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Corriere del Veneto Rassegna Stampa
20.11.2018 Due ignoranti, cronista e prof. scrivono e parlano senza conoscere i fatti
Le due sinagoghe italiane salvate e oggi esposte al Museo di Israele

Testata: Corriere del Veneto
Data: 20 novembre 2018
Pagina: 9
Autore: Stefano Ferrio
Titolo: «Storia delle sinagoghe scomparse nella Marca e ritrovate in Terrasanta»

Riprendiamo dal CORRIERE del VENETO di oggi, 20/11/2018, a pag. 9 con il titolo "Storia delle sinagoghe scomparse nella Marca e ritrovate in Terrasanta"la cronaca di Stefano Ferrio.

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La sinagoga di Conegliano al Museo d'Israele

L'ignoranza di Israele del cronista si accompagna alla malafede della prof.Chiara Maragaggia, 'da pochi anni in pensione' come riferisce Ferrio, che è andata in Israele a farsi un viaggio, anche lei senza conoscere la storia del paese che ha visitato.
Soltanto una ignorante può raccontare un insieme di falsità come la prof.Maragaggia. La storia delle due sinagoghe trasportate in Israele alla fine della 2a guerra mondiale non ha nulla di strano. Salvatesi parzialmente dalla distruzione a causa dei bombardamenti, sarebbero crollate sotto le ruspe come molti altri edifici. Soltanto grazie al lavoro di recupero dei loro interni e il conseguente trasporto a Gerusalemme, è stato possibile salvarle. Oggi è possibile ammirarle al Museo d'Israele della capitale. Certo, organizzare la spedizione richiese la massima cura e attenzione per evitare impedimenti che avrebbero compromesso il loro salvataggio.
Di tutto questo cronista ed esimia prof. nulla sanno, da qui le castronerie contenute nell'articolo.

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La prof.Chiara Magaraggia

«Non credevo ai miei occhi, perché avevo di fronte l'intera sinagoga di Vittorio Veneto, gioiello rococò del primo `700 perfettamente conservato. E non mi trovavo in un qualche museo del Nordest, ma lungo il Corridoio delle comunità perdute dell'Israel Museum di Gerusalemme». Lo stupore di cui rende conto Chiara Magaraggia,docente di lettere del liceo Fogazzaro, da pochi anni in pensione, era destinato a moltiplicarsi pochi giorni dopo, «quando — continua l'insegnante — mi sono trovata non davanti, ma dentro un'altra sinagoga veneta del diciottesimo secolo, quella di Conegliano, che però a Gerusalemme è tuttora luogo di culto per gli ebrei di origine italiana, collocata all'interno di un palazzo legato a una famiglia di origini tedesche». Queste e altre rivelazioni si riverseranno oggi so novembre sul pubblico che alle ore 16 converrà a palazzo Leoni Montanari di Vicenza per assistere all'incontro a ingresso libero inserito nel ciclo della società Dante Alighieri con il titolo «La strana storia delle sinagoghe perdute e ritrovate». La professoressa Magaraggia lo condurrà adornandolo con musiche scelte da Linda Viero e letture affidate a Francesca Clementi. Se camminare è un'arte, insegnata dal pensiero Zen giapponese, e praticata da scrittori come Wolfgang Goethe e Robert Walser, Chiara Magaraggia dimostra di avere appreso il suo semplice segreto, ovvero non guardare di sfuggita, ma «vedere» in profondità. Un luogo in cui l'ha sperimentata è il cimitero acattolico di via Fratelli Bandiera, in disuso da ormai sessant'anni. «Una struttura di cui essere grati al Regno d'Italia —racconta l'insegnante — sorto subito dopo la liberazione del Veneto, nel 1866, in un'epoca in cui non si esitava, come invece si fa oggi, a riservare luoghi di sepoltura alle comunità non cattoliche. Qui mi sono dedicata a lungo all'osservazione di tombe come quelle di Abramo Lattes ed Elisa Segre. Sono i genitori di Laura Lattes, amatissima insegnante di lettere che, dopo la promulgazione delle leggi razziali del 1938 da parte del regime fascista, viene cacciata dall'istituto magistrale Fogazzaro con tanto di provvedimento d'espulsione firmato dal corpo docente». Sulla scia di queste ricerche, si innestano i periodici viaggi in Israele. Gli ultimi due, vissuti sempre «in cammino» fra memorie e manufatti, portano alla sorprendente, doppia scoperta delle sinagoghe venete accuratamente trasposte, pietra per pietra, nella città riconosciuta come «santa» da ebrei, cristiani e musulmani: Gerusalemme. «E' una storia che meriterebbe un libro — ammette la docenteve non mancherebbero capitoli avventurosi, come quelli ambientati dopo la Liberazione del `45, quando i superstiti delle comunità ebraiche di Conegliano e Vittorio Veneto chiedono al rabbino di Venezia di trasferire i propri templi nel nascente stato di Israele. Non certo un rabbino qualunque, visto che si trattava di Elio Toaff, morto centenario nel sois, e considerato la massima autorità spirituale ebraica vissuta in Italia nella seconda metà del `9oo». I fatti dimostrano che Toaff acconsentì al «trasloco», avvenuto poi in un clima di riservatezza diplomatica su cui sarebbe suggestivo interpellare oggi eminenti ebrei vicentini dell'epoca, tumulati nel cimitero acattolico. Come Gioacchino Luzzatto, ceramista sulla cui lapide si leggono struggenti parole rivolte alla figlia bambina, che morirà ad Auschwitz assieme al marito. O come Ermes Jacchia, l'ultimo a essere sepolto qui, nel 1956. Raffinato pensatore ed editore, che chissà cosa sapeva, di questa fascinosa storia di sinagoghe scoperta dalla professoressa Magaraggia.

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