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L'Osservatore Romano Rassegna Stampa
14.04.2007 Legga e mediti, il Nunzio Apostolico
la testimonianza di Lello Abbina

Testata: L'Osservatore Romano
Data: 14 aprile 2007
Pagina: 1
Autore: la direzione
Titolo: «Una rinuncia dolorosa ma necessaria»

Domani 15 Aprile 2007 il Nunzio Apostolico in Israele non parteciperà  a Yad Vashem alla commemorazione della Shoah. " Una rinuncia dolora ma necessaria", commentava stamattina l'OSSERVATORE ROMANO in una nota in prima pagina. Un'assenza che renderà più difficili i rapporti fra Israele e Vaticano, fra ebrei e cattolici. Se la chiesa cattolica non ha nulla da rimproverarsi per quanto riguarda lo sterminio nazista del popolo ebraico, ci chiediamo per quale motivo Giovanni Paolo II, nel suo viaggio in Israele, abbia chiesto perdono agli ebrei per gli immensi dolori ricevuti dalla chiesa cattolica. Forse Papa Woytila era meglio informato, avendo vissuto gli anni del nazismo in Polonia, dei fatti che Roma continua a negare. Perchè Papa Pacelli mai intervenne, nemmeno con una sola parola, su quanto stava avvenendo agli ebrei. Che ne fosse informato non è una supposizione, ma una verità storica. lo dimostrano gli archivi della Croce Rossa Internazionale, consultabili a Ginevra, e mille testimonianze inoppugnabili. Che poi sacerdoti e suore, chiese e conventi abbiano aiutato a nascondere ebrei, è un fatto che nessuno nega. Ma che non ha niente a che fare con la politica ufficiale del Vaticano nei confronti del nazismo. Ricordiamo anche l'operazione Odessa, che vide il Vaticano in prima fila nel facilitare la fuga in America Latina dei criminali nazisti, che trovarono nel Vaticano appoggi e complicità, e con i passaporti "puliti" poterono salvarsi dalla meritata punizione. Sono stati anni bui per la chiesa di Roma, continuare a negare quanto è successo è inaccettabile.

Pubblichiamo la testimonianza di Lello Abbina,  legga e mediti il Nunzio Apostolico.

Sono sconcertato dalla reazione del Nunzio come riportato dalle notizie di questi giorni. Meglio, molto meglio sarebbe stato tacere, per non offendere la memoria di quanti non si poterono difendere dall’orrore della furia nazista, appoggiata indirettamente dal silenzio del pontefice.

 

L’appoggio incondizionato ai regimi totalitari del papa non consente giudizi sospesi o dubbi sul suo comportamento. Era ferocemente anticomunista e vedeva nel nazismo un baluardo ai bolscevichi. Quindi appoggiava il nazismo, punto. L’antisemitismo di Pacelli  è noto, mai nella sua vita pontificale pronunziò la parola ebrei! E da tanta scuola venne anche Paolo VI° che entrando in visita in Israele si comportò in modo a dir poco singolare.

 

Ma il nunzio queste cose le ignora. Non sa che gli stessi nazisti fecero sostare alla stazione di San Pietro il treno piombato della razzia del 16 ottobre temendo una reazione vaticana, che non venne. In quel treno c’erano i miei nonni, i miei prozii, i miei amici, che non arrivarono neppure a destinazione, morendo in viaggio. Forse se il nunzio invece di andare allo Yad Vashem si recasse ad Auschwitz a meditare su quello che è stato, ammutolirebbe e nasconderebbe il viso per la vergogna.

 

Lello Abbina

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ornet@ossrom.va

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