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L'Osservatore Romano Rassegna Stampa
02.03.2014 Gaza: come il quotidiano del Santa Sede influenza i lettori
La responsabilità è tutta su Israele

Testata: L'Osservatore Romano
Data: 02 marzo 2014
Pagina: 3
Autore: La redazione dell'OR
Titolo: «S'infiamma il confine tra Gaza e Israele»

Riprendiamo dall' OSSERVATORE ROMANO di oggi, 02/03/2014, a pag.3, con il titolo "S'infiamma il confine tra Gaza e Israele", una breve di agenzia, non citata dal quotidiano della S.Sede. Lo 'stile' è quello solito, si inizia con  la notizia della morte di una donna uccisa- pare- durante una 'rappresaglia' israeliana, come se rispondere all'attacco di missili da Gaza che colpiscono il territorio di Israele sia una 'rappresaglia' e non invece un legittima azione di difesa. Dov'era poi quella donna ? non è dato sapere. Nel testo si legge "Dopo circa un anno di calma relativa .." Ma quale calma relativa ! praticamente ogni giorno partono da Gaza missili contro Israele ! L'altra parte dell'articolo si riferisce ai colloqui di pace, anche qui come se tutto dipendesse da Israele, viene detto che la 'questione chiave' sono gli insediamementi, non un accenno alla sicurezza di Israele, un problema che -evidentemente- non viene giudicato rilevante per l'OSSERVATORE ROMANO.



Ecco il pezzo:

Ancora tensione al confine tra la Striscia di Gaza e Israele. Una donna palestinese è stata uccisa, oggi, nel sud del territorio controllato da Hamas da colpi sparati dall'esercito israeliano al confine. Lo riferiscono fonti palestinesi; nessuna smentita da parte israeliana. L'episodio segue di poche ore un raid israeliano nel nord della Striscia: l'obiettivo, come riferiscono fonti militari, era una postazione per il lancio di razzi. Dopo circa un anno di calma relativa — sottolinea la France-Presse — nelle ultime settimane si è assistito a un incremento degli incidenti , con diversi lanci di razzi da parte di miliziani palestinesi e rappresaglie israeliane. Intanto, gli occhi della diplomazia internazionale guardano a Washington, dove è atteso il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, che dovrebbe incontrare lunedì alla Casa Bianca il presidente Barack Obama. Pochi giorni fa, il segretario di Stato americano, John Kerry, aveva annunciato che i colloqui di pace diretti tra israeliani e palestinesi, che sulla carta avrebbero dovuto durare nove mesi, si estenderanno oltre la scadenza prefissata, ovvero fino alla fine di aprile. La visita del presidente palestinese Abu Mazen a Washington è prevista per il 17 marzo. I negoziati di pace tra israeliani e palestinesi sostenuti dagli Stati Uniti, ripresi a luglio scorso dopo tre anni di stallo, sono al momento bloccati. Kerry, che nei mesi scorsi ha effettuato undici viaggi in Israele e in Cisgiordania, sta lavorando con entrambe le parti per dirimere alcune questioni chiave, come quelle degli insediamenti e dei profughi palestinesi, in vista di un accordo quadro. Il principale obiettivo della Casa Bianca è di arrivare a un'intesa generale, su tutti i punti, entro la fine dell'anno. Nonostante le difficoltà, Kerry ha sempre ribadito l'impegno di Washington per una giusta soluzione del conflitto che guardi nella direzione della formazione di due Stati autonomi e sovrani, in pace tra loro.

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