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L'Osservatore Romano Rassegna Stampa
07.09.2019 Si può usare la parola 'disimpegno' quando è in gioco l'arma nucleare dell'Iran?
Il Vaticano continua a legittimare l'Iran

Testata: L'Osservatore Romano
Data: 07 settembre 2019
Pagina: 3
Autore: Redazionale
Titolo: «Terza fase del disimpegno iraniano sul nucleare»
Riprndiamo dall' OSSERVATORE ROMANO di oggi, 07/09/2019, a pag.3, il redazionale dal titolo "Terza fase del disimpegno iraniano sul nucleare"


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Il Vaticano continua a legittimare il regime degli ayatollah. In questa politica non è il solo, la politica estera della UE gli tiene bordone, in primis Macron. Per fortuna alla Casa Bianca non c'è più Obama, in quanto alla UE vedremo chi sostituirà Federica Mogherini, altra alleata fedele del paese che vanta a livello mondiale il più alto numero di esecuzioni capitali. Al Papa, evidentemente, questo aspetto non lo interessa, come l'acquisizione dell'arma nucleare.

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Nei viali di Teheran, una immagine che nessun meddia italiano pubblicherà mail

 PARIGI, 6. Ha preso il via oggi, come annunciato mercoledì sera dal presidente iraniano, Hassan Rohani, la terza fase del disimpegno di Teheran dall'accordo sul programma nucleare (Jcpoa), che prevede l'abbandono di «ogni limite alla ricerca e allo sviluppo». In una lettera inviata all'Alto rappresentante dell'Unione europea gli Affari esteri e le politiche di sicurezza, Federica Mogherini, il ministro degli esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, ne ha spiegato i motivi. E Abbas Mousavi, portavoce del ministro Zarif, ha spiegato: «Come conseguenza del ritiro degli Stati Uniti dal Jcpoa, della reimposizione delle sanzioni statunitensi contro la Repubblica islamica e dell'incapacità di tre paesi europei di rispettare gli impegni assunti nel quadro dell'accordo, l'Iran interromperà tutti i suoi impegni presi nel campo della ricerca e dello sviluppo nucleari». Da Parigi, la Francia ha esortato Teheran ad astenersi dal compiere azioni «non conformi ai propri impegni». «L'Iran — ha dichiarato un portavoce del ministero degli esteri in un comunicato — deve astenersi da ogni azione concreta non conforme ai suoi impegni, suscettibile di nuocere agli sforzi di de-escalation». «La Francia — ha aggiunto — ha intrapreso degli sforzi in vista di una distensione e alcune porte si sono socchiuse». «E evidente — ha continuato il portavoce — che l'assenza di nuove violazioni e il ritorno a una piena conformità all'accordo Jcpoa sono obiettivi essenziali di tale processo». Assieme a Cina, Russia, Regno Unito e Stati Uniti, più la Germania, la Francia fa parte dei paesi del cosiddetto gruppo dei 5+1 che hanno siglato con Teheran l'accordo sul nucleare del 2015. Intesa abbandonata dagli Stati Uniti nel maggio scorso. E mentre la Russia considera la possibilità di un sostegno ulteriore all'industria petrolifera iraniana, danneggiata dalle sanzioni americane, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in un colloquio telefonico con il presidente francese, Emmanuel Macron, di cui la Casa Bianca ha dato oggi notizia, ha fatto sapere che le sanzioni contro l'Iran restano in vigore

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