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L'Osservatore Romano Rassegna Stampa
16.12.2018 Il terrorista viene ucciso, i soldati israeliani 'muoiono'
Le preferenza linguistiche del quotidiano ufficiale della S.S. (Santa Sede)

Testata: L'Osservatore Romano
Data: 16 dicembre 2018
Pagina: 1
Autore: Redazionale
Titolo: «Salta la tregua tra Israele e Gaza»

Riprendiamo dall' OSSERVATORE ROMANO di oggi, 16/12/2018, a pag.1,  un nredazionale dal titolo "Salta la tregua tra Israele e Gaza"

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Ciò che salta subito agli occhi del lettore attento è definire "fuoco israeliano" quando dei soldati israeliani impediscono ai terroristi di Hamas di penetrare in territorio israeliano. Naturalemente OR li definisce "incidenti scoppiati al confine orientale durante manifestazioni di protesta." Non usa invece la stessa definizione quando "Ad accendere la miccia di questa nuova ondata di violenze è stato l'attacco, due giorni fa, perpetrato da un palestinese a una fermata dell'autobus nei pressi dell'insediamento ebraico di Ofra, nel quale sono morti due soldati." Morti due soldati? intanto manca 'israeliani', poi sono soltanto morti? d'infarto? oppure è stato il "fuoco palestinese" ad averli 'uccisi'? in questo caso il 'fuoco' scompare, tornerà a riapparire quando si tratterà di fuoco israeliano.

Ecco il pezzo:

TEL Aviv, 15. E ormai finita la tregua al confine tra Israele e la striscia di Gaza. Settantacinque palestinesi sono stati feriti ieri dal fuoco israeliano nel corso di incidenti scoppiati al confine orientale durante manifestazioni di protesta. Lo riferiscono fonti mediche locali. I dimostranti della striscia di Gaza hanno espresso solidarietà ai palestinesi della Cisgiordania dopo i numerosi arresti dei giorni scorsi. Da parte sua, l'esercito israeliano ha riferito che durante gli scontri al confine i dimostranti «hanno scagliato verso i soldati sassi, bottiglie incendiarie e ordigni esplosivi». In Cisgiordania, come accennato, la tensione è altissima. Ramallah è circondata da ingenti forze militari. Più di cento palestinesi sono stati arrestati dalle forze di sicurezza israeliane in operazioni effettuate negli ultimi due giorni. Tra le persone fermate — dicono fonti di stampa — ci sarebbero anche due parlamentari del Consiglio legislativo palestinese e altrettanti giornalisti. Solo la scorsa notte, come riporta l'agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa, sono finiti in manette 46 palestinesi che Israele ritiene legati ad Hamas. Operazioni sono state effettuate a Hebron e nelle vicine località di Idhna, Beit Kahel, Yatta e Adh-Dhahiriyya. Tra i fermati nella zona di Hebron, scrive sempre la Wafa, c'è il deputato Muhammad Ismail Al Tal. Anche il giornalista Raed Al Sharif, che lavora per la televisione egiziana Al Ghad, è stato arrestato a Hebron e gli sono stati sequestrati il telefono cellulare e una telecamera. Ma non è tutto. Ieri sera sono scoppiati violenti disordini nel campo profughi di Jelazun, in prossimità di Ramallah. Secondo fonti locali, un ragazzo palestinese di circa sedici anni, Mahmud Yussef Nakhle, è stato ucciso dal fuoco israeliano. Il ragazzo è giunto in ospedale in condizioni critiche ed è deceduto dopo il ricovero. L'esercito israeliano non ha commentato la notizia. Nelle stesse ore in cui scoppiavano i disordini a Jelazun un soldato israeliano è stato assalito e ferito da un palestinese nelle vicinanze dell'insediamento di Beit El. Il palestinese ha colpito ripetutamente il militare con una grossa pietra e poi è fuggito. «La tensione in Cisgiordania è a livelli massimi» ha affermato la radio militare. Ad accendere la miccia di questa nuova ondata di violenze è stato l'attacco, due giorni fa, perpetrato da un palestinese a una fermata dell'autobus nei pressi dell'insediamento ebraico di Ofra, nel quale sono morti due soldati. Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, aveva puntato il dito contro Hamas, affermando che «non ci sarà alcun cessate il fuoco a Gaza se le violenze continueranno». Nel frattempo, il governo israeliano ha disposto la costruzione di nuove case proprio ad Ofra.

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ornet@ossrom.va

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