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L'Osservatore Romano Rassegna Stampa
11.01.2018 'Scontri' invece di 'attentati': la realtà cambiata sull'Osservatore Romano
Continua la disinformazione contro lo Stato ebraico

Testata: L'Osservatore Romano
Data: 11 gennaio 2018
Pagina: 3
Autore: la redazione di OR
Titolo: «Rabbino ucciso nei pressi di Nablus»

Riprendiamo dall' OSSERVATORE ROMANO di oggi, 11/01/2018 a pag.3, il redazionale con il titolo "Rabbino ucciso nei pressi di Nablus".

L'Osservatore Romano, per una volta, sceglie un titolo corretto: "Rabbino ucciso", infatti, significa che è stato assassinato, mentre di solito i quotidiani cattolici preferiscono circonlocuzioni assolutorie come "morto" o addirittura "colono morto", come se gli israeliani morissero da soli e non perché assassinati.

Il catenaccio e il testo, però, tornano a disinformare. scrivendo di generici "scontri" in West Bank. Non si tratta di "scontri", ma di attentati, violenze e uccisioni come innquesto caso, da parte araba palestinese contro israeliani. Ancora disinformazione, dunque, su OR.

Ecco l'articolo:

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Raziel Shevach con la moglie e i figli

E’ caccia all'uomo dopo l'uccisione di un rabbino a est di Nablus. Israele ha chiuso tutti gli accessi alla città nel nord della Cisgiordania: le forze di sicurezza sono mobilitate alla ricerca dell'assassino. Il rabbino si chiamava Raziel Shevach, aveva 35 anni ed era padre di cinque figli. Secondo l'esercito israeliano, «è stato ucciso mentre viaggiava a bordo di un'auto» vicino all'insediamento Havat Gilad, a est di Nablus. Da un'altra auto, sempre secondo la ricostruzione delle forze armate israeliane, sarebbero stati esplosi diversi colpi di arma da fuoco: la pista più probabile è quella degli estremisti palestinesi in un'area in cui la tensione è da sempre molto alta e gli scontri tra coloni ebrei e palestinesi sono all'ordine del giorno. Guy Elad, dottore dell'ospedale di Kfar Saba, a Tel Aviv, ha riferito che «sono stati fatti tutti gli sforzi per salvare la vita del rabbino» ma «le ferite erano troppo profonde». L'assassinio del rabbino s'inquadra in un'escalation delle violenze in atto da diverse settimane in tutta la Cisgiordania. Scontri sono stati infatti segnalati ieri anche a Betlemme, Hebron e nei pressi di Ramallah. La tensione si è drammaticamente innalzata dopo che il 6 dicembre scorso il presidente statunitense, Donald Trump, ha annunciato il riconoscimento di Gerusalemme quale capitale dello stato di Israele e la decisione di spostare l'ambasciata da Tel Aviv. In Cisgiordania e a Gerusalemme est vivono almeno 400.000 persone negli insediamenti ebraici, dichiarati illegali dalle Nazioni Unite. Quello degli insediamenti è uno dei punti cruciali del contenzioso tra israeliani e palestinesi, i cui negoziati sono in stallo da almeno quattro anni.

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ornet@ossrom.va

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