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La Repubblica Rassegna Stampa
18.01.2015 Una guerra civile europea: e questi sarebbero il lupi solitari ?
Analisi di Gilles Kepel

Testata: La Repubblica
Data: 18 gennaio 2015
Pagina: 14
Autore: Gilles Kepel
Titolo: «Una guerra civile nel cuore dell'Europa, ecco il vero obiettivo degli uomini in nero»

Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 18/01/2015, a pag.14, con il titolo " Una guerra civile nel cuore dell'Europa, ecco il vero obiettivo degli uomini in nero " di Gilles Kepel, particolarmente interessante perchè lo storico francese non appartiene ai sostenitori dello scontro di civiltà, ma le sue analisi, che spiega chiaramente in questo articolo, cancellano la tesi dei lupi solitari, gradite a un numero altissimo di 'esperti' occidentali, che continuano a recitare la litania del dialogo. Kepel dimostra invece la perfetta organizzazione del nuovo terrorismo, dentro al quale c'è l'islam, accompagnato però dai nuovi strumenti di comunicazione. Da qui la confusione mentale dei pacifisti a tutti i costi.

in alto: Gilles Kepel

Ecco l'articolo:

L' Europa fu selezionata come bersaglio prediletto dal jihadismo mondiale già alla fine del 2004 quando un ingegnere di Aleppo, conosciuto con il nome di guerra Abu Mussab Al Suri, pubblicò su Internet le 2500 pagine del suo 'Appello alla resistenza islamica globale". Raffinato portavoce di Bin Laden, Suri fu poi catturato dagli americani i quali lo consegnarono al presidente siriano, Bashar Al Assad, quando questi era ancora .amico dell' Occidente.. Si dice che fu lo stesso presidente siriano a liberarlo nel 2012 per inoculare la jihad nel cuore della rivolta anti-regime e farla implodere. Nel suo "Appello" Suri critica la strategia dell'11 settembre, perché l'azione spettacolare che colpi gli Stati Uniti permise a George Bush di trovare i mezzi politici e militari con cui lanciare l'offensiva contro l'Afghanistan che privò delle sue basi Al Qaeda e che, di fatto, condannò l'organizzazione terroristica. Suri sostieneche non vada attaccata l'America, ma l'Europa. E che ciò non vada fatto con azioni organizzate da un comando centralizzato che invia esecutori anonimi in Paesi stranieri. È invece necessarlo adoperare quella minoranza attiva che può essere radicalizzata, ossia quei musulmani europei che Suri definisce non-assimilabili alla cultura occidentale. Dopo un intenso indottrinamento e dopo un solido addestramento militare, questi soldati semplici della jihad possono tornare nei loro Paesi d'origine. Lì saranno in grado di assumere l'iniziativa di un'azione armata il cui bersaglio non sono i politici, come per gli anarchici di una volta, bensì obiettivi destinati a far esplodere le società europee fino a scatenare una guerra civile tra musulmani e non musulmani. Questi obiettivi vengono elencati da Suri, e li ho io stesso tradotti nel mio libro Oltre il terrore e il martirio (Feltrinelli ) . Durante i recenti attentati di Parigi ho avuto l'impressione di possederne le istruzioni d'uso. Questi otiettivi sono anzitutto gli ebrei, che però vanno colpiti al di fuori delle sinagoghe. A Porte de Vincennes, Coulibaly ha prolungato ciò che aveva compiuto Merah nel 2012 a Tolosa e Memmouche :l'anno scorso al Museo ebraico di Bruxelles. II secondo bersaglio sono gli "apostati", e cioè i musulmani che non condividono la visione dei jihadisti e che servono sotto uniforme gli Stati europei. A Parigi, il poliziotto francese Ahmed Merabet è stato prima colpito dai fratelli Kouachi e poi freddato, una volta steso a terra, perché musulmano. A Montauban, Merah uccise due soldati francesi perché era certo che fossero nordafricani, e dunque musulmani. II terzo obiettivo indicato da Suri sono gli intellettuali e gli artisti accusati d'attaccare l'Islam perché il loro assassinio favorisce la scissione tra i musulmani e gli altri. Basta vedere chi oggi dice "Je suis Charlie" e quelli che, non solo negli ambienti islamici francesi o europei, ma da due giorni anche in diversi Paesi musulmani del pianeta, manifestano con violenza contro le caricature e contro l'ultimo numero di Charlie Hebdo. È curioso che queste idee, formulate dieci anni fa, non siano state messe in pratica prima. Perché? Semplicemente perché all'epoca erano considerate irrealizzabili.  Con la dottrina di Suri si passa infatti da un modello di comando piramidale, quasi leninista, a un modello più orizzontale. Allora, il suo "Appello" fu considerato pericolosissimo dai capi delle strutture terroristiche perché riporre troppa fiducia nei soldati semplici avrebbe comportato il rischio di essere rapidamente infiltrati e quindi distrutti. In realtà, ciò che ha reso possibile la sua attuazione sono due fenomeni che nel 2004 non esistevano. Anzitutto, YouTube, Twitter e Facebook che consentono il cosiddetto "fishing informatico" negli enormi spazi di
arruolamento creati dai social network. In secondo luogo, la decomposizione delle rivoluzioni arabe offre al prezzo di un volo  low-cost il facile accesso ai campi d' addestramento jihadisti, dietro l'angolo dell'Europa. Istanbul, per esempio, che grazie al flusso del turismo di massa si raggiunge con due lire e senza vista è oggi l'ingresso di quest'altro turismo jihadista, che porta i figli delle banlieue verso gli orrori dello Stato islamico.

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