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La Repubblica Rassegna Stampa
30.07.2016 Tel Aviv, la città che non dorme mai
La racconta Fabio Scuto

Testata: La Repubblica
Data: 30 luglio 2016
Pagina: 36
Autore: Fabio Scuto
Titolo: «Mare, cocktail e vecchi mercati: ecco Tel Aviv»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 30/07/2016, a pag. 36, con il titolo "Mare, cocktail e vecchi mercati: ecco Tel Aviv", l'analisi di Fabio Scuto.

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Fabio Scuto

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Tel Aviv

BENVENUTI nella città che non dorme mai. Perché non c’è città del Medio Oriente, con una night life come quella di Tel Aviv. La città d’Israele giovane per eccellenza è la nuova stella della movida mediterranea, multiculturale, aperta a nuove tendenze, sperimentazioni nella moda, nel design, paradiso dei nottambuli ma anche dei fissati col fitness. Popoli diversi, che talvolta però si mescolano. Non è raro vedere alle prime luci dell’alba, sul bellissimo lungomare, i primi surfisti che indossano la muta per la marea del mattino e gli ultimi nottambuli che escono da pub e locali dove si è suonato tutta la notte e bevuto fino all’ultima goccia. In contrapposizione alla religiosa Gerusalemme, Tel Aviv svetta per la sua vivacità. Perché dopo una giornata sulla spiaggia bianca della Miami del Mediterraneo ognuno può trovare qualcosa di divertente da fare quando le luci si accendono.

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C’è quella borghese per famiglie, quella raffinata dell’upper class, quella in caccia di compagnia nei “pick up” bar, quella gay colorata e ricca di eventi, quella dei club per nottambuli incalliti e occasionali. E, naturalmente, c’è una ricca selezione di ristoranti con chef molto “modernisti” e bar quasi ovunque in città e Cocktail Lounge in esclusivi loft che adesso fanno molta tendenza. C’è musica dal vivo per tutti i gusti in più di ottanta locali. La spiaggia, 14 chilometri di sabbia bianca, è parte integrante della vita urbana. Posto ideale dove sedersi per un caffè, fare un bagno e correre sulla bellissima pista ciclabile che si estende per chilometri e chilometri. La bici, meglio se elettrica viste le temperature, è l’elemento fondamentale per sfuggire al traffico urbano, caotico come solo in Medio Oriente può accadere. Si noleggiano ovunque, c’è un gran servizio di bike-sharing sostenuto dal comune.


Il colorato suk haCarmel a Tel Aviv

Ci sono spiagge per tutti i gusti (e religioni). Quelle dei surfisti, quelle dei single, quelle dei religiosi che si bagnano vestiti, quelle per famiglie, quelle per gli hipster e gli antiproibizionisti. Questa corona di stabilimenti e lidi sull’arenile al calar della sera cambia pelle. Mentre voi gustate l’aperitivo, il sole sta tramontando nelle acque Mediterraneo e nei ristorantini dell’antica Jaffa si accendono le luci e le candele per la cena sui tavolini, sulla spiaggia arrivano i dj carichi di musica che andrà avanti a oltranza. Se appartenete a questa categoria di viaggiatori d’estate dosate le forze durante il giorno, perché a Tel Aviv c’è molto da vedere. Per esempio i due grandi mercati che al mattino invadono pacificamente due grandi aree della città, quello delle pulci e quello del fresco. Il primo c’è tutte le mattine tranne il sabato a Jaffa, l’antica cittadella fortificata fondata più di duemila anni fa, attorno alla Piazza dell’orologio. All’HaPeshpishim trovate tutto, vecchie macchine fotografiche, mobili art decò, tappeti, orologi, vecchie monete, stampe, libri d’epoca in ogni lingua.

L’altro grande mercato è il Carmel che con le sue bancarelle al mattino arriva a lambire la Rotschild, la grande arteria alberata trendy ed elegante patria di (quasi) tutti i ristoranti blasonati della città. Proprio alle spalle della Avenue Rotschild si può iniziare un breve giro per un’altra delle grandi attrazioni di Tel Aviv, la Ha-Ir HaLevanà, la Città Bianca in lingua ebraica. Sono gli oltre 4000 edifici costruiti in stile Bauhaus a partire dagli Anni Trenta e Tel Aviv è la città al mondo con maggiore presenza di costruzioni realizzate secondo i principi del Movimento Modernista. Fino al 1929 si costruì in città con stili architettonici misti, ma quell’anno le autorità britanniche - che allora amministravano la regione - vararono un nuovo piano regolatore vista la rapida espansione della città e questa decisione coincise con l’arrivo in Palestina di molti architetti che si erano formati alla scuola Bauhaus, chiusa dai nazisti. Dal 2003 la Città Bianca è stata proclamata dall’Unesco Patrimonio Universale dell’Umanità. Non ne avete abbastanza? Spingetevi a nord della città, verso il vecchio porto. Qui le attività marinare sono andate in pensione e in tutti dock adesso ci sono spazi espositivi, negozi e mercati. Qui lo Street Food - fatto di banchetti e take-away - è il vero re della piazza, lasciatevi tentare.

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