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L'Osservatore Romano Rassegna Stampa
02.04.2014 Ebrei in Iran: quasi tutti se ne sono andati, come mai ?
la domanda che il quotidiano vaticano evita di porsi

Testata: L'Osservatore Romano
Data: 02 aprile 2014
Pagina: 6
Autore: la redazione
Titolo: «E' morto il gran rabbino d'Iran»

Riportiamo dall' OSSERVATORE ROMANO di oggi, 02/04/2014, a pag. 6, l'articolo dal titolo "E' morto il gran rabbino d'Iran".
Nell'articolo gli ebrei iraniani 
vengono descritti come "una minoranza riconosciuta dallo Stato", con i suoi rappresentanti in Parlamento e finanziamenti pubblici per le istituzioni comunitarie.
Peccato che, come scrive lo stesso quotidiano vaticano, siano anche una comunità che in passato
 "è arrivata a contare fino a centomila fedeli" e che ora si calcola annoveri  "tra gli 8.750 e i 20.000" membri.
In realtà, con la presa del potere da parte di Khomeini, quasi tutti gli ebrei iraniani sono fuggiti da un paese ormai preda di un regime antisionista e antisemita.
Gli ebrei che vivono ancora in Iran sono una minoranza minacciata e ricattata, dalla quale certo non verrano parole di critica verso il regime, così come dal "Parlamento" privo di potere reale al quale hanno diritto di inviare un rappresentante non  verrà mai nessun atto che possa disturbare chi davvero comanda nella repubblica islamica.

Ecco il testo dell'articolo.



Youssef Hamadani Cohen   

 
Ruhollah Khomeini     Ali Khamenei             

E morto, al termine di una lunga malattia, Youssef Hamadani Cohen, gran rabbino d'Iran. Secondo l'agenzia Irna, aveva 100 anni. Il decesso è avvenuto tre giorni fa ma la notizia è stata diffusa solo ieri dai media iraniani. Cohen aveva assunto l'incarico di guida spirituale della piccola comunità ebraica in Iran nel 1994, ma nel 2006, per motivi di salute, si era ritirato dalla gestione diretta delle attività. Prende il suo posto Mashallah Golestani Nejad. In Iran la comunità ebraica è presente da secoli ed è arrivata a contare fino a centomila fedeli. Attualmente i suoi membri si calcola siano tra gli 8.750 e i 20.000, distribuiti tra Teheran, Isfahan e Shiraz. La comunità è una minoranza riconosciuta dallo Stato, insieme ai cristiani e agli zoroastriani. Gli ebrei hanno anche un deputato in Parlamento e sono ben integrati nella società a maggioranza sciita, pur non potendo accedere ad alte cariche pubbliche. La comunità gestisce scuole, una biblioteca e un ospedale a Teheran finanziato in parte da soldi pubblici. A pochi mesi dalla sua elezione, nel settembre scorso, il presidente Hassan Rouhani ha inviato alla comunità gli auguri per il capodanno ebraico, condannando la Shoah.

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