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Corriere del Veneto Rassegna Stampa
25.01.2019 Il sindaco di Padova Sergio Giordani (PD) paragona i migranti di oggi agli ebrei nella Shoah
Cronaca di Marco Bonet

Testata: Corriere del Veneto
Data: 25 gennaio 2019
Pagina: 5
Autore: Marco Bonet
Titolo: «Il sindaco di Padova paragona i migranti ai morti della Shoah. La Lega insorge: 'Vergognoso'»

Riprendiamo dal CORRIERE del VENETO di oggi, 25/01/2019, a pag. 5, con il titolo "Il sindaco di Padova paragona i migranti ai morti della Shoah. La Lega insorge: 'Vergognoso' ", la cronaca di Marco Bonet.

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Il sindaco di Padova Sergio Giordani (PD)

Un parallelo tra i nostri giorni e quelli del Terzo Reich. Tra gli indifferenti di ieri e quelli di oggi, le vittime dei campi di sterminio e quelle del mare. E, più velata, sottintesa, una similitudine tra i responsabili del massacro antisemita e quelli della mattanza delle migrazioni africane. Sono un caso le parole pronunciate dal sindaco di Padova Sergio Giordani ieri, durante la cerimonia della posa di sei pietre d'inciampo nella sua città, in ricordo di Giuseppe e Italo Parenzo, e di Rodolfo e Luisa Hoffman Ducci e dei figli Eva e Teo. «C'è un'agghiacciante similitudine in quello che è accaduto allora e nelle vicende che oggi vedono morire nel Mediterraneo migliaia di persone» ha detto Giordani, che dopo aver ricordato come molti italiani «si resero complici» dei nazifascisti e molti altri «girarono la testa dall'altra parte», ha aggiunto: «Altri si opposero come potevano all'orrore e chissà se anche allora li deridevano chiamandoli buonisti». Quindi si è soffermato sui migranti «deportati e annegati in mare; non hanno più una identità, sono solo dei numeri, entità astratte senza un volto, che oltre a non avere un futuro non hanno più neppure una storia. Chissà, forse anche tra i bambini morti nei campi di concentramento ce n'era uno che aveva nascosto in tasca una pagella piena di bei voti, pensando che potesse essere un lasciapassare per un futuro migliore» (il riferimento è alla storia tragica raccontata dall'anatomopatologa Cristina Cattaneo alcuni giorni fa). Giordani ha quindi concluso: «Comunque la pensiamo, stiamo parlando di persone: donne, uomini e bambini rispetto ai quali non possiamo semplicemente dire non mi riguarda. II Giorno della Memoria è l'occasione per riflettere sul fatto che quando parliamo della vita di un essere umano, nessuno di noi si può chiamare fuori».

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Mucchi di assassinati in un lager tedesco durante la Shoah

Un discorso che ha scosso le coscienze di quanti hanno preso parte alla cerimonia e suscitato l'indignata reazione della Lega, che l'ha interpretato, a ragione, come un attacco diretto al ministro dell'Interno Matteo Salvini e alla sua politica dei porti chiusi. Per giunta nel giorno in cui il Tribunale dei Ministri ha richiesto l'autorizzazione a procedere in giudizio nei suoi confronti per il caso Diciotti. «Quella di Giordani è una similitudine fuori luogo, vergognosa e anti storica - attacca il segretario regionale Gianantonio Da Re - farebbe meglio a ragionare con la sua testa anziché con quella dell'estrema sinistra che tiene in piedi la sua giunta. Così si banalizza la tragedia dell'Olocausto, per quanto mi riguarda vada a rileggersi i miei discorsi da sindaco di Vittorio Veneto in occasione del 25 aprile». Furibondo anche Roberto Marcato, assessore regionale allo Sviluppo economico: «Siamo davanti ad una sparata inopportuna e offensiva ma soprattutto strampalata, sotto tutti i punti di vista. Se Giordani si riferisce alle migrazioni, sta parlando di una vicenda tutta africana: africani sono quelli che fuggono, africana è la terra che attraversano, africani sono i lager in cui vengono rinchiusi, africani i loro aguzzini, africani gli scafisti che li lasciano in mezzo al mare a morire. Che c'entrano gli ebrei vittime della follia nazista e fascista? Se invece Giordani, come altri prima di lui, pensa alle deportazioni guardando allo svuotamento dei Cara di Castelnuovo, o di Bagnoli, o di Cona - prosegue Marcato - forse avrebbe fatto bene a farsi un giro in quegli hub, per rendersi conto di persona che parliamo di stalle, di accampamenti quelli sì in violazione della dignità umana. II governo li sta chiudendo assicurando protezione adeguata a chine ha diritto e il rimpatrio a chi non ne ha diritto». E rincara Nicola Finco, capogruppo della Lega in Regione: «Giordani sta sfruttando una tragedia immane come quella della Shoah per fare polemica politica su un tema delicato come quello dell'accoglienza. Una caduta di stile che si sarebbe potuto risparmiare». Va detto che durante l'incontro in occasione del Giorno della Memoria al Teatro alla Scala di Milano, anche la senatrice a vita Liliana Segre aveva accostato le due vicende, come poi avrebbe fatto Giordani: «lo sono stata clandestina e richiedente asilo, so cosa vuol dire essere nella terra di nessuno quando nessuno ti vuole, come si sta quando le frontiere sono chiuse e si ergono muri. Ma come faccio a gridarlo a chi erge muri? So cosa vuol dire vedersi negare l'asilo e sentirsi dire che non è vero che si è perseguitati e che non c'è posto per nessuno».

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