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La Repubblica Rassegna Stampa
26.06.2014 L'emiro del Qatar, alleato dei Fratelli Musulmani, alla conquista di Barcellona
dove vuole costruire la più grande moschea d'Europa

Testata: La Repubblica
Data: 26 giugno 2014
Pagina: 42
Autore: Alessandro Oppes
Titolo: «'Una moschea in Plaza de Toros' l’idea dell’emiro divide Barcellona»
Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 26/06/2014, l'articolo di Alessandro Oppes dal titolo " 'Una moschea in Plaza de Toros' l’idea dell’emiro divide Barcellona ".
I finanziamenti per la costruzione di quella che diverrebbe la più grande moschea d'Europa nella "Plaza de Toros2 di Barcellona verrebbero dall'emiro del Qatar, alleato dei Fratelli Musulmani, un partito totalitario e terrorista (cui è affiliata anche Hamas).
E' facile prevedere, dunque, che se il progetto andasse in porto, sarebbe l'islam più fondamentalista a utilizzare la nuova moschea per fare opera di indottrinamento. Con il concreto il rischio che la "Plaza de Toros" diventi un centro di reclutamento di terroristi e jihadisti.

Di seguito, l'articolo:

                            
Alessandro Oppes             Tamin bin Hamad al-Thani, emiro del Qatar

Tanto tempo, più di 130 anni, per cercare di portare a compimento il capolavoro postumo di Gaudì, e già le guglie più alte della Sagrada Familia rischiano di essere superate di slancio da un’opera architettonica nuova e in diretta “concorrenza” con il tempio cattolico. Islam contro cristianesimo. Un minareto (puramente ornamentale) di 300 metri contro gli appena 170 di quello che doveva essere il futuro top della skyline di Barcellona. Semplici speculazioni o realtà? Gli interessati al momento non confermano — e può essere pura tattica quando c’è una trattativa in corso — ma l’indiscrezione pubblicata da alcuni giornali spagnoli ha del clamoroso: l’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad al-Thani, avrebbe offerto la cifra di due miliardi e 200 milioni di euro per acquistare la Plaza de Toros Monumental e trasformarla nella più grande moschea d’Europa, la terza in assoluto al mondo. Struttura imponente, in stile neo-moresco e bizantino, della quale proprio quest’anno si celebrano i cent’anni dalla fondazione. Ma ormai in disarmo e in cerca di un destino alternativo dal 2012, da quando entrò in vigore la legge del Parlament a maggioranza nazionalista che metteva al bando le corride in tutta la Catalogna.
La grande passione di al-Thani, si sa, è il calcio: promotore dei Mondiali del 2022 nell’emirato, proprietario del Paris Saint Germain attraverso la Qatar Sport Investments che nei mesi scorsi alcuni rumors forse non del tutto attendibili affermavano interessata ad acquistare anche il Cagliari e, soprattutto, dallo scorso anno, sponsor ufficiale del Barça nelle cui casse finiranno 96 milioni di euro. Come dire che ha già un piede in città. E allora, perché non tentare di convincerlo a consolidare la propria presenza in terra catalana? L’iniziativa — rivela El Mundo — parte da Mowafak Kanfach, un siriano che guida diverse istituzioni islamiche locali e si batte da tempo perché Barcellona abbia finalmente una moschea degna di questo nome, come le altre principali città spagnole. Emissari dell’emiro avrebbero già presentato l’ambiziosissimo progetto all’amministrazione comunale: un tempio da costruire al più tardi nel giro di cinque anni, con una capienza di 40mila persone, che conserva la struttura esterna della plaza (è patrimonio artistico protetto) ma, secondo il bozzetto elaborato da un consorzio di architetti tedeschi prevede anche la realizzazione di negozi e ristoranti, un salone per conferenze e un museo di storia islamica. Non è escluso che, accanto, possa essere costruita anche una chiesa cattolica di minori dimensioni, in segno di distensione e invito al dialogo interreligioso.
Inutile dire che c’è già chi storce il naso. Soprattutto all’interno del Partito Popolare, l’opposizione di centro-destra al governo municipale guidato dai nazionalisti. Afferma il Pp che i sostenitori della maxi moschea sono gente che «sostiene principi contrari alle norme di convivenza». Un attacco diretto alle scarse credenziali democratiche del Qatar. Già dieci anni fa, sull’onda degli investimenti a pioggia per il Forum mondiale delle culture, un altro tentativo di creare una moschea a Barcellona andò a vuoto. Anche in quel caso, si trattava di una plaza de toros, Las Arenas. I fondi per ristrutturarla venivano dall’Arabia Saudita. Alla fine non se ne fece niente e si preferì il progetto di Richard Rogers, star mondiale dell’architettura, per un grande centro commerciale.

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