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L'Adige Rassegna Stampa
29.07.2019 'Il nuovo antisemitismo? L’obiettivo ora è Israele'
Intervista a Fiamma Nirenstein

Testata: L'Adige
Data: 29 luglio 2019
Pagina: 1
Autore:
Titolo: «Intervista a Fiamma Nirenstein: 'Il nuovo antisemitismo? L’obiettivo ora è Israele'»

Riprendiamo dall' ADIGE del 28/07/2019, con il titolo "Intervista a Fiamma Nirenstein: 'Il nuovo antisemitismo? L’obiettivo ora è Israele' ", l'intervista a Fiamma Nirenstein.

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Fiamma Nirenstein

BOLZANO. L’ altro giorno il prefetto di Strasburgo ha vietato le bandiere israeliane allo stadio. “Potrebbero provocare” ha scritto in una ordinanza. C’ era in programma la partita con il Maccabi di Tel Aviv, non una manifestazione politica. Questo in Francia. In Germania le autorità locali hanno “sconsigliato” di indossare la kippah, tradizionale copricapo ebraico dai tempi di Mosè. La ragione? Vi potrebbero essere aggressioni da parte della comunità islamica. Ogni giorno ragazzi ebrei vengono picchiati davanti alle scuole. Vecchie ebree sono rapite e uccise da bande di giovani, ancora e soprattutto in Francia. In Svezia il partito nazifascista sembra libero di tornare ad accusare gli ebrei di ogni nefandezza. Insomma, che succede? «Che al vecchio antisemitismo , quello , come dire, tradizionale, che vive. È dal ’46 che Israele è aggredito ma tutti lo vedono come aggressore. Vuole vivere, semplicemente. Ma questo per un ebreo è imperdonabile.

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Il governo israeliano non ha nessuna colpa? Tutti i governi ne hanno. Ma li si giudica caso per caso. Mi dicono: ma la sinistra israeliana... Beh sinistra e destra hanno tutti tentato la trattativa. E tutti difeso i confini.

Quelli del '66 qualcuno li giudica non corretti... E infatti Gaza è stata liberata. Non c'è più un ebreo. Certo, dopo aver visto cosa è accaduto, quali attacchi giungono da lì, Israele vuole garanzie di non essere ancora attaccato.

Questo nuovo antisemitismo è soprattuto in Europa, no? Certo. C’è la tradizione neonazi da duemila anni se ne è aggiun- to uno nuovo. Non più solo religioso. Non più solo etnico. Ma che si rivolge ora ad Israele. Stato considerato come l’ ebreo collettivo...». Fiamma Nirenstein dice proprio così “collettivo”. Come se finalmente non ci fosse più solo una persona fisica ma un’ entità finalmente riconoscibile collettivamente. Da considerare di nuovo come radice di ogni male del mondo. Così come lo erano i singoli: come l’ “ebreo parassita” indicato dai nazisti. Egoista, avaro, col naso adunco, autore di ogni complotto, uccisore di bambini cristiani. Dall’ uomo allo stato, ecco il salto di qualità.

L’antisemitismo è tornato in modo molto visibile ultimamente... Non solo ultimamente. Da anni in Europa è pericoloso per un ebreo girare per certe città, camminare nei quartieri. Ovunque. Dalla Germania , in cui il copricapo è considerato una provocazione, alla Svezia. Soprattutto alla Francia.

Perchè lì, soprattutto? C’ è una grandissima comunità islamica. Algerini, marocchini. Per i giovani musulmani aggredire l’ ebreo è una costante verificabile in particolare nelle banlieu. Dove infatti le piccole comunità israelite hanno deciso di abbandonare interi rioni. O a Marsiglia dove moltissime famiglie ebree sono emigrate in Israele. L’ Europa non è più un posto sicuro. E le autorità alla fine consigliano di non mostrarsi troppo ebrei praticanti... Ecco.

Come in passato? Beh, in passato c’è stato l'orrore nazista. Le nostre leggi razziali. Ma oggi la questione è più subdola. Si prova a non analizzarla. Limitandosi a elencare caso su caso. Ma ormai sono quotidiani.

Dunque l'antisemitismo è cambiato. E come? Da quello religioso, di tipo medievale, si è passati nel XIX e XX secolo a quello etnico. L’ebreo come uccisore di Cristo, come protagonista di riti demoniaci è diventato, coi nazisti ma anche prima, l’ebreo parassita, che sfrutta la società ariana e cristiana per svuotarla e impadronirsene. Oggi invece l'antisemitismo ha trovato un nuovo nemico: lo Stato di Israele. Adesso è lo stato come tale ad essere accusato di nazismo, genocidio, aggressioni, uccisioni. Colpevole di ogni male altrui.

E la questione palestinese? È, appunto, una questione. Va risolta, va trovata la pace. Anche in due Stati. Ma, ad esempio, Gaza è uno stato. È libero. E sta e fascista che trova nuove legittimazioni. E questo è un punto. Poi c'è Israele, come detto. La sua sola esistenza pare una provocazione. E poi in Europa, negli ultimi decenni, c’ è stata una fortissima immigrazione islamica. E' indubbio che esista una relazione, soprattutto in paesi come la Francia dove è sta- ta massiccia, tra grandi comunità islamiche e aggressioni antisemite. Che avvengono proprio nei luoghi della loro più verificata presenza.

Un ebreo oggi ha paura? Se non vive in Israele sì. Sembra assurdo vista la situazione lì, ma è così. Almeno può difendersi. Mentre invece in Europa si trova sotto tiro come persona, come ebreo e adesso anche come assimilabile a uno Stato. Che vorrei fosse giudicato caso per caso anche per i suoi errori. Ma come gli altri stati. Ma non aggrediti gli ebrei perché vi si riconoscono come minoranza.

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p.ghezzi@ladige.it

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