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L'Osservatore Romano Rassegna Stampa
14.03.2019 OR si accorge della scomparsa dei cristiani in Siria ma non si chiede il perché
E non cita neanche l'unico Paese del Medio Oriente in cui la comunità cristiana cresce: Israele

Testata: L'Osservatore Romano
Data: 14 marzo 2019
Pagina: 6
Autore: la redazione dell'Osservatore Romano
Titolo: «Cristiani in calo ma resta la speranza del ritorno»

Riprendiamo dall' OSSERVATORE ROMANO di oggi, 14/03/2019, a pag.6 il redazionale con il titolo "Cristiani in calo ma resta la speranza del ritorno".

OR si accorge oggi che i cristiani in Siria sono sempre meno e tra qualche anno non ce ne saranno più. Non si chiede però il vero motivo che spiega questo fatto, ovvero l'intolleranza e il fanatismo islamici. Analogamente non si chiede quale sia l'unico Paese di tutto il Medio Oriente in cui la presenza cristiana cresce nella pienezza dei diritti e nel fiorire dello sviluppo sociale ed economico. Questo Paese è naturalmente Israele, che però OR non cita neanche. I collaboratori laici del quotidiano non hanno niente da osservare?

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Una processione cristiana a Gerusalemme

«La popolazione siriana vive una condizione indeterminata, senza pace né guerra»: parole dell'arcivescovo di Damasco dei maroniti, Samir Nassar, che nel suo messaggio per la Quaresima sottolinea la particolare situazione dei cristiani siriani, la cui presenza è diminuita rispetto all'epoca precedente il conflitto (nel 2009 rappresentavano circa il 4,7 per cento dei cittadini). Non aiuta certo oggi l'aumento del valore del dollaro rispetto alla valuta nazionale, con l'intera economia del paese penalizzata dalle sanzioni internazionali che vanno a colpire soprattutto i più poveri. In tale scenario bisogna anche considerare i fenomeni di invecchiamento e di emigrazione che colpiscono i cristiani siriani. «Nell'ultimo grande incontro delle famiglie — riferisce all'agenzia Fides monsignor Nassar, riportando dei dati ottenuti dalla sua opera pastorale — soltanto quattro coppie avevano meno di 5o anni. Secondo altre rilevazioni statistiche, i cristiani in Siria stanno assumendo la fisionomia di «una minoranza che invecchia in un quadro di incertezza» dovuto a un costante calo numerico nelle diverse regioni del paese. Il periodo quaresimale, condotto seguendo gli insegnamenti prima di Benedetto XVI e poi di Papa Francesco, ha sempre rappresentato, spiega l'arcivescovo, «un'occasione opportuna per riscoprire che la Chiesa procede nella storia solo in virtù della fede dei martiri, guidati dal fuoco dello spirito e dalla luce del Vangelo. E solo per questo può essere custodita nella fede dell'apostolo Pietro e seguire la rotta che la conduce a prendere il largo». Sulla questione è intervenuto un mese fa il nunzio apostolico in Siria, cardinale Mario Zenari, sottolineando come prima della guerra i non musulmani riuscivano a vivere pacificamente e come la comunità cristiana sia stata tra le principali artefici della nascita del moderno Stato siriano. A causa del conflitto molti sono stati costretti alla fuga trovando rifugio soprattutto in Libano. La speranza è che, data la sconfitta dei jihadisti, ormai asserragliati nell'ultima enclave di Baghouz, con le principali città tornate sotto il controllo del governo, possa registrarsi un progressivo ritorno dei cristiani.

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