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La Repubblica Rassegna Stampa
17.09.2014 'Niente guerra al terrore' secondo il viceministro Pistelli
Intevista al viceministro degli Esteri Lapo Pistelli

Testata: La Repubblica
Data: 17 settembre 2014
Pagina: 15
Autore: la redazione
Titolo: «Pistelli sugli ostaggi: 'Pagare i riscatti? C'è caso e caso'»
Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 17/09/2014, a pag. 15, con il titolo "Pistelli sugli ostaggi: 'Pagare i riscatti? C'è caso e caso' ", l'intervista a Lapo Pistelli, viceministro degli Esteri.
Lapo Pistelli, che ci auguriamo non diventi il prossimo Ministro degli Esteri del governo Renzi, esclude categoricamente "azioni belliche" da parte italiana contro l'Isis. Ci piacerebbe sapere, allora, quali siano le sue proposte per fermare l'avanzata del Califfato islamico, un regime fondato sul terrore e perciò esplicitamente terrorista. Forse occorre cercare di comprendere i buoni motivi dei terroristi, come proponeva non molto tempo fa il deputato M5S Alessandro Di Battista?
La nomina del prossimo Ministro degli Esteri, prevista entro novembre, sarà un banco di prova per Matteo Renzi, una cosa è essere un vice, altra cosa Ministro. Non è sufficiente l'assenza di D'Alema, nel PD ci sono ancora molti aspetti da rottamare, meglio affrettarsi.

Lapo Pistelli                                 George W. Bush
ROMA . «La maggior parte delle volte in cui siamo riusciti a intervenire positivamente, non c’è stato alcun passaggio di denaro», il viceministro degli Esteri Lapo Pistelli risponde così, intervistato da Radio 24, sulle trattative con i terroristi per riportare a casa gli ostaggi. I contatti, continua, l’opera sottile dell’intelligence, la diplomazia valgono molto di più che il portafogli o le azioni di forza. «C’è bisogno di distinguere caso per caso», dice Pistelli, ricordando che sei italiani ora sono prigionieri: tre in Siria, due in Libia e uno in Pakistan. Di alcuni «si dubita magari dell’esistenza in vita. Con altri, invece, il contatto è regolare».
Perciò «bisogna distinguere », insiste e cita la liberazione della sudanese Meriam Ibrahim: «Ricordo alcune ironie della stampa inglese, che scriveva “vabbè ma gli italiani, si sa, lo fanno perché pagano”». Invece, «non abbiamo sborsato neanche un centesimo. Il tema è come a volte si riesce a persuadere l’interlocutore. La nostra rete di conoscenza, di antenne, di intelligence in alcuni Paesi è una rete invidiabile ». Pistelli ha anche escluso una partecipazione italiana ad «azioni belliche tout court » nel quadro della coalizione internazionale guidata dagli Usa contro lo Stato islamico. «Esiste un rischio molto forte di riprodurre, sotto mentite spoglie, la guerra al terrore di Bush. Abbiamo capito che quando dividiamo il mondo in buoni e cattivi, in modo troppo meccanico, poi non ci capiamo niente».
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