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Corriere del Ticino Rassegna Stampa
07.10.2020 Sergio Della Pergola sul Covid in Israele. Ma la redazione aggiunge una didascalia per attaccare Netanyahu
L'intervista di Osvaldo Migotto

Testata: Corriere del Ticino
Data: 07 ottobre 2020
Pagina: 17
Autore: Osvaldo Migotto
Titolo: «'In Israele condotte sconsiderate dietro la nuova ondata di contagi'»
Riprendiamo dal CORRIERE del TICINO, oggi 07/10/2020, con il titolo 'In Israele condotte sconsiderate dietro la nuova ondata di contagi', l'intervista di Osvaldo Migotto a Sergio Della Pergola.

A corredo dell'intervista, il Corriere del Ticino pubblica una immagine con la didascalia "L'arresto di una manifestante durante una protesta anti-Netanyahu. Il premier è accusato di usare il lockdown a scopi politici". Questa aggiunta redazionale non ha niente a che fare con le parole di Della Pergola, è un gratuito giudizio contro Benjamin Netanyahuaggiunto da uno zelante redattore.

Ecco l'intervista:

Israele vista da Sergio Della Pergola: un dibattito alla Biblioteca  Ambrosiana | Mosaico
Sergio Della Pergola

È ormai da alcuni mesi che la seconda ondata di coronavirus preoccupa le autorità. Vi è sempre iI mancato rispetto delle norme di prevenzione a origine del crescente numero di contagi? «Sì, e con il tempo questa mancanza di disciplina si è molto acuita. Una parte della popolazione non rispetta le disposizioni sanitarie, non mantenendo le distanze di sicurezza, rifiutando l'uso della mascherina e via dicendo. A ciò va aggiunto il fatto che il 1° settembre sono state riaperte le scuole, decisione da molti ritenuto discutibile, e ciò ha portato ad un'impennata dei contagi. Israele è così diventato il primo Paese al mondo come numero di contagi rispetto al numero di abitanti. Mentre nella fase iniziale della pandemia avevamo dei dati molto bassi di infetti. Il numero totale dei decessi, circa 1.700, è relativamente basso, però è più che quintuplicato in negli ultimi mesi».

Corona (COVID-19) - Themapagina - BijnierNET

Qual effetti ha avuto l’esplosione del numero di infetti? «Tale crescita esponenziale dei contagiati comporta grosse tensioni interne, in quanto in Israele la popolazione è composta da vari gruppi con comportamenti culturali molto diversi gli uni dagli altri. La popolazione araba, circa un quinto del totale, registrava punte alte di contagi che negli ultimi giorni si sono un po' ridotti. Tra queste persone il fattore scatenante dell'epidemia sono i grandi matrimoni, le grandi manifestazioni di gioia collettiva nella comunità, senza alcuna precauzione. Comportamenti con gravi conseguenze in ambito sanitario».
Preoccupa anche l’atteggiamento degli ortodossi? «Sì, oggi il problema principale è il comportamento della parte ortodossa della maggioranza ebraica. Si tratta del 10-12% della popolazione israeliana, ma negli ultimi giorni la percentuale di contagi in questo gruppo rappresenta circa il 40% di tutti i nuovi casi. Ci sono dei rabbini che dicono di ignorare le direttive dello Stato in quanto ritengono che quello che conta è la protezione divina».
In cosa consiste iI nuovo giro dl vite per contenere l’epidemia? «Un paio di settimane fa sono state adottate nuove restrizioni. E ad esempio vietato muoversi oltre un chilometro dal proprio domicilio, anche se poi non tutti rispettano le norme. Molte attività produttive sono state chiuse, sia nel settore privato sia in quello pubblico. Dal mondo dell'economia che stava riprendendosi dopo la prima ondata, è partita una nuova ondata di licenziamenti o di messa a riposo per ferie o malattia. Si calcola che circa un milione di persone sia rimasto senza lavoro».
Vi sono aiuti per i disoccupati? «La situazione economica è grave, anche se lo stato sociale dà dei sussidi a chi resta disoccupato. Gli aiuti non possono andare avanti a lungo».
Vi è il rischio che si arrivi a una situazione analoga a quella vissuta dall’ltalia lo scorso inverno? «Siamo ancora lontani da quella tragica situazione, però l'evolversi della pandemia dipende anche dalla forte incoscienza di alcuni gruppi della nostra società che organizzano riunioni di massa. In Israele abbiamo il Capodanno ebraico che è stato celebrato un paio di settimane fa. Poi vi è la celebrazione ebraica dell'espiazione, il giorno del Kippur. Anche le persone più lontane dalla religione finiscono per andare almeno una volta all'anno alla sinagoga a pregare e quindi si creano dei grandi assembramenti. Poi comincia la festa delle capanne, in ebraico Sukkot, che dura fino a sabato prossimo. Festività ricche di incontri, vedremo che impatto avranno sulla diffusione del virus. Poi si spera che l'ondata di contagi inizi a decrescere anche perché le scuole sono state chiuse e si procede con l'insegnamento a distanza».

Per inviare al Corriere del Ticino la propria opinione, telefonare: 091/9603131, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


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