grossa tempesta ma non intendo più tacere, tantomeno far marcia indietro in nome di tutte le donne vittime », conclude la Ayari che nel frattempo è diventata presidente dell' associazione femminista Libératrices. È invece un'ex assistente parlamentare che ha ieri ha sporto denuncia contro il deputato Arend raccontando di aver vissuto settimane di calvario al fianco del parlamentare, che le avrebbe anche «afferrato i seni». Ora, è verosimile che toccherà ad altre personalità, perché l'indignazione provocata dallo scandalo del produttore Harvey Weinstein ha generato nella società francese un enorme movimento spontaneo, per il quale le molestie sessuali sono diventate moralmente davvero inammissibili.

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