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L'Osservatore Romano Rassegna Stampa
13.08.2014 'Goldstone 2': il quotidiano vaticano ha già condannato Israele
per 'crimini di guerra' mai commessi

Testata: L'Osservatore Romano
Data: 13 agosto 2014
Pagina: 3
Autore: la redazione
Titolo: «Dall'Onu una commissione sui crimini a Gaza»
Riprendiamo dall' OSSERVATORE ROMANO di oggi, 13/08/2014, a pag. 3, l'articolo dal titolo " Dall'Onu una commissione sui crimini a Gaza"

Il titolo e la prima frase dell'articolo presuppongono che a Gaza siano stati effettivamente commessi dei crimini da Israele.
In realtà, i crimini sono quelli di Hamas, che ha mirato deliberatamente ai civili israeliani e ha usato quelli di Gaza come scudi umani.
Israele ha fatto ogni sforzo per non colpire i civili, più di quanto richiesto dal diritto internazionale di guerra e più di quanto fatto da qualsiasi nazione impegnata in operazioni militari.
Le commissioni dell'Onu sull'operato di Israele sono dei tribunali farsa, creati per confermare tesi precostituite. Il precedente, che dovrebbe essere istruttivo, è quello del rapporto Goldstone, che accusò Israele di "crimini" che sarebbero stati compiuti nella guerra contro Hamas  del 2008-2009, per essere poi smentito dal suo stesso autore.
 Il quotidiano vaticano va però molto oltre la semplice omissione di questi fatti, anticipando la condanna di Israele.


William Schabas, capo dell'attuale commissione d'inchiesta Onu contro Israele


 
Richard Goldstone, capo di una precedente commissione d'inchiesta.
Smentì il suo stesso rapporto.

TEL AVIV, 12. Mentre al Cairo proseguono i negoziati, le Nazioni Unite hanno varato ieri l'istituzione di una commissione d'inchiesta sui crimini commessi nel corso dell'operazione militare israeliana nella Striscia di Gaza. La commissione avrà il compito di indagare eventuali violazioni del diritto internazionale e umanitario e di indicare eventuali responsabilità. Prosegue intanto l'azione della diplomazia internazionale per cercare di aprire un dialogo che possa condurre al cessate il fuoco. «C'è poca speranza di raggiungere un accordo» ha detto il ministro israeliano della Sicurezza interna, Yitzhak Aharonovich, secondo il quale è molto probabile che allo scadere della tregua, mercoledì '3 agosto, le ostilità possano ricominciare. «A mio giudizio, alla fine delle 72 ore si tornerà ai combattimenti e — ha aggiunto — Israele ha bisogno di pensare di passare al passaggio successivo». E prevista per oggi la riunione a Gerusalemme del gabinetto di sicurezza israeliano per discutere l'andamento dei negoziati. Da parte sua Hamas, che accusa gli israeliani di «tergiversare e voler solo prendere tempo», ha minacciato di ricominciare con il lancio di razzi se i colloqui al Cairo non porteranno a una svolta entro i prossimi tre giorni. Izzat Al Rishq, un rappresentante di Hamas in seno alla delegazione palestinese, ha detto chiaramente che «se non sarà raggiunto un accordo entro 72 ore, Hamas abbandonerà i negoziati e non ci sarà un altro cessate il fuoco». Non si tratta tuttavia di una linea seguita da tutto il movimento: il leader politico di Hamas, Khaled Meshaal, ha spiegato che la nuova tregua è funzionale agli interessi delle fazioni palestinesi, lasciando aperta la possibilità di un suo prolungamento oltre il termine. «Fa parte della nostra tattica far sì che la tregua regga per consentire l'accesso agli aiuti umanitari» ha dichiarato Meshaal.

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ornet@ossrom.va

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