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La Repubblica Rassegna Stampa
21.11.2010 Nemici della famiglia, morirete. E' l'avviso iraniano alla Tv di Murdoch
A Teheran c'è Vattimo. a professò, statte accuorto ...

Testata: La Repubblica
Data: 21 novembre 2010
Pagina: 21
Autore: Angelo Aquaro
Titolo: «Iran, attacco alle Tv di Murdoch»

Su REPUBBLICA di oggi, 21/11/2010, a pag.21, con il titolo " Iran, attacco alle Tv di Murdoch ", un articolo di Angelo Aquaro contro il suo network Farsi1. Il cordiale avvertimento è stato " Nemici della famiglia, morirete ".  A Teheran dovrebbe esserci Gianni Vattimo per convegno dei filosofi, grande ammiratore della Repubblica dei mullah. Speriamo che non sappia in  giro che Vattimo è omosessuale, chissà, potrebbe verificare di persona quanto sia apprezzabile quel regime.
Ecco l'articolo:


la Tv di Murdoch                        Gianni Vattimo    'giustizia' a Teheran

NEW YORK - La minaccia è comparsa sul piccolo schermo. "Gli alleati del sionismo devono saperlo: i sogni di distruggere le fondamenta della famiglia porteranno diritti alla tomba". Se non fossimo nel regime omicida degli ayatollah ci sarebbe da sorridere: quei valori della famiglia da difendere a spada tratta ricordano così da vicino le pruderie censorie del nostro regime democristiano anni Cinquanta. Eppure i dirigenti di Farsi1, la tv che Rupert Murdoch ha lanciato fin laggiù in Iran, erano stati così attenti a non urtare i comportamenti di quella società in cui più dell'80 per cento della popolazione è sotto i 30 anni e solo le bugie della dittatura disegnano ancorata a quel passato che non passa.

"Se la sceneggiatura contiene qualcosa di inappropriato, noi la correggiamo. Se nelle immagini c'è qualcosa di inappropriato, noi le cancelliamo". Zaid Mohseni si difende. Ma l'amministratore e comproprietario della tv più invisa al governo isalmico sa benissimo che la colpa primordiale è un'altra. Trasmettere, sempre e comunque, telenovelas. Soap opera. Addirittura telefilm. Compreso quel "24" che nell'America del dopo 11 settembre diventò un cult trasformando in serial la guerra ai terroristi.

Stupisce dunque che la tv nata appena un anno fa sia diventata la più popolare nell'Iran oppresso anche sul piccolo schermo, dai tiggì e dai telefilm di stato? Cifre non ce ne sono, perché lì l'audience non si può  misurare. Ma c'è chi giura che oltre al problema dei valori, anche quello del marketing abbia inciso nell'offensiva che il governo di Teheran ha mosso verso la tv: che è un business a metà tra Murdoch e la famiglia Mohseni.

Potere della retorica. Proprio lui, il padrone dell'impero mediatico su cui non tramonta mai il sole, il proprietario della Fox in cui, qui in America, l'idolo Glenn Beck viene giustamente messo sotto accusa per i suoi deliri antisemiti (l'ultima vittima è stata George Soros), proprio lui laggiù in Iran viene attaccato dalla televisione di stato come un "agente sionista".

Come in tutti i regimi che si rispettino, dopo le accuse pubbliche ("Questi programmi distruggono l'onore e la castità delle nostre famiglie incoraggiando il libertinismo, l'ubriacatura e il culto di Satana", ha tuonato l'onorevole Mohammad-Taghi Rahbar) adesso siamo passati ai fatti. E le minacce, con quella scritta apparsa questa settimana sul teleschermo, sono state affidate al fantomatico cybersercito dell'Iran: dietro cui, non è un segreto per nessuno, si nascondono i guardiani della rivoluzione. Non è un nome nuovo agli investigatori occidentali. L'Iranian Cyber Army è il gruppo a cui gli ayatollah affidano i lavori sporchi. È lo stesso gruppouscolo di hacker che qualche mese fa mandò in tilt Twitter: un clamoroso attacco con cui Teheran si vendicò del ruolo che il micro social forum svolse nell'estate di rivolta e sangue del 2009.

E pensare che, a parte "24", la quasi totalità dei prodotti che il prudente Murdoch ha esportato in Iran non arrivano nemmeno dagli Usa, ma soprattuto dal Sud America e dalla Corea del Sud. D'accordo, dice il New York Times, si parla soprattutto di amore e infedeltà: ma mai una scena di sesso, mai un contatto maschio-femmina, mai neppure un bacio. E mai, oltretutto, una notizia. SuperRupert aveva pensato bene di non stuzzicare il regime con quei tg in lingua farsi trasmessi per esempio da Bbc Persian o Voice of America. Ma non serve scomodare Joseph Nye e la sua teoria del "soft power" per capire quanti danni possa fare al paese degli ayattolah un bacio: anche quello appena evocato su un piccolissimo schermo.

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