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La Repubblica Rassegna Stampa
29.07.2015 A Beit El scontri tra ebrei del West Bank e soldati israeliani, mentre Hamas recluta 25.000 bambini come terroristi
Cronaca di Alberto Flores D'Arcais

Testata: La Repubblica
Data: 29 luglio 2015
Pagina: 15
Autore: Alberto Flores D'Arcais
Titolo: «Scontri tra esercito e coloni. Netanyahu: no a demolizioni»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 29/07/2015, a pag. 15, con il titolo "Scontri tra esercito e coloni. Netanyahu: no a demolizioni", la cronaca di Alberto Flores D'Arcais.

All'articolo di Alberto Flores D'Arcais aggiungiamo che l'appartenenza dei terreni in questione è controversa. Nel 1979 il governo israeliano ne è diventato proprietario perché l'unico documento precedente, risalente alla metà del secolo XIX, stabiliva come proprietario "l'Impero ottomano". Non quindi un privato, ma una entità politica che non esiste più da un secolo.

Ecco l'articolo:

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Alberto Flores D'Arcais

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Un ebreo residente in West Bank arrestato dai soldati di Israele: la giustizia, nello Stato ebraico, non guarda in faccia a nessuno

Erano le tre del mattino quando centinaia di agenti delle forze speciali israeliane sono entrati in azione. Obiettivo Beit El, insediamento ebraico in Cisgiordania nei pressi di Ramallah dove decine di coloni si erano asserragliati per impedire la distruzione del “Draynoff”, un gruppo di edifici che la Corte Suprema aveva dichiarato illegali. I coloni hanno tentato una disperata difesa, provando (con scarso successo) a incendiare pneumatici e a opporre una resistenza passiva. Ma stanati dai gas lacrimogeni — gli uomini dei reparti speciali hanno utilizzato spray al peperoncino per disperdere una folla di centinaia di giovani pronti allo scontro fisico — si sono dovuti arrendere e cinquanta tra loro sono stati arrestati.

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I campi estivi di Hamas: piccoli terroristi crescono

Durissime le reazioni politiche, con alcuni leader della coalizione di governo che si sono scagliati contro l’intervento armato. Il ministro dell’Istruzione Bennett si è recato sul posto arringando una piccola folla — «Stiamo lottando per la terra di Israele», lo slogan più gridato — e per frenare le crescenti critiche all’operazione è dovuto intervenire anche il premier Benjamin Netanyahu: «La nostra posizione sulla questione delle case a Beit El è chiara, siamo contrari alla loro demolizione e stiamo facendo tutto il possibile, con i canali legali, per impedirla. L’insediamento ebraico verrà rafforzato rispettando la legge».

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I campi estivi di Hamas

Da una parte i coloni, dall’altra Hamas. Ieri il gruppo palestinese, che a un anno dalla fine della guerra continua a imporre a Gaza il suo tallone di ferro (25mila adolescenti sono stati “reclutati” per campi estivi paramilitari), ha proclamato per il venerdì di preghiera una “giornata di collera” per protestare contro gli incidenti accaduti domenica scorsa sulla Spianata e l’ingresso di alcuni agenti israeliani all’interno della moschea Al Aqsa. Quello che da più parti è stato interpretato come un invito agli arabi (in primo luogo di Gerusalemme Est) ad attaccare le forze di sicurezza israeliane sia nella capitale che in Cisgiordania.

A rendere la situazione ancora più tesa l’arresto ieri di un altro giovane estremista ebreo (il terzo in tre giorni) che ha deciso di emulare quanto aveva fatto una sua coetanea giovedì, immortalata in un video diventato “virale”: urlare pubblici insulti all’indirizzo di Maometto nella Città Vecchia.

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