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La Repubblica Rassegna Stampa
08.11.2008 Parole chiare su Pio XII
che smentiscono Pave the Way

Testata: La Repubblica
Data: 08 novembre 2008
Pagina: 45
Autore: La redazione
Titolo: «Sopravvissuti alla Shoà: No a Pio XII santo»

E' in arrivo dagli Stati Uniti la risposta a < Pave the Way >, l'associazione messa in piedi dal Vaticano per dimostrare quanto gli ebrei salvati grazie all'aiuto dei religiosi cattolici fosse materia sufficiente per accelerare il processo di beatificazione di Papa Pacelli.  Arriva dall' American Gathering of Jewish Holocaust Survivors and their Descendants, un gruppo di ebrei americani per niente d'accordo con Pave the Way. AGJHSD è una organizzazione seria, i suoi componenti  non hanno atteso l'invito del Vaticano per occuparsi dell'argomento. La verità che emerge è quella da sempre sostenuta da chi vede nella beatificazione di Pio XII un affronto a quanto accadde in quegli anni terribili. il Cardinal Bertone, il quale ha affermato che gli archivi sono stati aperti e sono semmai gli storici a non averli consultati, ha affermato il falso. Gli archivi vaticani, dal 1939 al 1945 sono ancora chiusi. Chi è stato danneggiato dal comportamento del Papa ha tutto il diritto di intervenire. Non è una questione religiosa, ma storica. REPUBBLICA di oggi, 08/11/2008, a pag. 45 pubblica questa nota che riprendiamo:

CITTA´ DEL VATICANO - In America i sopravvissuti alla Shoah e i loro discendenti hanno deciso di coalizzarsi e formare un gruppo di pressione su papa Benedetto XVI perché fermi il processo di beatificazione di Pio XII. Se diventasse santo, «sarebbe una tragedia per le relazioni ebraico-cattoliche». E´ questo quello che è emerso dalla riunione dell´American Gathering of Jewish Holocaust Survivors and their Descendants (AGJHSD) che si è svolta giovedì sera a New York, un incontro in cui è stato approvato un piano di azione (che prevede, tra l´altro, di rivolgersi ai nunzi apostolici della Santa Sede sparsi per il mondo perché a loro volta si rivolgano al Papa). L´annuncio formale delle azioni programmate sarà dato lunedì.
Come si sa, la "contesa" è tra gli ebrei (e Israele) che accusano Pio XII di non aver "alzato la voce" contro lo sterminio nazista, e la Chiesa convinta invece che Papa Pacelli, durante la Seconda Guerra Mondiale, abbia lavorato silenziosamente dietro le scene e aiutato molti ebrei a salvarsi.
«E´ un grido che viene dal cuore» ha detto Elan Steinberg, vicepresidente dell´AGJHSD, «altri leader ebrei hanno già preso la parola sull´argomento, ma noi parliamo a nome dei sopravvissuti e speriamo che questo abbia un impatto più diretto. La cosa ci fa molto soffrire. Non escludo che negli archivi possano esserci documenti che discolpano Pio XII, ma il Papa non levò la sua voce. Vogliamo anche sottolineare le differenze tra lui e Giovanni XXIII, che al tempo era un diplomatico del Vaticano in Turchia e salvò molti ebrei mandando anche al Pontefice vari rapporti sulla loro penosa situazione».
E´ la prima volta che i sopravvissuti americani e i loro figli, la loro organizzazione conta circa sessantamila membri, organizzano una campagna di pressione sul Vaticano. E la decisione arriva all´indomani delle dichiarazioni del Cardinale Bertone, che ha definito "una leggenda diffamatoria" il presunto silenzio di Eugenio Pacelli sulla Shoah.

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