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Riprendiamo dal CORRIERE FIORENTINO del 25/05/2022, l'articolo "Cento Wanda Lattes: 'La lezione di Mamma, donna del secolo' " di Fiamma, Susanna, Simona Nirenstein.
Wanda Lattes, Alberto Nirenstein Avrebbe compiuto oggi cento anni la nostra mamma Wanda Lattes, che invece ci ha lasciato quattro anni fa il 2 di giugno. E quanto le sarebbe piaciuto: anzi, la sua invincibile vitalità, se la natura glielo avesse permesso avrebbe ancora sfavillato fino a chissà quando, arricchendosi di idee e di avventure. Come piaceva a lei. La mamma ha fatto suo il secolo passato, lo ha abbracciato e fatto suo in ogni piega; tutte le battaglie che questo secolo ci ha proposto con l'emancipazione delle donne, la cultura di genere in drammatico cambiamento, le guerre, le persecuzioni antisemite l'hanno vista in prima fila. All'inizio del secolo scorso, Wanda e la sua sorella Rirì, sono due graziose figlie della borghesia ebraica beneducata nel buon gusto della nonna Rosina Volterra, figlia di una grande famiglia di antiquari, e nella rettitudine del Nonno Pinetto, funzionario di banca, ex volontario della guerra '15-'18, amico di Edoardo Spadaro e di Vamba.
Alberto Nirenstein, Wanda Lattes
Lo sbarco degli alleati, un'altra svolta del secolo porta a Firenze con l'eroica Brigata Ebraica da Israele che sta nascendo il babbo "Alberto" Aron Nirenstein. Che grande amore è stato il loro, tutto intessuto di idee rivoluzionarie, di speranze di pace, della consapevolezza improvvisa del disastro che il mondo ebraico aveva subito con la Shoah, di cui gran parte della famigla del babbo era stata vittima in Polonia, e dell'amore per Israele, che la mamma scopre con lui e che non l'ha mai più, neppure per un attimo, abbandonata. La nostra nascita e educazione sono state punteggiate dal sapore avventuroso di una vita molto naturale e diretta, informale e ironica, che cerca tuttavia sempre consolazione nella bellezza e nella cultura. Il babbo venne trattenuto dalla Polonia comunista per quattro anni quando era andato alla ricerca dei documenti che gli permisero poi di scrivere il suo fondamentale libro "Ricorda cosa ti ha fatto Amalek"sulla Shoah e la rivolta del Ghetto di Varsavia. Fu il compito della sua vita, ricordare da storico della Shoah. E quello della mamma, osservare, criticare, aprire le porte della nostra casa a chiunque avesse la ricchezza che a lei appariva quella fondamentale: il pensiero, non importa di quale colore politico. Non era una mamma che abbracciasse molto, se non i suoi adorati cinque nipoti Beniamino, Shira,, Avigail, Mimi, Itay; ma certo ci riempiva di mostre, di giri per Firenze, di storia, di concerti, di osservazioni pungenti che insegnavano un'autentica metodologia dell'osservazione della realtà. Ed erano anche un atto di passione. Noi tre ne siamo impregnate e consapevoli. E' magnifico che il Giardino di Borgo Allegri sia oggi intitolato al nome di Wanda e Alberto: il legame con Firenze della mamma è durato quasi un secolo, attraverso ogni traversia della storia, e proprio il formarsi e il perdurare qui del loro operoso amore è un segnale di speranza per tutti.
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