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Il Resto del Carlino Rassegna Stampa
31.05.2004 Riflessioni sul quotidiano bolognese
sempre più anti-Israele e anti-USA

Testata: Il Resto del Carlino
Data: 31 maggio 2004
Pagina: 5
Autore: Giampaolo Pioli
Titolo: «La nomina di Iyad Allawi»
Qualche riflessione sul RESTO DEL CARLINO, il quotidiano bolognese.
La sua diffusione riguarda l'Emilia-Romagna (esclusa Piacenza), le Marche e la provincia di Rovigo. A questo si aggiungono La Nazione (diffusa in Toscana, in Umbria e nella provincia della Spezia) e Il Giorno (diffuso in Lombardia e in provincia di Piacenza). Queste sono le tre testate (macroregionali) di un medesimo giornale, il Quotidiano Nazionale. Quindi gli articoli pubblicati dal Carlino su Israele e l'Iraq siano gli stessi della Nazione e del Giorno. Il Quotidiano Nazionale (QN)ha un numero di copie vendute di oltre cinquecentomila (una tiratura inferiore solo a quella del Corriere e di Repubblica).
Il RESTO DEL CARLINO non è un quotidiano di sinistra, bensì è più filoberlusconiano di tanti altri giornali di centro-destra. Eppure è antiamericano e antiisraeliano. E' sconcertante, ma è così, dato che tra gli editorialisti di punta c'è Massimo Fini, come pure c'è Franco Cardini, il quale sulla strage di Nassiriya scrisse un articolo pubblicato "con piacere" dalla redazione di questo giornale, contenente affermazioni simili a quelle poi formulate da Vattimo in tv. (Ottolenghi, come Elie Wiesel su Repubblica e Hertzberg sull'Unità , è fumo negli occhi).

Riceviamo una lettera da un lettore di Informazione Corretta ad un collaboratore del giornale bolognese, che volentieri pubblichiamo. E sulla quale invitiamo i nostri lettori a scrivere al RESTO DEL CARLINO.

Egr. Sig. Giampaolo Pioli,

Leggo il Suo articolo pubblicato sul Quotidiano Nazionale (Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno) del 29/5/2004, riguardante la nomina di Iyad Allawi alla guida del futuro governo iracheno. L'articolo è scritto da New York, come tutti i suoi precedenti articoli, anche quelli che riguardavano il conflitto israelo-palestinese.
Sin dalle prime righe noi poveri lettori veniamo informati che Allawi "guida un partito di opposizione imbottito di ex militari disertori, che nel 1996 tentò un golpe contro Saddam". "Disertori", "golpe". Poi Allawi è definito "un duro molto vicino agli americani e ai servizi segreti". "Americani", "servizi segreti". Più avanti Lei lo definisce "golpista". Basterebbero queste parole chiave a orientare in senso antiamericano il lettore. Ma Lei non è soddisfatto: anche stavolta definisce il governo provvisorio iracheno (quello entrato in carica il 1° luglio dello scorso anno) un "governo fantoccio". Allawi, come intende Lei, è un losco personaggio, mentre gli americani si rivelano ancora una volta biechi imperialisti nemici della libertà e della democrazia. Per caso, Lei rimpiange Saddam? Se permette, Avvenire, quotidiano della Cei, dà un'altra versione dei fatti: Allawi non è molto amato dagli americani, in quanto critico nei confronti di Bremer. Fantoccio? Gli americani sono in Iraq per imporre governi fantoccio? Ne è sicuro? Quello che Lei chiama "governo fantoccio" comprende, per ammissione dello stesso Sandro Curzi anche i comunisti. E questo è un fatto.
Non è la Sua avversione a Bush che io contesto, sia chiaro, ma il modo col quale vengono riportati i fatti. Si può mentire dicendo cose non vere, oppure non raccontando tutta la verità. Lei in quanto giornalista dovrebbe sapere come stanno realmente le cose. Almeno dovrebbe. Ma chiunque abbia un minimo di senso critico non può non rilevare il Suo silenzio sui crimini di Saddam. Solo di recente Lei ha fatto un fugace riferimento a "torture". Ma il passato regime non si limitava a torturare. E poi Lei ha aggiunto che queste erano "vecchie". Le torture di Saddam sono acqua passata, quindi? E i curdi uccisi in massa col gas nervino? Dobbiamo pensare che sia tutta una montatura dei soliti americani? Del resto Lei, signor Pioli, non va dicendo che la storia delle armi di distruzione di massa è una "menzogna"? Sono costretto a pensare che Lei e il Suo giornale abbiate poca o nessuna considerazione per l'intelligenza dei lettori. (Ad Halabja, nel Kurdistan iracheno, almeno 5000 persone furono sterminate dalle panarabe bombe chimiche di Saddam. Questo è un fatto. Come è un fatto che il massacro di Halabja fu parte di un più vasto piano di sterminio - la famigerata operazione "Anfal" - che costò la vita a 200.000 curdi. Parlarne non significa insabbiare la verità su Abu Ghraib).
Altro Suo silenzio: lo scandalo "oil for food". Da mesi mi chiedevo come mai Lei non ne parlasse. Silenzio totale. Eppure Lei non è accreditato presso la sala stampa del Palazzo di Vetro? Poi di recente un fugace accenno: questo scandalo è una montatura creata dal "fantoccio imbroglione" Ahmad Chalabi (sic).
Nei giorni scorsi, Lei ha definito "animali" gli americani in Iraq. Questa Sua è solo una critica a Bush? Non è antiamericanismo? Non è forse antiamericanismo scrivere che gli Usa non sono liberatori, ma "occupanti", e che "occupanti" lo erano anche in Giappone nel 1945? E pretendere una "Norimberga per gli americani" è solo una critica ai cosiddetti "falchi"? E chi sono, a Suo parere, i "falchi"? "Falco" è il rude Rumsfeld, come il più raffinato Cheney. "Falchi" sono gli intellettuali neoconservatori, ma anche Condoleezza Rice e addirittura il direttore della Cia, Tenet. Lei usa un solo aggettivo per descriverli tutti: "falchi", appunto. Sono costretto a ricordarLe che Tenet fu nominato direttore della Cia da Clinton. Non è neppure repubblicano, mi pare. Gianni Riotta, serio giornalista liberal, colloca Tenet tra le "colombe". Chi ha ragione Lei o Riotta? Quanto alla Rice, Ennio Caretto, giornalista più che liberal, radical, la colloca in una posizione mediana tra i "falchi" e le "colombe". Sono gli stessi giornalisti di sinistra a smentire Lei, signor Pioli.
E' sconcertante che il Quotidiano Nazionale (Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno), pur restando un quotidiano di centro-destra abbia deciso di fare concorrenza al Manifesto, sposando i più consunti luoghi comuni politicamente corretti. Gli arabi sono buoni solo quando odiano gli Stati Uniti e Israele. Per Lei il terrorismo baathista e qaedista in Iraq è "resistenza" o addirittura "intifada" (così è chiaro cosa Lei pensi di Israele anche quando parla d'altro). Chi, fra gli arabi, non è antiamericano e antiisraeliano, merita solo disprezzo. Chalabi docet. C'è da rilevare, inoltre, che nei Suoi articoli sull'Iraq non vi è alcuna distinzione tra i curdi, gli arabi sciiti e gli arabi sunniti. Essi sono tutti indistintamente iracheni e "tutti" (sono parole Sue) considerano gli Usa come invasori. Nei Suoi articoli il mondo è in bianco e nero, senza zone grigie. Sembrerebbe di leggere un giornalino di una scuola "okkupata", se non fosse per il fatto che il Quotidiano Nazionale vanta una tiratura di oltre cinquecentomila copie (inferiore solo a quella del Corriere e di Repubblica). Evidentemente la qualità è inversamente proporzionale alla quantità.
Con disappunto,
Diego Melpignano
Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla redazione del Quotidiano Nazionale. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.



redazione.cronaca@ilrestodelcarlino.it

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