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L'Osservatore Romano Rassegna Stampa
05.10.2016 Il mondo è pieno di territori contesi o occupati, ma all'Osservatore Romano interessa solo attaccare lo Stato ebraico
Un tipico esempio di doppio standard antisemita

Testata: L'Osservatore Romano
Data: 05 ottobre 2016
Pagina: 3
Autore: la redazione
Titolo: «Non si fermano gli insediamenti»

Ripendiamo dall' OSSERVATORE ROMANO di oggi, 05/10/2016, a pag. 3, la breve "Non si fermano gli insediamenti".

Nel mondo ci sono molti territori contesi e occupati. Per esempio pensiamo all’occupazione militare dell’Indonesia a Timor Est, della Turchia nel nord di Cipro, della Russia in aree della Georgia e dell’Ossezia, del Marocco nel Sahara occidentale, del Vietnam in Cambogia, della Cina in Tibet, dell’Armenia in aree dell’Azerbaijan come il Nagorno-Karabakh e della Russia in Ucraina e Crimea.

All' Osservatore Romano (e a quasi tutti i media) però interessa soltanto scrivere dei "territori occupati" da Israele. E gli altri? Perché questo continuo silenzio? Non si tratta invece di un intollerabile doppio standard di giudizio?  Che sia antisemitismo?

Ecco la breve:

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Il governo israeliano ha concesso l'autorizzazione per la costruzione di 98 nuove case in Cisgiordania, vicino a Ramallah. A dare la notizia è stata la ong israeliana Peace Now. La decisione è destinata ad alimentare ulteriormente la tensione con i palestinesi e con gli Stati Uniti. E arriva in un momento molto delicato: le autorità israeliane hanno chiuso ieri gli accessi ai Territori palestinesi e aumentato la sicurezza per i festeggiamenti di Rosh Hashanah, il capodanno ebraico. La polizia presidia sinagoghe e luoghi pubblici sensibili, in particolare a Gerusalemme e nella Città Vecchia, dove si attendono migliaia di persone. Sigillati i varchi con la Cisgiordania e la Striscia di Gaza, attraverso i quali i palestinesi potranno passare solo in circostanze eccezionali e per casi umanitari.

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ornet@ossrom.va

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